sabato 15 dicembre 2012

Passato e Futuro

La mia convivenza procede a gonfie vele. Nemmeno il caos pre natalizio mette a rischio il nostro rapporto.
E' incredibile come è facile andar d'accordo con la persona giusta. Dopo tanto cercare, dopo tanto tentare mi rendo conto che l'amore è una cosa davvero semplice, o si incastra a perfezione o altrimenti è un vero disastro.
Anche in casa mi sento a mio agio e non più un ospite. Cammino nelle stanze con piena padronanza e ormai ho il controllo totale su tutto l'appartamento: bucati, lavastoviglie, spesa, cassetti e armadi.
Quando si arriva al punto di sentirsi chiedere dove sta il cappello di lana o i guanti da sci, se c'è il latte per la colazione o l'asciugamano pulito in bagno , si diventa la regina indiscussa della casa!
Io questo momento l'ho superato a pieni voti e mi godo per la prima volta il ruolo di First Lady a casa mia!
Anche ai fornelli ho ormai il pieno controllo e gestione.
Cucino, sperimento, impasto, friggo e tanto altro. Io decido il menù e la giusta alimentazione di entrambi: carne verdura frutta.

Anche la coordinazione  con la sua e la mia famiglia funziona alla grande.
Non si batte ciglio e quelle poche cene in famiglia si condividono serenamente.
Rob ha perfino fatto l'albero l'8 dicembre a casa dei miei.
Proprio lui, che odia tanto il natale e che aveva premesso a novembre di non voler fare niente, stava li a mettere le palle con i fiocchi di raso sui rami , le lucine bianche e il punteruolo a stella! Che soddisfazione regalargli un po' della mia felicità, un pezzetto delle mie più intime tradizioni che mi hanno permesso di essere quella che sono, una persona felice.

Ora borbotta che il 24 e il 25 non ci pensa nemmeno a stare con la mia famiglia e nemmeno con la sua, ma io inizio a conoscerlo, più brontola che non lo vuole fare e più non vede l'ora che inizino le feste!
Per me sono molto importanti questi giorni che arrivano: il 24 , 25 e 26 sono i giorni da condividere con la mia famiglia, le mie zie e cugini, con gli amici più intimi. .
Sono i giorni in cui la cucina è in fermento, i vetri appannati dal vapore del brodo, il tavolo imbandito di verdure e odori da tagliuzzare; sono giorni in cui la casa si anima, prende vita.
Bisogna cucinare, apparecchiare la tavola con i sottopiatti, il centrotavola e le candele. Bisogna pulire il salotto, controllare i gatti e fare le ultime piccole commissioni.
Bisogna fare il pane, il sugo al ragù, i carciofi fritti e il salmone. Tutto questo mentre si ride, si strilla, si borbotta e ci si prende in giro. La musica classica su canale Sky 700 della tv  è sempre nell'aria e da "quel certo non so che" che rende questi giorni i più belli dell'anno.

Il menù non è stato ancora scelto, tutto si deciderà in questi pochi giorni che restano. Mimmo del mercato ci porterà la spesa e le casse di verdura e mandarini occuperanno le cucina.
Che bellezza, che gioia avere una famiglia unita, delle tradizioni che sono  piccole certezze in una vita sempre più incerta.
Lo apprezzo sempre di più perché so che un giorno tutto questo cambierà perché gli anni passano e i genitori e gli zii da adulti diventano anziani e un giorno ci lasceranno. E' bene tenerlo a mente e non per essere cinici o pessimisti ma per godere di tutti gli attimi del presente che purtroppo non è per niente eterno.


Io voglio prendermi cura delle persone che amo e lo farò così nel tempo: preparando con  gioia i loro piatti preferiti e portando avanti le tradizioni, perché in esse vivrà in eterno un pezzetto della mia famiglia.




giovedì 6 dicembre 2012

Venghino Signori Venghino!

E doveva essere semplicemente un motorino.

Tutto è iniziato a ottobre quando mi sono trasferita da Rob. Passare da 500 mt a circa 10 km non è molto divertente sopratutto se la distanza in questione è il tragitto casa -lavoro.
Prima abitavo a Campo dei fiori e ci mettevo circa 2 minuti ad arrivare in ufficio ora da Nuovo Salario ce ne metto circa 90. La differenza è consistente ed è per questo che ci è venuto in mente di prendere un motorino.
Prima doveva essere un vecchio Free di Rob che avendo 20 anni poteva essere iscritto all'ASI e quindi esente dal bollo e con un'assicurazione bassissima, meno di 100 euro. Poi si è scoperto che il motorino non aveva 20 anni bensì 18, il bollo e l'assicurazione bisognava pagarli per intero e quindi non era più tanto conveniente. In più si vociferava la legge dell'Euro 1 al di fuori dell'anello ferroviario a Roma e perciò l'idea è stata accantonata dopo aver speso una sessantina di euro per mettere la nuova targa al motorino.
Abbiamo cercato tra gli annunci, e in vendita c'era un'occasione interessante. Un 125 in ottimo stato ad un buon prezzo. L'assicurazione di un 125 inoltre è esattamente la metà di un 50 per via dell'eta dei guidatori e quindi fattibile. 300 euro contro i 700 ti sembrano un vero miracolo!
Allora si risponde all'annuncio, si contratta il prezzo e si acquista il motorino.
Si fa il passaggio di proprietà e si cerca una compagnia di assicurazione con prezzi ragionevoli.
Tutto questo si è svolto in poco più di due mesi, dopo 2 tessere di abbonamento Atac 70 euro, fila alla motorizzazione, 300 euro di assicurazione +  costo del motorino.
E ieri finalmente arriva l'assicurazione; il motorino è già da 2 settimane in garage pronto per essere preso dalla  sua nuova padrona, cioè io!
Torno dal lavoro tutta felice, salutando per sempre l'80
Rob mi aspetta in garage per fare delle "stupidissme" prove di accensione e accavallettamento del motorino. Prassi, pura formalità, piccoli scrupoli prima di sfrecciare con il mio nuovo Liberty.
Ed eccomi li, davanti a questo 125, salgo e con la panza, come ero solita fare con il mio sh50 quando avevo 16 anni, provo a scendere dal cavalletto. Niente.
Riprovo. Niente
Riprovo. Niente, il cavalletto non si toglie e io al massimo faccio strusciare il motorino per qualche centimetro.
E che succede?
Allora Rob un po' confuso me lo toglie dal cavalletto e mi dice, dai rimettilo su e poi proviamo ad accenderlo con la pedalina.
Si subito, dico io.
Provo, pesa.
Riprovo, pesa un botto.
Dai cazzo Paola, monta con il peso sul cavalletto e vedrai che fa tutto da solo.
Provo, niente. Il motorino non si sposta.
Spostati, guardami, così si fa. Guarda lo faccio con due dita soltanto. Tac è leggerissimo. Avanti prova e muoviti!
Ok. Si. Subito. Monto sul cavalletto con tutto il peso. Taaac. Niente. Immobile il bastardo.
Dai non è possibile, ma mettici un po' di forza cazzoooo!
Si giusto. Ci riesce la mia amica Federica che è più magra e piccolina di me e non ci riesco io?
Ecco mi sforzo. Mi irrigidisco su quel pezzo di ferro. Niente. Oddio mi cade. Aiuto pesa!
Paola, ma non è possibile!
Mi spaventi. Tac lo metti, tac scendi. E' facilissimo. Quella prima di te aveva 16 anni!
No non è vero , rispondo io
Invece è vero, credici, risponde lui
 Se vuoi spingi con la panza come eri abituata ma con il piede tieni fermo il cavalletto altrimenti ti scivolerà sempre.
Ok si giusto. Provo. Il mio piede non ci arriva sono quasi 30 cm più bassa di te, cavolo.
Sei imbarazzante, Paola!
Basta mi sono stufata, non ci riesco pesa una tonnellata non fa per me!
Mica starai piangendo ora ????
Si un pochino, ho deluso le mie aspettative. Ci tenevo tanto!
Smettila.
Non ci riesco.
Sei ridicola.
Si è vero ma non riesco a smettere.
Dai andiamo a casa, bisogna fare il minestrone per la cena
Va bene, sigh. Uffa però, sigh!

Venghino signori venghino, il circo è arrivato. Una scena così pietosa non l'avevo mai fatta.
E non so perché ho pianto, mi sono sentita sconfortata anche se sapevo essere una sciocchezza.
Un pianto lungo e profondo mi sono fatta ieri sera tra le prese in giro affettuose di Rob e i consigli di papà.
Al più presto riproverò a mettere quel motorino sul cavalletto perché non posso certo arrendermi.
Oggi , sull'autobus ovviamente con l'abbonamento di dicembre appena fatto, ho visto una marea di Liberty 125, tutti guidati da donne.
Non è possibile,  che nervi che rabbia, che impedita che sono!

ore 17.00 telefonata di Rob: se arrivo presto a casa porto il motorino dai miei amici in officina e ti metto il cavalletto inclinabile.

:-(










mercoledì 5 dicembre 2012

Una finestra per sognare

Mamma mia le cose che devo fare qui in ufficio!
La mia scrivania è piena di fogli, post-it, lettere da aprire, il telefono che squilla di continuo e io ho in mente solo il Natale!
Accidenti ai blogs che postano meravigliosi addobbi natalizi , calendari dell'avvento (idea fantastica che non conoscevo) ricette di biscotti all'arancio e cioccolato e menu per il cenone, mercatini , idee regalo, idee per bagni shabby style e chi più ne ha più ne metta.
A me di queste fatture e di questi ordini non me ne frega proprio niente ora!
Per di più sabato si farà l'albero e io ho scoperto solo oggi che dovrò lavorare tutto il giorno e nooooooo!
Il mio capo è il Grinch che mi sta rubando il Natale, non è giusto :-(
Non si può pensare a lavorare quando sta arrivando il Natale. Troppe cose vorrei fare fuori da questo ufficio. Stare qui mi sembra una grandissima perdita di tempo quando dovrei comprare i nastrini per l'albero, degli addobbi per la mia casetta, la carta da regalo per la casetta di Bubi e  in più vorrei passeggiare con Rob per il centro e respirare l'aria di queste feste che arrivano.
Già sogno che mi suona al portone e mi dice di mollare tutto e andar via con lui....ahhhhh
E' ingiusto lavorare, proprio non mi va!

Mi stanno già chiamando, che odiosi!
Ma grazie infinite a tutte voi che scrivete e proponete idee bellissime. So di non poter fare l'uno per cento di quello che fate voi perché davvero mi manca il tempo ma voi mi fate sognare e sentire tutto il calore del Natale.
Sono come una bambina che guarda dalla finestra quello che accade fuori: immagino, desidero, sogno. Forse non metterò mai quell'addobbo meraviglio con le stelle, ne berrò il te in quelle tazze danesi e nemmeno farò i biscotti a forma di cuore ma mi sento parte di un nuovo mondo, un mondo fatto di entusiasmo e creatività, un mondo fatto di belle persone, un mondo di donne che hanno le mie stesse passioni e che come me sentono il bisogno di condividerle.
Grazie e tutte.



(Immagine presa da internet dal sito it.123rf.com)

lunedì 3 dicembre 2012

Essere in due è meglio

E' stato un bellissimo week end.
Rob non lo vedevo da quasi due settimane ed erano 3 week end che non passavamo insieme.
Sono state settimane difficili, tanto lavoro, tanti sacrifici, tanta energia per poi accorgesi di avere sempre meno tempo per stare insieme. Non sono il tipo che ha paura della solitudine, tutt'altro, ma ho visto in entrambi la stanchezza e l'irritabilità dopo molti giorni che eravamo distanti.

Questo fine settimana ci eravamo ripromessi di non prendere impegni, di stare insieme senza famiglia, parenti e amici . Noi due soli, tanto riposo e buon cibo.
Sono stata benissimo perché con lui mi sento davvero felice, rilassata, allegra mai di cattivo umore. Allora penso che essere in due è una forza in più che non ti fa temere il futuro; essere in due ti fa fare progetti sapendo che non sarai sola che ci sarà sempre lui a tenerti compagnia. Per quanto un'individuo sia forte e capace di stare da solo essere in due è decisamente meglio.
Sembra brutto a dirlo ma capita che interagisco con la gente per paura delle conseguenze. Non è facile da spiegare  perché non è chiaro nemmeno a me. Succede però che a volte chiamo un amico perché è tanto che non lo sento e l'ultima volta non gli ho risposto, capita di organizzare una cena per invitare persone che ho trascurato e tutto questo perché si, tengo a queste persone ma anche perché nei momenti difficili mi sono state vicino e mi hanno salvato nelle giornate noiose e di solitudine. Adesso sto molto bene e credo che potrei vivere in un'isola deserta con Rob ma so che non sarebbe giusto, sia perché il futuro è imprevedibile sia perché i miei amici hanno bisogno di me.

Dopo quasi due giorni di letto e divano ho insistito per andare al cinema. In realtà non ci vado mai  perché ne rimango sempre delusa ma questa era un'occasione diversa.
Sono un'appassionata di film ma temo che tutto quello che c'era da dire lo abbiano detto nel passato e in modo eccellente. E' sempre più difficile trovare un film che mi piaccia negli ultimi anni.
Se non ricordo male l'ultimo film che andai a vedere al cinema fu Avatar con mia sorella. Eravamo andate  sia per la novità dei 3D sia perché anche se non amo questo genere di film, gli effetti speciali meritano uno schermo e un dolby di ottima qualità altrimenti il film è inutile vederlo visto che la trama e i dialoghi sono praticamente nulli!
Questa volta volevo vedere "Una famiglia perfetta"  perché la società dove lavoro ha collaborato prestando del materiale.Mi è sembrato un ottimo motivo per ritornare al cinema.
Il film era di poche pretese, ma era garbato, piacevole , scorrevole e per niente volgare. Già solo per questo si merita un 6 pieno. Inoltre fino all'ultimo non sono riuscita ad immaginare il finale, cosa che invece capisco già a metà del primo tempo. Odio il lieto fine,le buone intenzioni e  le morali zuccherine da famiglia. A Natale c'è da farsi venire il Diabete per tutte le storie finte, ridicole e buone che ci propinano. Non che questo film abbia un finale terribile e crudele ma almeno non te lo aspetti fino alla fine e intanto quattro risate te le fai e anche questo è un punto in più.
Finisce il film e restiamo per i titoli di coda. Scherziamo, ridiamo e ci esaltiamo quando alla fine dei titoli ai ringraziamenti compare la mia società. E' lui che lo legge per prima e si emoziona più di me.

Si ride con poco e si è felici con ancora meno, questo è il segreto della mia relazione. Bastiamo io e lui.

Torniamo a casa sotto il diluvio, questa pioggia a Roma non vuole proprio smettere. Mi ributto nel letto un po' triste perché fra poco sarà già lunedì  e ricomincia la settimana. Ma è un pensiero che caccio via subito mettendo la testa sotto il piumone e addormentandomi abbracciata a lui.
Dopo tutto fra 6 giorni arriva un nuovo week end e il prossimo sabato si fa l'albero di Natale....che meraviglia!



sabato 1 dicembre 2012

Momix a Teatro

Ieri sono andata a vedere i Momix al teatro Olimpico.
Adoro andare a teatro, la danza in special modo, ma anche tutto il resto mi interessa.
Il problema è che è molto costoso e non sempre me lo posso permettere. Se vado voglio i posti migliori perchè la danza o si vede bene o è meglio lasciar stare; mi da terribilmente fastidio se le linee del corpo non le vedo intere, o se la mia visuale vede tutto quello che succede dietro le quinte.

Rob mi è venuto a prendere in ufficio, cosa che raramente succede e mi piace sempre tanto, e siamo andati a ritirare i biglietti prenotati al botteghino. Eravamo in anticipo per l'inizio dello spettacolo così abbiamo scelto Ponte milvio per mangiare una cosina; la cena vera l'avremmo fatta dopo lo spettacolo.
Vicino la piazza c'è un posto molto carino, dove puoi scegliere tra un'infinità di cose: supplì, arancine, cipolle, fiori di zucca e tanto altro. Tutto buono, caldo e accompagnato da una birra fredda, direi aperitivo perfetto!
Torniamo verso il teatro passando per il ponte della Musica, niente male anche questo, forse un po' inutile ma decisamente moderno e all'avanguardia (per quel poco che me ne intendo!)

Ore nove inizia lo spettacolo: luci, colori, sfere, muscoli, cappelli , ombre, musica e tanto altro ancora hanno incantanto un pubblico intero e mi hanno fatto sognare per più di due ore.
Ogni pezzo era una sorpresa e non sfigurava con quello precedente. Tutto quello che facevano sembrava facilissimo come se potessi farlo pure io , con quella leggerezza, forza e padronaza del corpo. Io e Rob eravamo letteralmente incantati da questi 10 ragazzi, così talentuosi e brillanti.
Ho pensato che il teatro è un posto meraviglioso , pieno di creatività e immaginazione , dove si può sperimentare e realizzare qualsiasi immaginazione o idea. Ho pensato che ho aspettato troppo tempo per tornarci  perchè è linfa per la nostra fantasia.
Il pezzo delle ombre e quello delle donne con le gonne bianche mi hanno colpito più di tutti e ancora adesso rivivo quei momenti. Che meraviglia la danza!

Alle 23 lo spettacolo era finito, e mentre uscivamo dal teatro eravamo ancora elettrizzati e increduli di quello che avevamo visto che ci veniva voglia di saltellare e danzare come due stupidi!
Neanche la fame sentivamo più tanto eravamo soddisfatti dello spettacolo.
Siamo tornati  a casa tra una risata e una piroetta, felici ci siamo addormantati.

La danza continua a farmi sognare senza dolore, vivendola nel modo migliore. Non mi sento ne abbandonata ne tradita da lei e ogni volta che vado a teatro, anche se all'inizio ho sempre un po' di paura nel rivevere certe emozioni esco poi sempre soddisfatta e felice.
E' evidente che quest'arte riempie il mio cuore  e soddisfa i miei sensi come nessuna altra disciplina può fare. E' un amore nato tanti anni fa e che dal mio cuore non è mai più uscito.

martedì 27 novembre 2012

un clic per scegliere

Questo week end ho dormito a casa dei miei.
Roberto è fuori per l'ennesima trasferta così ho deciso di occupare come ai vecchi tempi la mia stanza anche se li dei vecchi tempi è rimasto molto poco.
Tra i giochi di Bubi e i cappotti di mia madre, qualcosa di me li dentro a malapena si intuisce. Ma ho sempre piacere a tornare in quella casa soprattutto perché questo rende felici i miei genitori che per quanto discreti ed orgogliosi delle mie scelte sentono un pochino la solitudine e il peso della vecchiaia.
Così appena posso mi trasferisco a casa dei miei coccolata da loro e dai gatti.

Domenica è stata proprio una bella giornata.
La mattina mi sono alzata presto per andare a votare con mio padre.
E' una cosa che amo fare da sempre con lui, da quando ho l'età per farlo. Sarà perché è domenica, sarà perché siamo in fila con gente che la pensa come noi sarà perché " non pratico altre liturgie", per me il voto ha qualcosa di sacro (cit.) .
Ci mettiamo in fila dopo una ventina di minuti avevamo fatto il nostro dovere.

Dopo  altre commissioni utili per me e per papà, passiamo un minuto da mia sorella per salutare Bubi e poi torniamo a casa da mamma.
Dopo un ottimo pranzetto,  mi stendo come sempre sul divano  e mentre papà si guarda la Roma, io schiaccio il mio tanto adorato pisolino pomeridiano della domenica.
Verso le 5 del pomeriggio ci prepariamo un te e mettiamo le castagne nel forno.
Fondamentalmente ciondolo tutto il pomeriggio e la sera, tra la tv, il computer e il libro. Sempre sul divano, sempre con i miei gatti vicino

Le domeniche in casa con i miei solitamente sono queste, può cambiare la merenda, il film, la coperta che accoglie i miei gatti ma quello che faccio è questo.  Se devo uscire, cerco di organizzarmi per la mattina o al massimo per pranzo ma il relax del pomeriggio lo passo sempre volentieri sul mio amato divano.
Roberto mi critica dicendomi che sono pigra, può essere, ma per me dietro a quello stare sul divano con i gatti e con i miei c'è molto di più. Ma non devo farlo capire a lui, devo esserne consapevole io e gustarmelo ogni volta mi è possibile
Un giorno non avrò più tutto questo, è natura , è certezza ma non avrò nemmeno rimpianti perché l'ho assaporato intensamente.

Dopo la partita ho acceso il computer e sono andata su Rai.tv per scegliere tra i miei programmi preferiti.
Ora devo fare una piccola premessa per non essere giudicata come una morbosa curiosa e impicciona delle tragedie. Non sono il tipo che appena compra il giornale salta a piè pari le prime 20 pagine per arrivare subito alla cronaca nera. Non sono né una impicciona né una guardona. Semplicemente amo la realtà delle cose senza fronzoli, lieti fine e morali educative. Amo tutto ciò che è vero, che esiste e che spesso ignoro perché lontano dal mio mondo.
Ecco perché seguo con interesse il programma "Un giorno in pretura"  il sabato sera verso le 23.45, "Amore criminale" attualmente il venerdì sera alle 21.00 e "Storie maledette" attualmente non in programmazione.
Il primo racconta dettagliatamente le varie fasi di un processo fino alla sentenza, facendoti vedere uno spaccato di vita che  (e per fortuna nella maggior parte dei casi) ignori . Il secondo programma, quello che preferisco meno tra i tre, racconta storie vere di donne uccise dai loro compagni o mariti per gelosia, amore o rabbia. Tutto è testimoniato con le varie fasi del processo e con i parenti  e amici della vittima e dell'assassino. Il terzo è un'intervista ad un assassino ormai condannato in Cassazione che sta scontando la pena in carcere. La giornalista Franca Leosini (bravissima) riesce dopo un attento studio di tutti e tre i processi (1°,2° grado e Cassazione) a farsi raccontare dall'assassino la sua versione tenendo presente le testimonianze che hanno influenzato  l'esito del processo.

Adoro questi tre programmi che ogni volta insegnano e lasciano riflettere.
Tanti telefilm  o film se ci si pensa nascono da queste stesse storie, ma sono romanzati e spesso diventano banali. La realtà invece insegna e fa capire quanto nella vita il caso , la famiglia, il quartiere, la scuola possono influenzare e cambiare sfortunatamente il destino di ogni individuo.

Come sempre i programmi che valgono li trasmetto  in seconda o terza serata. In modo da offrire alle 21.00 solo trasmissioni mediocri; ma adesso c'è internet e quindi si può scegliere e puntare sulla qualità.
Se qualcuno che legge volesse provare a guardare uno di questi tre programmi, consiglio vivamente per "Storie maledette" l'intervista a Mary Patrizio, la donna che ha ucciso in un momento di acuta depressione, il suo bambino di 5 mesi. E' una storia toccante e commovente e che fa intuire quanto pericolosa, brutta e incompresa sia questa malattia. Per il resto sta nella sensibilità di ogni individuo non giudicare ma comprendere.

E' bello poter scegliere, qualunque siano i nostri interessi. Internet è finalmente  lo strumento giusto per non accettare  la mediocrità e premiare chi merita.  Buona navigazione.






giovedì 22 novembre 2012

Colloquio con me stessa

Oggi mi hanno telefonato per un posto di lavoro.
E' tanto che non affronto un colloquio, un po' per la scarsa offerta di posti  un po' perché ho smesso di cercare e inviare il curriculum. Lo so che è sbagliato non cercare nuove opportunità ma è tutto così faticoso e con scarsi risultati che passa ogni entusiasmo e motivazione. Anche se il lavoro che ho non è perfetto, tutto sommato mi gratifica e mi garantisce un'entrata mensile. E' un discorso orribile ora che lo scrivo, sa di rassegnazione e adattamento; un po' è vero un po' è consapevolezza che non ci sono alternative in questo periodo di crisi.

Comunque ho fissato l'incontro per domani alle 16.30
Già mi hanno anticipato che insieme al colloquio ci sarà una verifica delle mie conoscenze informatiche e della lingua inglese.
Odio l'inglese, lo detesto perché so di saperlo ma sono completamente bloccata.
In ufficio lo parlo poco e peggio ancora mi vergogno ad usarlo. E' da stupidi lo so ma è tutto irrazionale.
So di saperlo nella media, non sono certo un fenomeno ma dopo tanti anni riesco a cavarmela quando però non sono sotto stress. Per domani sono già nel panico, è davvero il mio tallone di Achille perché per il resto mi sento pronta e preparata.

La mia tensione è ancora più ingiustificata perché in realtà non ho nulla da perdere, visto che un lavoro a tempo indeterminato già ce l'ho e forse anche se mi prendessero resterei dove sono, visto che ormai mi trovo bene; è l'idea di dover vendere la mia professionalità in così breve tempo che mi terrorizza.
Discorso banale, perché sarà per tutti così ma per me in più c'è un altro fattore che determina il mio terrore: Il Cambiamento.
Se da una parte mi alletta mettermi alla prova ed avere nuovi stimoli, dall'altra mi terrorizza. E' come se una voce dentro di me dicesse di lasciar stare, di non rischiare che tutto sommato una tranquillità già ce l'hai.
Detesto questa voce, parla in continuazione ad ogni bivio della mia vita. Sto imparando ad essere più forte di lei e ad ignorarla ma credetemi è davvero difficile.

Domani ci vado sì a quel colloquio, e a maggior ragione che ho già un posto di lavoro, devo essere sicura di me e serena.
Ora mi leggo un po' di questa azienda, mi preparo un discorso in inglese decente , mi infilo un bel tailleur nero con gonna e stivali e alle 16.30 di domani pomeriggio e con le mani sudate ben nascoste cercherò di mostrare il meglio di me.

Perché ho 34 anni e sono troppo vecchia per sognare ma troppo giovane per arrendermi.

mercoledì 21 novembre 2012

Aspettando Natale

Ormai siamo entrati nel pieno clima natalizio; è un piacere passeggiare per le vie di Roma tra gli addobbi le luci e le vetrine , tutto parla del Natale, lo respiri nell'aria , lo senti!
Mi viene voglia di saltellare per l'emozione, per tutto quello che di bello mi aspetta: l'albero, i dolci, le chiacchere in famiglia, il pungitopo e il vischio. Che meraviglia mi sento ancora una bambina!

E dire che nel mondo virtuale, l'aria natalizia si respira già da tempo. Ghirlande, pupazzi, coperte, ricette, centritavola e tanto altro viene ideato e postato sui blogs delle persone che seguo.
Tutto questo mi emoziona , e non solo per la creatività e la fantasia dei queste donne ma soprattutto per l'entusiasmo e la gioia con cui condividono le proprie passioni.
La mia vita è cambiata da quando faccio parte di questo modo, è dare voce alle mie passioni è condividere le cose che amo, è seguire i miei istinti e questo fa di me una persona sicuramente più felice.


Anche il regalo per la piccola Bubi, mia nipote,  l'ho trovato su un blog.

Di solito non ci facciamo i regali a Natale , siamo tutti adulti in fondo e non dovrebbe importarci molto. Preferiamo spendere il piccolo budget a disposizione per addobbi,  centrotavola, palle di vetro e cibo per il 24 e il 25 dicembre ma quest'anno c'è una bambina con noi e le va regalato il Natale come lo abbiamo avuto noi e come lo vedono tutti i bambini: doni, colori e sorprese.
Allora ho pensato a cosa potessi regalargli; volevo un pacco grande che occupasse gran parte dello spazio sotto l'albero. No i vestiti che non le interessano ancora,e nemmeno cose utili che sì, farebbero comodo alla mamma, ma che lei non apprezzerebbe di certo.
Così mi sono messa a leggere sui blogs e ho trovato cose incredibili:  pupazzi con i vecchi calzini di lana (bellissimi ci devo provare), dolci, bambole di stoffe, giocattoli in legno. Ma nulla mi sembrava adatto a lei fino a quando ho trovato la casetta di tela di H&M e ho pensato che sarà il primo regalo di Natale che farò a Bubi.
Una casa che io stessa ho avuto tanti anni fa e che ho amato tanto; un posto tutto suo senza adulti fatto di sogni e desideri. Un posto dove estraniarsi dalla realtà, una cuccia calda dove addormentarsi o giocare con la fantasia.
A Natale gattonerà o comunque poco dopo; già me la immagino entrare e uscire da li, da quella casetta, dalla sua casetta. E magari un giorno mi ci vorrà dentro e giocheremo insieme e ci confideremo i nostri più dolci segreti.





Questa foto è stata presa da internet e fa parte della collezione H&M All for Children per Unicef.


martedì 20 novembre 2012

Un mese che vale

Oggi Linolì sta meglio, ha mangiato.
Non è nessuna vittoria nè tanto meno una sorpresa, è il cortisone che toglie il dolore e le permette di masticare.
Ho pensato tanto ieri al mio gatto e mi sono imposta di essere forte e di fare  ciò che è meglio per lei.
Ho deciso che rimanderò il tutto a dopo Natale, dopo le feste.
Il Natale è un momento magico in casa nostra, pieno di piccole e sciocche tradizioni che fanno però la nostra felicità.
Tutto inizia l'8 dicembre con l'albero.
Qualche giorno prima si spostano i mobili del salotto, e si fa posto all'albero preso dalla cantina. E' finto perché rispetto l'ambiente ed è alto, tanto alto da dover salire sulla scala per mettere il punteruolo e le palle più alte.
Come dicevo  si fa entrare l'albero, con mia madre che inizia ad aprire le scatole per controllare le palle. Sono tutte divise per colori e tutte rigorosamente di vetro in modo che i gatti possano romperle meglio!
L'albero si fa sempre e solo di due colori con le luci  neutre.
L'anno scorso lo abbiamo fatto bianco e rosso, un altro dorato e viola, un altro ancora verde acqua e bianco.
Questa'anno vorrei rifarlo bianco e rosa in onore del primo Natale con Bubi. Quest'anno c' è un motivo in più per festeggiare e mettere qualche dono sotto l'albero.
Noi siamo una famiglia di atei ma amiamo il natale e credo anche nel modo giusto. Non ci facciamo nessun regalo, non sprechiamo con pasti abbondanti ma amiamo stare tutti insieme con i parenti, chiaccherare fino a tardi e preparare cene e pranzi con amore sperimentando nuove ricette. In questo confido nei blogs che seguo quotidianamente e che hanno sempre delle splendide idee!
Ritornando all'albero, l'8  si fa una bella e buona colazione tutti insieme, spesso con i pancakes e poi si inzia ad addobbare l'albero.
Io sono l'addetta alle luci con mamma, mia sorella infila i nastrini di velluto o di raso su ogni pallina. Poi metto il punteruolo, che è una stella luminosa , le palle e dopo immancabili le perline messe ondeggianti in orizzontale. Per fare tutto questo ci si impiega circa una giornata; di solito per le 18.00 terminiamo l'opera e la sera ci godiamo il salotto davanti alla tv. In tutto questo i miei due gatti, Prouch e Linolì giocano stupiti con le palle, con i fili e  con le scatole. Linolì ha anche un rituale , salire di nascosto e velocemente all'interno dell'albero scuotendolo come una tramontana. Noi ce ne accorgiamo sempre tardi non riuscendo a salvare le palle che sistematicamente cadono e si rompono. Togliere il gatto che è arrivato in cima è veramente complicato, con lui che si aggrappa con gli artigli e noi terrorizzate di fargli male agli occhi o di rompere altre palle.





Poi l'albero rimane li per tutto il mese, con i ben 12/15 fili di luci e con mio padre che brontola perchè consuma come un appartamento sempre acceso. Noi ce lo godiamo il più possibile e lo ammiriamo soddisfatte.
Poi arriva il 24 sera, e tutta la famiglia è riunita a casa dei miei. Io sono l'ultima ad arrivare perché quel giorno lavoro fino a tardi e tutti aspettano il mio arrivo per sederci a tavola.E cosi il 25 a pranzo e cena e il 26 con tutti i nostri amici dal pomeriggio in poi.
Sono date importanti , sono certezze che fanno parte ormai della nostra vita e non potremmo farne a meno.
Ecco perché voglio che ci siano i miei gatti, sono più di dieci anni che lo festeggiamo tutti insieme e loro sono parte della famiglia. Gli darò il cortisone per non farlo soffrire e poi dopo le feste farò la cosa giusta e non mi tirerò indietro.

In casa mia metterò qualche piccolo addobbo ma l'albero sarà solo a casa dei miei e li intendo festeggiare il Natale, assaporando tutta la bellezza di questa tradizione che mi ha sempre regalato istanti di pura felicità.


lunedì 19 novembre 2012

Mia piccola Linolì

Sono cresciuta amando i gatti, apprezzandoli per la loro bellezza e dignità.
Sono cresciuta con loro in casa con un padre che mi ha insegnato a rispettarli e a volergli bene.
Il primo si chiamava Attila ma non ricordo nulla perché avevo appena un anno.
Poi c'è stato Fuffi, Miciarosa e Skippy, oggi c'è Prouch e Linolì.
Tutte femmine, tutti soriani europei tigrati grigi , tutti dolci e affettuosi ma con un carattere ben distinto e differente tra loro.
Questi gatti mi hanno accompagnato nella crescita; a volte li ho un po' maltrattati quando per esempio volevo vestirli con gli abiti delle bambole ma mai con la volontà di fargli del male. Loro capivano e sopportavano infastiditi ma con pazienza i miei stupidi giochi fino a quando trovavano il modo di scappare e nascondersi sotto il letto o sotto il divano. Loro mi hanno sempre dimostrato il loro affetto sincero e smisurato al punto di venirmi a consolare e a leccare il viso quando piangevo.

Oggi ho saputo che Linolì, dovrà essere soppresso.
E' da anni che soffre di una bruttissima malattia incurabile, la stomatite, e sapevamo che prima o poi sarebbe arrivato questo terribile momento.
La stomatite è una  malattia che colpisce credo solo i gatti e non si ha ancora una cura certa che garantisca la completa guarigione. Alcuni gatti ci convivono tutta la vita senza troppi disturbi altri, come il mio piccolo Linolì ci combattono da anni riuscendo a stento a mangiare. E' una malattia autoimmune che colpisce la bocca e tutta la cavità orale: gengive, palato, denti e lingua. Si formano una specie di afte o comunque infezioni che impediscono al gatto di masticare. Tutta la bocca si infiamma , è evidente l'infezione e  anche il dolore.
Noi le abbiamo provate tutte: gli abbiamo tolto due dentini all'inizio sperando che così l'infezione diminuisse, poi abbiamo provato con varie cure alternative ma sembra che l'unica sostanza che da davvero sollievo al gatto sia il cortisone che però non guarisce affatto ma è solo lenitivo.
Inoltre il cortisone diminuisce le difese immunitarie oltre a recare tanti altri danni nel corpo dell'animale, così vedi il tuo piccolo gatto star meglio e mangiare e giocare nel periodo di cortisone ma tu sai che è solo momentaneo e peggio ancora che gli stai facendo del male in altre parti del corpo pur di non vederlo soffrire.
Non lo stai ingannando perché non c'è alternativa ma tu sai tutto e ti si spezza il cuore.

Linolì ha dieci anni ed è forse il gatto più affettuoso che abbia avuto . Per scherzare con mio padre lo chiamiamo il gattocane perché a volte sembra più un cane che un gatto: viene quando lo chiami, ti segue in tutte le stanze che vai e qualsiasi cosa stai facendo: vedere la tv, leggere il giornale o pulire la casa. E' un gatto molto simpatico con uno sguardo curioso che per scherzare diciamo che è tra l'allucinato e lo stupito!
Impossibile far del male ad una bestiolina del genere. Lo abbiamo trovato abbandonato nel giardino della nostra casa al mare; qualcuno lo aveva strappato troppo presto dalle mammelle della mamma e sapendo che amavamo i gatti ce lo ha buttato sul nostro prato. Inutile raccontare la nostra reazione il giorno dopo quando siamo usciti di casa; e da quel giorno nonostante avessimo già 2 gatti quel batuffolino peloso è diventato ufficialmente parte della nostra famiglia.

E ora questa brutta notizia.
Io so che sopprimerlo è un gesto di grande amore e rispetto nei suoi confronti perché soffre e non c'è soluzione al suo male ma dentro di me, mi sento davvero morire .
Oggi il vetrinario gli ha fatto l'ennesima mezza fiala di Medrol che lo aiuterà per un mese se siamo fortunati ma credo a questo punto sia l'ultima. Al più presto parlerò con il veterinario ma so già le sue risposte.
Ho 30 giorni di tempo per salutare Linolì, ho uno stupidissimo mese a disposizione per dimostrargli il mio enorme affetto e gratitudine per tutto l'amore che mi ha sempre dato, ho 4 settimane per stringerlo forte a me e sentire il suo corpicino morbido e peloso.
Sei stata un compagna meravigliosa, mi hai confortata con le tue fusa nei momenti di solitudine e mi hai divertito con i tuoi ingenui agguati alle mosche, alle ombre o ai nastri dei regali.

Ora ho gli occhi pieni di lacrime e mi sento persa ma troverò il coraggio di aiutarti a non soffrire più, te lo prometto.

mercoledì 14 novembre 2012

Casa mia casa mia, per piccina che tu sia...

Ed eccola qui la prima litigata.
Antipatica  come me l'aspettavo.
Il motivo è stato tanto sciocco quanto banale : un comportamento che non ho gradito e una giustificazione ridicola e irritante.
Ma tutto si carica in 70 mq perché ci si incontra e scontra in continuazione.
Non posso chiudermi in una stanza sarebbe infantile, non posso spegnere il telefono  e non posso nemmeno tenere il muso. Non posso gridare che sembro un'isterica e nemmeno uscire perché vivo in periferia e a mezzanotte non c'è decisamente nulla da fare se non incontrare qualche spacciatore o un anziano con il cane.

La verità è che ci si dovrebbe calmare da soli,  scaricando poco a poco  la tensione magari nelle faccende domestiche , con un libro o solo riflettendo sulla reale gravità dei fatti (che in effetti questa non lo è!) ma diventa difficile quando ci si incontra dappertutto. Se poi lui per sdrammatizzare come tanti uomini ridacchia o prende in giro, il tutto è davvero insopportabile!

Il momento poi di andare a dormire è  imbarazzante. Se da una parte un fastidioso cerchio alla testa ti ricorda  l'arrabbiatura, un'altra parte sta sbollendo e freme per  fare pace.
La sensazione è un imbarazzo che ti spinge velocemente sotto il piumino e ti fa spegnere la luce.

Finalmente è mattina, ma il cerchio alla testa è diventato un vero e proprio mal di testa.
Lui è li che dorme beato e sicuramente stanotte non si è svegliato  una marea di volte per la tensione.
Gli uomini in questo sono fantastici, riescono a rispettare i bisogni primari in qualsiasi circostanza o imprevisto.
Ci alziamo e lui va a fare ovviamente colazione indisturbato come se nulla fosse mentre io vado in bagno a prepararmi. Fa anche il sostenuto ?!?!
La colazione è un momento troppo bello e intimo per rovinarlo con le discussioni; preferisco saltarla, la farò al bar.
Cosi quando esco ci discuto un po, gli faccio capire che non mi è passata da sola (illuso) e poi ognuno se ne va in ufficio per conto suo. Ah libera che bellezza, mi rilasso, mi calmo, rifletto mentre cammino verso la fermata dell'autobus, mi sento meglio, mi manca già.

Mi arriva da lui qualche messaggio e gliene mando anche io; siamo entrambi dispiaciuti di aver dormito spalla spalla senza nemmeno darci la buonanotte. Sono istanti veloci ma forse quelli che più racchiudono il senso della convivenza. Mai abbiamo dormito distanti nello stesso letto, ognuno cerca sempre l'altro, è il momento che più ci piace e che ci fa sentire bene prima di abbandonarci al sonno.
Ci si addormenta con il sorriso per poi ritrovarlo il mattino dopo , questa è la vera sorpresa della convivenza e non come oggi che la prima cosa che ho pensato è stata dove avevo messo il Moment!

In realtà non ha fatto nulla di così grave ma ho imparato dalle mie esperienze passate che  le abitudini che si formano all'inizio di una relazione sono difficilissime poi da cambiare negli anni. Io non ci sono riuscita con le vecchie storie e non voglio cadere nello stesso errore. Poche cose mi danno davvero fastidio e in quelle non devo passarci sopra, altrimenti diventerà presto un' abitudine. Non posso nemmeno però protestare per qualsiasi cosa ovviamente, bisogna fare una selezione ed essere disponibili e comprensive per tutto il resto.


In una convivenza dopo il litigio o si fa pace o si trasloca.
In questo caso si farà sicuramente pace, è troppo presto per gettare la spugna .
Stasera quando lo rivedrò non credo che riuscirò ad essere seria per molto, trattenere il sorriso sarà impossibile.
Passano le ore e inizio a dimenticare pure il motivo della discussione ma non sono pentita delle cose che gli ho detto; prima di tutto perché per un po' si ricorderà della mia sfuriata e poi perché in tutte le convivenze che si rispettino dopo un litigio ci si chiede scusa e noi , spegnendo la luce troveremo il modo più dolce per farlo.








sabato 10 novembre 2012

La locanda dei Girasoli

Non sono una persona che fa molta beneficenza, purtroppo il mio reddito non me lo permette ma sono convinta che ci sono  iniziative intelligenti che costano poco e davvero aiutano.
Purtroppo la verità è che è difficile informarsi di quello che succede intorno a noi; i giornali e la televisione sono mezzi troppo costosi per pubblicizzare piccole iniziative ma fortunatamente alcuni giornalisti e il meraviglioso mondo di internet possono davvero venirci in aiuto.

Stavo guardando la cronaca di Roma su Repubblica.it e ho letto di un ristorante pizzeria nel quartiere Quadraro che è gestito in parte da ragazzi disabili con la sindrome di Down.
Tramite una cooperativa si cerca di inserire i ragazzi in un contesto lavorativo per stimolarli e aiutarli in un futuro incerto.
Questo è un progetto che fa parte del "Dopo di noi".
Ne ho sentito parlare perché mia sorella lavora nel sociale e mi piace seguirla nei suoi progetti..
E' qualcosa di davvero nobile e meraviglioso quello che le cooperative fanno per questi ragazzi e le loro famiglie.
Il Dopo di noi , intende seguire e indirizzare i ragazzi disabili  in previsione di quando i loro genitori saranno troppo vecchi , o sfortunatamente deceduti, per seguirli e accudirli.
 In tempo di crisi i fondi sono praticamente nulli e le organizzazioni si arrangiano come posso per non abbandonare i progetti. Il clima che si respira è coinvolgente e stimolante e lo dice una persona in fondo estranea e all'inizio anche  un po' intimorita. E' un mondo completamente diverso dal nostro dove convive l'orrore e l'amore e il risultato è sorprendente e molto meno pesante e serio di quel che si pensa.

Ora questo ristorante rischia di chiudere definitivamente per mancanza di fondi. Già le chiusure sono molte in mezzo alla settimana per risparmiare il più possibile ma ora stanno rischiando di fermare il progetto.

Chi vuole può fare una donazione , questo è l' IBAN che ho trovato sul loro sito:
IT 96 R056 9603 2200 0000 3389 X 92
ma capisco che non tutti possono e ce ne sono così tante di associazioni che hanno bisogno di aiuto che alla fine bisogna purtroppo fare una selezione.

Ma questi ragazzi fanno di più, fanno pizze e cene gustose.
Non si può fare una donazione ma forse si può scegliere loro quando si decide di andare a mangiar fuori con gli amici. Loro in fondo  non chiedono che poter continuare a cucinare e servirci!
Un mio amico c'è stato e mi ha confermato che si mangia bene, quindi tenete a mente questo posticino per le prossime uscite.

Far del bene a volte ha un prezzo elevato ma quando il gesto costa così poco è davvero un peccato non aiutare chi è stato meno fortunato di noi.

Intanto lascio il sito www.lalocandadeigirasoli.it e appena ci andrò personalmente scriverò le mie impressioni.

Bisogna aiutare chi è in difficoltà e ascoltare i problemi degli altri anche solo perché un giorno potremmo essere noi  in difficoltà e ad avere bisogno noi degli altri.

venerdì 9 novembre 2012

Mercatini di Natale

Sto sognando ad occhi aperti, davanti ad una tastiera, un monitor e quel piccolo progetto che mi sembra meraviglioso.
Scopro su internet il sito dei mercatini di Natale e mi innamoro follemente di quelle foto.
Le immagini di posti coperti di neve, pieni di luci, di dolci di colori mi riaccendono tutto il piacere di questa festa e in un attimo con la mente sono li con Rob tra i banchi natalizi, tra la musica e le giostre stretti l'uno all'altro per il freddo e per la gioia!

Caspita quanto mi piacerebbe andarci, è così romantico!

Sfortunatamente i migliori mercatini sono tutti al nord e da Roma diventa impegnativo il viaggio sia per i soldi che per il tempo.
Non posso chiedere in ufficio giorni di permesso in questo periodo, Natale è il momento migliore in cui si lavora di più e non si può ignorarlo in tempi di crisi.
Così per ora rimane un progetto nella mia testa ma cercherò di trovare una combinazione per andarci.

E se posso sognare, non voglio mettermi freni e allora immagino di andarci anche con mia nipote, comprargli lo zucchero filato e farla salire sul cavallino rosa delle giostre.
Immagino di assaggiare la mela stregata, una cosa che non ho mai mangiato pur avendo Piazza Navona a 10 metri, e di comprare un palloncino per Bubi con babbo Natale.
Sogno di riempire delle calze per tutte le persone che amo e di avere un camino dove attaccarle. Sogno cuori rossi e ghirlande di pungitopo, mazzi di vischio e tutti sotto che si baciano . Sogno un torrone al cioccolato per mio padre e casette per il presepe da regalare a mia madre che è l'unica, in una famiglia di atei, che fa il presepe divertendosi tra il muschio e le lucine sotto lo sguardo scettico di noi tutti!

E poi apro gli occhi e mi rendo conto che gran parte dei miei desideri è già realtà .
Forse non andrò mai a Bolzano e di sicuro non ho un camino in salotto ma tutto il resto c'è e fa parte ogni giorno della mia vita.
Non ho bisogno di andare tanto lontano con la fantasia, forse nemmeno di chiudere gli occhi, la gioia di queste feste che stanno arrivando già mi appartiene.








giovedì 8 novembre 2012

Matrimoni low cost

Voglio raccontare un episodio che mi è successo qualche giorno fa.
Questa storia non ha una fine, perché è ancora oggi priva di senso!

Era un sabato pomeriggio ed ero sull'autobus per tornare a casa.
Mi sono seduta come al solito sui quattro posti in fondo quando sono liberi: quelli messi due e due di fronte.
Assorta tra le pagine del libro, di colpo mi accorgo che i posti accanto e di fronte a me sono stati improvvisamente occupati. Accanto a me un uomo grasso vestito con un abito da cerimonia sembra lo sposo e di fronte a me una sposa con tanto di velo e coroncina e la sorella (erano identiche) vestita casual, in jeans e scarpe da ginnastica.
Parlavano e cercavano con i cellulari di mettersi in contatto con non so chi perché non avevano le chiavi.
Non erano di roma ma uno dei tre conosceva bene la città perché sapevano quale fosse per loro la fermata migliore per scendere.
Ora io mi chiedo cosa cavolo ci fanno questi tre individui sul mio autobus alle quattro del pomeriggio?
Si sono sposati e stanno raggiungendo gli amici per il rinfresco. Tutti hanno un auto quel giorno per muoversi a nessuno viene in mente di spostarsi in autobus. E anche se fosse a cosa servono le chiavi di casa?

Stanno andando a sposarsi. No, perché il vestito di lei è sporco ed hanno già le fedi al dito.

E' finito il ricevimento: no sono troppo ordinati e per nulla rilassati. Non sono ubriachi e non fanno un commento sulla festa o sugli invitati. E se anche fosse perché la sorella è in jeans e scarpe da ginnastica?

Mi sembra la favola del cavolo, dell'agnello e del lupo!

Cerco di fare la vaga e almeno finta di leggere ma non riesco. Cerco disperatamente di cogliere altre informazioni  che mi portino alla soluzione. ma è tutto inutile. Siamo arrivati alla loro fermata e questi fantastici individui senza senso scendono velocemente lasciandomi però un ultimo indizio: la sposa indossa un paio di ballerine Arancioni!!!


"Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo della prudenza. "(cit)

mercoledì 7 novembre 2012

Un dolore che coinvolge

Il mio ufficio ha le finestre in una corte interna con giardino. Uno degli inquilini di questo piccolo palazzo era un uomo poco simpatico.
Lo soprannominavo con la mia collega "il viscido" perché guardava sempre con uno sguardo imbarazzante come se ci provasse con tutte le donne giovani.
Oggi quest'uomo è morto lasciando una moglie e due figli appena ventenni.
Sapevo che era malato di un tumore al cervello ma solo da luglio e sono bastati 5 mesi per finire la sua esistenza. Lo avevo rivisto a settembre dopo la chiusura estiva ed era invecchiato di 100 anni. Sembrava il nonno di lui per quanto il dolore lo aveva evidentemente cambiato.

Ieri è morto il portiere della casa dove sono cresciuta. E' in un condominio dove da sempre Umberto è il portiere.
Un uomo che ha avuto un'esistenza infelice, non poteva avere figli e il lavoro non lo gratificava affatto  ma era un uomo buonissimo stimato da tutti che amava i bambini e gli animali. Da quando ero piccola di lui ho sempre un ricordo dolcissimo. aveva preso con se un cane lupo chiamata Lupa che aveva salvato dalla strada ferita e abbandonata. Un cane lupo buonissimo proprio come il padrone. Giravano per il condominio sempre insieme e Lupa era la gioia di tutti noi bambini.
Crescendo nulla è cambiato; Umberto e Lupa erano sempre insieme in guardiola; lui leggeva i fumetti Tex e Lupa vecchietta dormiva. Ricordo che la guardiola aveva un odore terribile di cane ma a nessuno veniva nemmeno in mente di protestare, Lupa era intoccabile per tutti!
Ora anche lui non c'è più. So che beveva tanto, evidentemente troppo e ieri ha lasciato la moglie.

E' tutto così veloce che non ci si rende conto della brutalità degli eventi.
Ora penso a queste due mogli, così diverse tra loro che stanno affrontando un dolore enorme che stravolge e cambia la vita.
Che cosa faranno? Come troveranno la forza di andare avanti e soprattutto quale sarà la loro motivazione futura? La prima almeno ha due figli, ma la moglie di Umberto per chi e per cosa si alzerà la mattina?

L'amore è la cosa più importante nella vita di un uomo ma è bene ricordarsi di tenere altri assi nella manica, perché questo potrebbe venire a mancare per qualsiasi motivo.
Io non credo che un hobby possa sostituire l'amore ma prendersi cura di se stessi coltivando le proprie passioni può essere l'unico modo per sopravvivere agli eventi.
L'amore, la famiglia , i figli ci possono essere tanti motivi per cui non arrivano e in tal caso è importante non perdersi.

Questa sera torna Rob dalla trasfera. Lo aspetterò sveglia semplicemente per addormentarci poi insieme. Bisogna stringersi negli affetti, chiunque siano,  per trovare la forza e non avere paura del futuro.
Il resto,  il resto non conta.

martedì 6 novembre 2012

Diario di un viaggio

Oggi ho finito il diario di viaggio di questa estate.
E' la prima volta che ne faccio uno e ne sono davvero orgogliosa.
L'idea mi è venuta questa estate quando io e Rob siamo andati in vacanza sulle Dolomiti.
E' stata un'esperienza meravigliosa e mi dispiaceva l'idea di perdere nella memoria momenti così felici della mia vita. Le foto non possono bastare a raccontare tutto, certe emozioni se non lasciate nero su bianco si perdono tra i ricordi.

Così ho pensato che nel classico album di fotografie oltre alle foto avrei potuto inserire un testo che ripercorreva le tappe della vacanza. Ogni giorno ha un piccolo testo iniziale con piccoli disegni che ho trovato su internet che rappresentano un episodio o imprevisto della giornata.
Mi piace il risultato e ogni volta che lo leggo mi emoziono.
Basta poco per dimenticare è vero, ma ancora meno per ricordare.

Ho comprato un album grande senza fogli plastificati, solo carta su cui incollare le foto.
Ho stampato le foto in un formato medio (mi piacciono  le foto grandi) e comprato una colla stick.
Appena tornata dal viaggio, con la mente ancora fresca di ricordi ho scritto per ogni giorno una piccola descrizione di quello che abbiamo fatto menzionando le cose più belle o buffe o brutte che ci sono capitate.
Il tutto commentato con qualche considerazione post vacanza e descrivendo la felicità di quei momenti.
Ora il diario è pronto e domani sera lo mostrerò a Rob che torna da una trasferta. Non vedo l'ora!

Forse non tutto è stato raccontato; è impossibile descrivere certe emozioni ma ho provato lo stesso a fermare quei momenti che ancora oggi mi fanno battere il cuore.
E' stata proprio questa vacanza che ci ha tolto ogni dubbio sulla convivenza e ci ha uniti ancora di più,
che ci ha fatto assaporare il gusto della partenza e anche quello del ritorno, quando una casa  aspetta due persone e che l'avventura non è finita con l'estate ma continua nella nostra città perché l'avventura è la nostra vita insieme.




lunedì 5 novembre 2012

Un processo alle intenzioni

Non si fa in tempo a rilassarsi con se stessi pensando che ormai ci si conosce alla perfezione che spunta un lato del carattere decisamente inaspettato.

Il mio compagno è una persona molto precisa e questo va detto a mia discolpa.
Il mio compagno ha ristrutturato completamente la casa dove attualmente viviamo, partecipando personalmente ai lavori con i muratori e questo anche va detto a mia discolpa.
Il mio compagno ha pagato personalmente  tutti i mobili che arredano la casa e pure questo va detto a mia discolpa.
Il mio compagno è pignolo e snob sull'arredamento e non utilizza mobili di Ikea ma solo marchi più costosi e anche questo va pur detto a mia discolpa.
Tutto questo, e il fatto che io al contrario non abbia mai ristrutturato case e pagato personalmente mobili costosi , ha portato alla nostra prima incomprensione.
A detta sua sono una distratta casinara maldestra.
Non potevo credere alle mie orecchie, io che ho sempre pensato di essere un'ossessiva dell'ordine e della precisione? A me che quando cucino non c'è mai una pentola o un cucchiaio fuori posto o sporco ?
No, non è possibile si sbaglia. Nessuno in famiglia mi definirebbe una casinara.
Ma forse solo perché loro sono più casinari e distratti di me? Oh Cielo!


Però ripensandoci gli errori che mi fa notare sono veri come è vero che più me lo dice più io li faccio ma perché la verità è che quello che mi dice un attimo dopo l'ho dimenticato.
Le accuse sono vere ma è l'intenzione che viene fraintesa perchè mai è premeditata!
Sbatto gli sportelli della cucina, del bagno e delle  macchine senza un minimo di cura: vero
Ho graffiato tutto  il piano da cucina perché delicato (ideato e costruito da un pazzo e comprato solo da un folle)  pur essendo mille volte avvisata di non passarci nulla perché si riga solo guardandolo. Vero
Non apro mai  le finestre quando faccio la doccia o cucino  anche se mi ha spiegato tante volte che se non lo faccio i muri si macchiano. Vero
Ho lasciato per ben due volte la luce del balcone accesa per tutta la notte. Vero
Quello che cucino va spesso a finire nel cesso. Vero

Ieri ho passato l'intera giornata a cucinare.
Ho preparato i cannelloni da mangiare in settimana. Ricetta semplice e che ho fatto più volte. L'aspetto è bello per il sapore bisogna aspettare di mangiarli ma sono fiduciosa.
Ho preparato con Rob il pranzo: straccetti alla rughetta e patate lesse. Gli straccetti li ha fatti lui e io ho pensato alle patate:  davvero difficile sbagliare.
Nel pomeriggio mi sono cimentata nella ricetta regina della giornata, il pezzo grosso, il piatto per la cena, la portata per cui vantarsi e prendersi l'applauso da lui: zuppa di ceci.
E' un piatto semplice, ci vuole solo un po 'di tempo e come dice Benedetta Parodi nel suo video: impossibile fallire! Se non ti chiami Paola la casinara!
Un disastro completo. La carne l'avevo sbollentata come la Parodi mi avevo detto ma ha continuato  a rilasciare grasso e a far diventare densa e opaca la minestra. Era nauseante nonostante avessi sostituito tutta l'acqua. Ho tentato di salvare la cena mettendo un peperoncino e la pasta, ma anche qui ho sbagliato la dose ed è venuta piccante con la pasta che ha asciugato completamente la zuppa. Risultato: 3 ore buttate, spreco di gas e due stomaci vuoti.

Ora mi sento davvero una casinara maldestra . E' vero che mi dimentico le raccomandazioni che mi fa ed è vero forse che non ho la cura che mette lui nel maneggiare mobili e oggetti ma non perché non gli do il giusto valore ma perché non ci sono abituata.
Sarà difficile togliere queste abitudini perché credo siamo quelle più radicate in me stessa. Sarebbe più facile lavorare sul proprio carattere se fossi in errore ma le abitudini sono davvero dure a morire come si dice.

Questa è la convivenza e in fondo questo mi aspettavo.
Uno specchio che dice solo la verità dove non c'è trucco né inganno, quello sei e quello si vede.
Bisogna lavorare duramente e seconda regola fondamentale della convivenza (la prima è stata già stabilita in uno dei primi post) : se non si riesce a togliere i propri  difetti almeno pareggiarli con altrettanti pregi.

Lista di cose da fare nei prossimi giorni: comprare gommini per gli sportelli, stendere in balcone la mattina e comprare un libro di ricette per bambini.Ora si che è difficile sbagliare!




mercoledì 31 ottobre 2012

Addio Rondine


Oggi è iniziato il vero autunno, tra pioggia e vento desidero solo tornarmene a casa.
Avrò quattro giorni di festa e sono contenta di passarli a casa con Rob senza nessun progetto.
Desidero una coperta, una tazza di te e guardare dalla finestra la pioggia che scende.
Mi sento felice nonostante sia difficile esserlo in queste giornate e mi rendo conto di quanto sono fortunata.

Ho trovato questa poesia che mi ha intenerito.
Forse è un po' banale ma è dolce e mi ha commosso in questa giornata fredda di autunno.
Mi fa pensare a Bubi.
Ciao Rondinella, a presto!



Rondinella , dove vai?
Oltre il monte ed oltre il mare.
Rondinella, tornerai?
Chi si parte vuol tornare.
Lasci qui la casetta?
Si, mi attende a primavera.
Addio, Bimba. Vado: ho fretta

(Hedda)

martedì 30 ottobre 2012

Uno stile di vita

Molti anni fa in televisione mandavano una bellissima pubblicità del Club Med .

Non so quanti anni avevo, erano sicuramente gli anni 90 e questo spot  mi colpì per il significato, la dolcezza , la bellezza della canzone e anche per la  faccia del modello che era notevole.
Parlava di un adulto che nel suo comportamento attira gli sguardi dei passanti che lo considerano pazzo e pericoloso. Solo un bambino lo guarda con tutt'altri occhi e la pubblicità finisce con la frase "E' lui fuori di testa?"

Ecco questa pubblicità resta ancora impressa nella mia mente e a volte devo ricordarmela con un po di fatica per non cadere nello stesso errore.
Più cresco, più mi sento come quei rigidi passanti della pubblicità.
Oggi per esempio un uomo fischiettava al bancone del bar mentre prendeva il suo caffè. Io sul momento mi sono irrigidita e l'ho guardato, devo ammetterlo, un po' seccata per il "rumore" che stava facendo. Ho pure pensato  che forse era un matto e quindi andava compatito.

E gli episodi potrebbero essere tanti, dal ragazzo che ti fa un complimento (che male c'è? fai un sorriso cazzo e ringrazialo! goditi il momento che sta andando via...), al bambino che dal vetro della macchina ti saluta e vorrebbe che tu lo ricambiassi.

Ecco forse se appartenessi al mondo dei bambini  mi sentirei giustificata a poter fare determinate cose ma ora, ora che sono grande e adulta (sembra vero...) certi comportamenti sono fuori luogo e non più adatti.
Poi ora che sono zia di una bambina di pochi mesi mi accorgo che tutto mi è concesso. Nessuno mi considera una stupida se faccio versi, canto,e  rido con  Bubi solo perché c'è lei di fronte a me.
Chissà se avrei il coraggio di salire su un altalena; avrei sicuramente paura di cosa penserebbe la gente quando invece è uno dei miei giochi preferiti.
Quante cose mi perdo e in quante mi limito solo perché non sarebbe "normale"


E chi l'ha detto che si può cantare e saltellare solo con i figli e con i nipoti .
Un giorno ero di buon umore. Non mi ricordo che cosa era successo ma mi sentivo felice e dovevo scaricare un po' di tensione. Ricordo perfettamente che ho sentito proprio la voglia di saltellare come facevo da bambina; cosa che non facevo da diversi anni e già mi sembrava strano averlo riportato alla mente.
Così entrai nel portone, guardai attentamente che non ci fosse nessuno e mi misi a saltellare fino all'ascensore. Sensazione divina , provatela!

Bisognerebbe proprio ricordarsela questa pubblicità perché è veramente un peccato quest'atteggiamento verso la vita.
Non mi metterò a fare le linguacce ai passanti e nemmeno entrare in una fontana tutta vestita ma sicuramente ricambierò un sorriso e suonerò col clacson alle manine che mi saluteranno!

Buona visione!

https://www.youtube.com/watch?v=UsY3XWTVpg0&noredirect=1



lunedì 29 ottobre 2012

Una mattina, al risveglio, ci si accorge che tutto è bianco

Io e Roberto ci siamo conosciuti meno di un anno fa.
O meglio ci siamo presentati meno di un anno fa.
E si perché in realtà noi ci "vediamo" da più di due anni.
Lavoriamo nella stessa via, un portone di fronte l'altro e ci siamo visti passare veramente tante volte e ogni volta ho pensato sempre la stessa cosa: caspita questo quanto è carino!
Dopo mille sguardi e qualche ciao di passaggio è stata  la barista del bar all'angolo dove entrambi prendiamo il caffè a presentarci. O per l'esattezza, a spifferargli che io un giorno scherzando avevo detto che era molto carino.
Caso "stranissimo" il giorno dopo si è presentato , chiesto il numero di cellulare e invitata per un aperitivo. Cuor di leone ho pensato ma non è importante, ora conta che ho il suo numero e un primo appuntamento.

Scegliamo la giornata più fredda dell'anno! Il 2 febbraio andiamo a prendere questo aperitivo, che diventa cena, che diventa dopo cena che diventa una promessa di rivederci il giorno dopo.
Mi accompagna sotto casa e mi bacia.. Forse avrei potuto anche aspettare un tantino di più, almeno  il week end, ma dopo due anni di sguardi ho pensato che avevo atteso abbastanza.
Così andai a dormire con un prezioso sms di buonanotte e uno stupido sorriso sulla faccia.

Il giorno dopo nevica, e Roma è nel caos totale. Come sono sfortunata mi dicevo pure la neve ci si mette!
E invece pure la neve è arrivata a rendere quel week end speciale e non solo perché lui nonostante il maltempo è venuto ma perché ci siamo innamorati in pochi minuti e da quel giorno praticamente non ci siamo persi mai più.

Ora vivo con lui. Forse qualcuno avrà pensato pure che è stata una scelta un po' azzardata e prematura ma a 34 c'è ben poco di prematuro secondo me ed è bene capire in fretta come stanno le cose per non dover un giorno guardarsi dietro con rammarico.

Oggi mi sento una persona felice e mi chiedo se  ho raggiunto questa serenità perché lui è entrato nella mia vita o perché io dopo due anni di psicoanalisi e di lavoro su me stessa  ho fatto entrare lui nella mia vita.
Domanda a cui non avrò mai una risposta certa ma in fondo chissenefrega di chi è stato il merito, d'ora in poi   dipende solo da noi.

Sono tanti i bei ricordi che ho con Rob, ma l'immagine bianca di Roma e noi due che camminiamo mano nella mano intimiditi e felici è il ricordo che ancora oggi sazia il mio stomaco e mi fa battere il cuore.


"Sconosciuto che passi! Tu non sai con che desiderio ti guardo.
Devi essere colui che cercavo o colei che cercavo (mi arriva come un sogno).
tutto ritorna, fluido, affettuoso, casto, maturo, mentre
passiamo veloci uno vicino all'altro.
Sei cresciuto con me, con me sei stato ragazzo o giovanetta.
Ho mangiato e dormito con te, il tuo corpo non è più
solo tuo né ha lasciato il mio corpo solo mio.
Mi dai il piacere  dei tuoi occhi, del tuo viso, della tua
carne, passando, in cambio prendi la mia barba, il mio petto, le mie mani.

Non devo parlarti, devo pensare a te quando siedo in disparte o mi sveglio di notte, tutto solo.
Devo aspettare, perché t'incontrerò di nuovo, non ho dubbi.
Devo vedere come non perderti più."  (W. Whitman)




























domenica 28 ottobre 2012

Da me a te

Sabato pomeriggio sono andata da Feltrinelli per donare il libro per l'associazione Banco Editoriale.
Ci tenevo molto a partecipare e non vedevo l'ora di andarci.
Ne avevo parlato qualche giorno fa di questa proposta: donare un libro che mi ha cambiato la vita a qualcuno che è stato meno fortunato di me.
Non solo mi entusiasmava l'idea di proporre un libro per me importante ma potevo anche lasciare una dedica, dare una motivazione in più per inziare a leggerlo.

Ho iniziato in questa settimana a pensare a quale libro avesse segnato profondamente  la mia vita e a quale dedica poter lasciare nella prima pagina.
Ce ne sono tanti di libri che mi hanno coinvolto emotivamente: dal Giovene Holden, a Schiavo d'amore. Bel Ami, Madame Bovary, Delitto e castigo e tanti altri.
Ma in effetti ce ne è uno in particolare che porto nella memoria con un po' di nostalgia, perchè vorrei rileggero per la prima volta, perchè l'immagine finale del traghetto ancora mi commuove e perchè non succede niente per tutto il libro ma caspita quanto è bello.
Regalerò L'Educazione Sentimentale di Gustave Flaubert, ora sono convinta.
Manuela ha deciso per  il rosso e il nero di Stendhal e Bubi ci accompagnerà
Cosi sabato come da programma ce ne andiamo tutte e tre in libreria, prendiamo i libri , li paghiamo e li consegnamo.
Bubi mi aiuta a tenere i libri e a fare le orecchiette su tutti gli angoli! Amore della zia già ama i libri!
Mia sorella scrive subito la dedica, incisa ma forte ed io impreparata non riuscivo a scrivere niente. Le ragazze dell'associazione poi erano tutte davanti a me e per quanto gentili mi mettevano in imbarazzo come se fossi a scuola!
Cosi consegnamo i libri uno con dedica e l'altro no. Esco e mi sono sentita sconfortata. Ci incamminiamo verso casa commentando la mia non dedica.
Potevo scrivere tante cose uffa ma non mi è venuto nulla al momento. Woody Allen lo nomina anche nel film Manatthan cavolo!
 Ecco come al solito mi viene tardi ma stavolta posso tornare indietro, posso rimediare perchè non è troppo tardi. Così torno indietro e alle ragazze chiedo di riprendere il libro dalla cesta e lascio scritto nero su bianco la mia dedica a quella donna ( ho scelto l'associazione delle donne che hanno subito violenza) che lo aprirà:

E' tra le 10 cose  per cui vale la pena di vivere per Woody Allen, spero lo diventerà anche per te.
Buona lettura
Paola

Esco felice, prendo in braccio Bubi e continuo passeggiare con Manu per la via ridendo e chiaccherando a cuor leggero. Sono piccoli gesti, sciocchezze direi ma è l'intenzione che fa la differenza e noi ci abbiamo messo il cuore.




giovedì 25 ottobre 2012

Lovely breakfast

La colazione è il mio pasto preferito.
E per colazione intendo il primo pasto che si fa la mattina appena svegli.
Dopo per me si chiamano spuntini, merende, pranzi e cene. Non so perché negli ambienti più chic spostano tutto di un pasto: la colazione diventa il pranzo, il pranzo diventa la cena e la cena sparisce. E ci credo pure visto che la maggior parte di queste snobbettine sono così terrorizzate di perdere il marito o fidanzato per una giovane russa che tendono all'anoressia. Lo so perché lavoro nel settore del lusso e posso affermare con certezza che tutte queste stupidine hanno veramente il terrore del cibo. E non sanno che più si è magre più si sembra vecchie e la  russa quindi sempre più giovane....

Io per fortuna con il cibo ho un ottimo rapporto quindi per me i pasti sono tre e la colazione è senza dubbio il mio preferito!
Quando vivevo con i miei la facevo in cucina con mio padre e Linolì.
Era un momento molto bello e mi dava il buonumore per il resto della giornata.
La tavola era apparecchiata con una tazza di tè , i toast caldi con la marmellata, una spremuta di pompelmo rosa, La Repubblica aperta sulla pagina dell'Amaca di Michele Serra (la mia preferita) e Linolì (uno dei miei due gatti) sdraiato sopra il giornale.
Si parlava, si scherzava e ci si dava l'energia giusta per iniziare la giornata.
La domenica invece facevo colazione con mia sorella e quando si riusciva si preparavano anche i pancakes!

Ora le cose sono un po' cambiate. Sia io che mia sorella siamo andate a vivere in altre case, e nonostante sia del tutto consapevole della naturalezza di questa scelta provo ancora un po' di nostalgia e dolore all'idea di aver lasciato mio padre solo nell'ora della colazione.
Ci piaceva davvero tanto... lui nel prepararmela, io nel riceverla.
Ancora oggi ci penso e ogni volta mi manca; anche il giornale non è poi così interessante quando lo si legge in piedi o sull'autobus. Senza la coda di Linolì che copre le righe dell'articolo , perdo tutto l'interesse.

Ora l'ora di colazione la faccio con Rob.
Ci alziamo e ci prepariamo lui l'orzo e io il te .
Contro ogni mia previsione dopo un mese di convivenza ancora ci alziamo e mangiamo insieme!
Lo devo proprio dire, questa convivenza procede alla grande: zero discussioni, zero litigate solo baci e risate.
E allora mi viene in mente che forse siamo troppo tranquilli. E se poi ci stufiamo perché troppo prevedibili ?
Gesù, è il pensiero più stupido e insicuro che abbia mai sentito, ma quando le cose ti vanno nel verso giusto aspetti solo che cambino strada.

Qualunque siano i miei imprevisti e probabilità resta il fatto che la colazione è il momento che preferisco. Che ci sia mio padre, il mio compagno, mia sorella con Bubi (ormai!) è il momento più intimo della giornata da passare con la propria famiglia per darsi il buongiorno. Ci sarà tutto il resto della giornata per incontrare persone spiacevoli e maleducate.

Ci sono stati giorni che mi sono svegliata con la voglia di non alzarmi affatto, di dormire il più possibile per non pensare.
Fortunatamente sono ricordi lontani ed è bene avere la mattina la pancia piena e la giusta energia per tenerli sempre lontani, lontani il più possibile.






mercoledì 24 ottobre 2012

Io e la Psicoanalisi

Posso dire che sono  cresciuta con il mito della psicoanalisi.
Tra mio padre e mia sorella, mia zia Linuccia e mia cugina Eva , la psicoanalisi è sempre stata considerata il passepartout della vita.
Libri con le tipiche copertine beige  occupavano gli scaffali della nostra libreria e i comodini delle stanze da letto e non a caso credo mia sorella si sia laureata proprio in questa disciplina.

Io non ho mai letto un libro di psicologia, né tanto meno mi sono informata su questa materia  ma è come se le nozioni più importanti fossero rimaste nell'aria tra il corridoio e il salotto, tra la cucina e la camera da letto e inevitabilmente fossero state assorbite da tutti gli inquilini.
Così sono cresciuta: senza fede se non nel Dott. Freud.

Nel Giugno 2010 decisi che era arrivato anche per me il momento di sedermi su quel celebre lettino.
Era evidente un mio disagio e non potevo più addurre scuse per non andarci: tempo, soldi, impegni.
Era il momento e lo sapevo.
Così chiamai un consultorio e presi un appuntamento, per il sabato seguente.

Ed io quel sabato ci andai, alle 9 in punto ero li seduta sulla sedia in sala d'attesa, decisa come un leone, intimorita come una lepre.
Mi sudavano le mani e mi chiedevo che cavolo gli racconto io a questa. Come le spiego il mio malessere e se poi istintivamente mento, lei se ne accorgerà?
- Signorina, prego può entrare.-
Con le mani sudate e una maschera in volto entro fiera a testa alta e mi siedo di fronte a lei.
Nella stanza una scrivania e due sedie da entrambi i lati; del lettino nemmeno l'ombra, per quello devi sborsare il centone altrimenti ti attacchi.
Inizio a parlare e sono passati quasi tre anni senza smettere di parlare.
Adoro la mia ora di analisi; è mia, solo mia e dico tutto quello che ho bisogno di dire.
Ho pianto, ho riso ho sbuffato; mi sono arrabbiata, mi sono avvilita mi sono disillusa su quella sedia.
I risultati a distanza di anni li ho visti e sentiti sulla mia pelle ma non si toccano sul momento, sono impercettibili e sembrano sempre non arrivare mai.
Ma io non andavo li in attesa di un risultato andavo li per capire e spiegare a me stessa, con la mia voce, quello che non andava e il perché.

Se penso alle mie sedute passate mi viene una gran tenerezza nel vedermi in quella seggiola. Mi verrebbe voglia di farmi una carezza e di dirmi che stavo facendo la cosa giusta ma in quel momento ero davvero sperduta. Un mal di pancia e una tristezza celata erano le uniche sensazioni che accompagnavano le mie giornate ma evidentemente c'era anche la voglia di fare chiarezza e aiutarmi.

Sono fiera del mio percorso e consiglierei a chiunque di affrontare la psicoanalisi.
Non è necessario avere grandi traumi o evidenti problemi per chiedere l'aiuto di uno psicologo.
E' semplicemente un percorso in noi stessi per apprendere l'arte di vivere con se stessi e non di sopravvivere come fa la maggior parte della gente.

Ora credo che sono arrivata quasi alla fine di questo percorso. Me ne accorgo dal fatto che ho molto poco da dire a differenza di prima. Dopo tanto parlare e dopo chili di carta consegnata con i miei sogni scritti nero su bianco posso dire che sono arrivata al termine di questo percorso. E non so se mi dispiace più per il cambiamento che a breve arriverà o perché nella "guarigione" si è perso un po di me.
Quella cartellina piena dei miei sogni, delle mie paure e dei miei desideri  verrà archiviata, dimenticata e non servirà più a nessuno, nemmeno a me.



"Tutti coloro che desiderano essere più nobili di quanto la loro costituzione non permetta soccombono alle nevrosi;  sarebbero stati più sani se fosse stato loro possibile essere peggiori." Sigmund Freud


martedì 23 ottobre 2012

Un libro che cambia la vita



Certe iniziative sono così coinvolgenti e ben fatte che davvero ti entusiasmano alla sola idea di poter essere utile con un piccolo contributo.

Ho letto di recente della I edizione del Banco Editoriale, una iniziativa delle Acli di Roma e del Gruppo Feltrinelli.
Per sei giorni, dal 19 al 21 ottobre e dal 26 al 28 ottobre presso le librerie Feltrinelli di Roma si può acquistare " un libro che ci ha cambiato la vita" per poi regalarlo ad un bambino , un giovane, una donna che vivono una situazione difficile o una disabilità attraverso delle istituzioni che lavorano sul disagio sociale.

I libri così raccolti saranno consegnati al Carcere minorile di Casal del Marmo, alla scuola media Giovanni e Francesca Falcone,  frequentata da bambini dei quartieri di frontiera di Ponte nona, Lunghezza e Colle Prenestino (VIII Municipio),  all'Associazione Andrea Tudisco , che offre alloggio e assistenza ai bambini affetti  da grave patologie  e all'Associazione D.i.R.e. - donne in rete contro la violenza - che riunisce 60 centri antiviolenza non istituzionali, gestiti da associazioni di donne.

I volontari delle Acli saranno presenti nei punti vendita dalle 10 alle 20 dei giorni indicati per raccogliere i libri acquistati dai donatori aderenti.

Dunque si sceglie il libro che ci ha cambiato la vita, quello più significativo , si acquista , e si dona magari con una piccola dedica.
Ed è proprio questa ultima cosa che mi emoziona incredibilmente.
Cosa mai posso scrivere a quella persona che ha sofferto tanto per convincerla a leggere questo libro?
Quale motivazione posso dare ad una persona che ha avuto così poco dalla vita per incuriosirla e avvicinarla ad un libro?

E quale mai sarà il libro che mi ha cambiato la vita e che potrebbe allo stesso modo dare a loro un po' di serenità?
E' difficile rispondere. Sono tanti questi libri per me.
Ho tempo però fino a questo week end per pensarci. Poi sabato pomeriggio andrò con mia sorella e Bubi a scegliere il libro. Anche Bubi potrà donare il suo libro, nello scaffale bimbi da 0 a 9 mesi, tra tutti quelli di stoffa colorata, specchietti e campanelli; ci sarà sicuramente qualche giovane mamma felice di poterlo  mostrare al suo bambino.

Voglio proprio partecipare a questa iniziativa  e non perché un libro costa poco ed è alla portata di tutti ma perché ci credo profondamente e perché davvero i libri ci posso cambiare la vita.











lunedì 22 ottobre 2012

carote, muffin e felicità!

E' finito il week end dei buoni propositi, non tutto è stato fatto ma sono pienamente soddisfatta.
Sono stati due giorni incantevoli al sapore genuino della semplicità.
La mattina di Sabato mi sveglio presto con Rob e dopo una veloce colazione si va al mercato.
Ero emozionata come una bambina all'idea di fare la spesa con lui; camminavamo mano nella mano tra i banchi del mercato. Ho trovato anche la zucca per il centrotavola autunnale.




Dopo la spesa Roberto ha un appuntamento di lavoro così io da sola vado al supermercato impaziente di comprare gli ingredienti per fare quei benedetti dolci che mi sono imposta. Altra lista separata per il supermercato: latte, burro, lievito, carote mandorle, mirtilli etc etc prendo tutto con un sorriso da idiota stampato sulla faccia fino a quando ci pensa il cassiere a interrompere questo stato di grazia con un bel conto di 105 euro da pagare, che botta!

Sistemo la spesa e mi organizzo per andare a pranzo da mia sorella, doveri di zia mi chiamano!
Mia nipote è qualcosa di speciale, è una sensazione nuova la felicità che provo quando so che sto andando da lei. Divento impaziente come se ogni minuto fosse prezioso. Ho bisogno della mia piccola Bubi, ho bisogno che lei mi sorrida e che mi dia in quel modo così unico il suo affetto. Lei inizia a riconoscermi e me lo fa capire ogni volta ridendo e muovendo le mani e i piedi e io...io impazzisco per quel sorriso senza denti.
Rimango li per quasi tutto il pomeriggio tra una chiacchera e un te si fa buio e torno a casa.

Prima di andare a cena però preparo i muffin ai mirtilli.
Preparo, inforno, pulisco e provo una sensazione di serenità nel fare questi gesti. Metto la teglia nel forno, e aspetto che si gonfino i muffin.
La casa odora di buono, di burro, di famiglia. Che meraviglia!





A cena poi siamo andati a casa di un collega di Roberto. La cena era l'occasione per festeggiare con qualche giorno di anticipo il compleanno della compagna. In breve mi sono ritrovata seduta al tavolo con dei perfetti sconosciuti amici di una che avrò visto al massimo 3 volte. Non solo la cena era buona ma la compagnia ancora meglio! Eravamo tutte coppie perché i due mondi (quello dei single e quello delle coppie) difficilmente interagiscono , hanno ognuno terrore (e invidia ) dell'altro. Io mi sentivo ancora un'intrusa, certe abitudini sono proprio dure a morire....

Si saluta, si bacia si ringrazia e si torna a casa. Tra un commento e una critica si ridacchia prima di andare a dormire e in un attimo è domenica.
Apro gli occhi con un solo pensiero: la torta di carote per i miei cugini!
Diamine se la signora del blog l'ha fatta in un pomeriggio di pioggia per combattere la noia, sarà una torta fattibile. Mi metto subito al lavoro e i risultati non tardano ad arrivare. La torta è venuta e l'aspetto è presentabilissimo!
Come primo tentativo direi che può andare, sono felice.
La mia famiglia, i miei cugini e le mie zie hanno gradito e fatto in molti il bis.





Solo la piccola Bubi non l'ha potuta mangiare ma io in segreto le ho già promesso che non appena avrà messo i primi dentini gliene farò una tutta per lei.
La giornata quindi è proseguita così, tra un tè, la torta di carote e tante chiacchere in famiglia che trovo siano sempre speciali.

E' sera ed è tempo che torni da Rob. Un bacio dopo l'altro è il momento di spegnere la luce e di bisbigliarci un po' di amore.
E' stato un bellissimo fine settimana, sono felice.





venerdì 19 ottobre 2012

Aldilà del vetro

Ieri ho avuto la certezza di far ormai parte del (fortunato) mondo delle coppie, sempre se ne esiste uno, ma credo di si.

Sono andata a cena dai miei. C'era mia sorella con il compagno e la piccola Bubi, mamma, papà e io sola. Lascio sempre molto libero il mio compagno da questi incontri che per me sono importantissimi, ma a meno che non ci sia una ricorrenza speciale non mi importa se lui viene con me. Non pretendo che lui abbia lo stesso piacere che provo io a stare con la mia famiglia così quando io ci vado, perché non ci rinuncio, lui per me può fare quello che preferisce: venire con me, stare con la sua famiglia o uscire con i suoi amici.

Così alle 19 esco dall'ufficio e vado in autobus nella mia vecchia casa.
Buffo scendere alla fermata come facevo appena due anni fa....strana sensazione al sapore amaro di nostalgia.
Essendo senza macchina, ho chiesto però al mio compagno di venirmi a prendere quando poteva (alla fine aveva scelto la classica birra tra uomini)

Potrei scrivere pagine intere sulle tecniche del "farsi venire a prendere", mia madre ne è la regina.
Basta questo per far intendere quanto io invece non ami (proprio grazie ai conflitti mamma/figlia) chiedere di farmi venire a prendere. O meglio proprio perché non lo chiedevo mai, nessuno dei miei ex ragazzi mi veniva mai a prendere ergo ci rimanevo male, molto male, ma non lo dicevo.
L'unico uomo che mi è venuto a prendere in capo al mondo e sempre in anticipo è mio padre, un uomo meraviglioso; ma questa è un'altra storia che si merita un post a parte.

Roberto è diverso dagli altri ragazzi che ho avuto; sarà che siamo più grandi, sarà che è una persona molto disponibile, sarà che non chiedo in fondo cose tanto impossibili , sarà forse che ora viviamo insieme (?!) ma non mi dice mai di no. Questo suo essere così dolce e disponibile mi scioglie veramente il cuore perché non ci sono veramente abituata. E' buffo come cose scontate per tante persone possono fare la differenza per altre.

Siamo a cena, si chiacchera e si scherza insieme, tra Bubi che ha sonno e i gatti che vogliono rubacchiare qualche avanzo di carne.Ogni volta che vado a cena dai miei genitori, loro mi fanno trovare qualcosa di buono da portarmi via: una volta è il pesce fresco preso al mercato, una volta un dolce e ieri la buonissima lasagna di mamma (la mia preferita) da cuocere solo in forno. Che buona l'adoro!

Verso le 23.30 Roberto è sotto casa, devo scendere mi è venuto a prendere! Lo dico, lo penso e lo scrivo sempre con un certo orgoglio, non voglio mai abituarmi a certe piccole attenzioni, sono troppo belle!

Così mi infilo l'impermeabile, impugno la mia lasagnetta già nella teglia di Cuki e felice lo raggiungo.
In macchina ci baciamo velocemente e inziamo subito a scherzare sulle nostre rispettive serate.

Poi guardo fuori e mi vedo riflessa sul vetro.
Vedo una persona felice, non più sola, con una lasagna che fa tanto casa e famiglia sulle gambe e non posso smettere di sorridere.
Ho passato tanto tempo da sola, quanti ritorni da cene con gli amici mi sono fatta in macchina da sola senza mai poter commentare e sorridere di certe situazioni. Quante volte mi sono arrangiata con tuttocittà , in parcheggi e manovre improbabili perché accanto a me un uomo non c'era che poteva farli al posto mio.
E ora sono qui accanto ad un uomo splendido che mi ama e mi viene a prendere per riportarmi a casa, nella nostra casa.
E' stato così semplice?
Si pena per anni e poi in un battere di ciglia le cose si mettono a posto da sole?
Io non ce l'ho la risposta, ma al momento le cose per me sembrano essere andate proprio così.
Allora mi godo questo momento, aspettando le difficoltà che arriveranno sicuramente in un futuro, spero lontano (questo lo posso dire) con le armi che ho in questo momento: amore, consapevolezza di quello che ho e di quello che mi è mancato, sensibilità e buon senso.

Ora sono una donna che ha un compagno e questa idea mi piace ma mi fa ancora un certo effetto .
Sono stata per anni una ragazza single e tutto quello che sono ora me lo sono conquistato prima .
Non devo quindi dimenticare l'arte di essere soli, perché di questo si tratta, e apprezzare invece del presente ogni momento di amore perché è unico , perché ti rende felice e perché l'ho tanto cercato.
prendersi per mano e progettare un futuro insieme; esiste qualcosa di più meraviglioso?

Certo però così è facile non avere paura....


giovedì 18 ottobre 2012

Un libro deve essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi. F. Kafka

Oggi vorrei parlare di libri.

E' da quando sono bambina che mio padre mi ripete che leggere è importante; ti rende forte perché ti forma e ti insegna a ragionare, a pensare con la propria testa, ad essere libera di avere dei tuoi principi.
Io non l'ho mai ascoltato più di tanto, o meglio ci provavo ma proprio non mi interessava. anche quando ero molto piccola io non ho, a differenza di mia sorella, dei ricordi di letture di favole. Non ricordo nemmeno che i miei genitori o mia zia Linuccia mi leggessero favole prima di andare a dormire.

Crescendo le cose non sono molto cambiate. Al liceo non ero certo la prima della classe. La mia passione era la danza classica e tutto il mio tempo e i miei sogni venivano dedicati a questa bellissima disciplina.
Ho dato tanto alla danza classica e lei allo stesso modo ha dato molto a me: belle amicizie, passione, gusto estetico, portamento, disciplina e tante lezioni di vita che non impari da nessun altra parte se non nello sport.
Non vedevo l'ora che finisse la scuola per correre tutti i giorni a prendere la mia amica Maura e volare a lezione di danza. Calze, body, gonnellino e scarpette e poi via si iniziava dai pliè tra la stufa a gas accesa e l'odore della pece. Ah che brividi ho tuttora...che meraviglia anche solo il ricordo.
La scuola veniva dopo, molto dopo e i miei voti erano appena sufficienti se non mediocri.

Ora ho 34 anni e la danza non è più così presente nella mia vita se non con i ricordi. E a  farmi compagnia è  proprio  la lettura.
Adoro leggere e portare con me un libro vuol dire isolarmi nel mio mondo non appena mi capita l'occasione: sull'autobus, in un pomeriggio di pioggia o prima di andare a dormire . Mi piace l'idea che sul comodino mi aspetta un buon libro da leggere e non ne rimango mai senza.
A 16 anni non riuscivo a leggere più di 2 pagine che mi lacrimavano gli occhi dagli sbadigli, ora invece non aspetto altro che aprire quelle due pagine e proseguire nel racconto.
E i personaggi...i personaggi entrano nella mia vita e non ne escono più. Pip, Frederic Moreau, Philip Carey, Georges Duroy, Emma Bovary ,il giovane Holden, Zeno Cosini e tanti altri hanno tutti contribuito alla mia personalità e al mio carattere. Aveva proprio ragione mio padre.....

Leggo solo classici perché a scuola non li ho mai letti a differenza dei miei compagni di classe e  ne sono contenta. Se avessi letto questi libri al liceo come assegnano i professori non avrei capito nulla di quelle pagine. Non avrei apprezzato nulla della scrittura e della psicologia di quei personaggi e mi sarebbe rimasto poco se non niente.
Oggi apprendo e assorbo come una spugna e mi gusto quel piacere dato da una mia mancanza del passato e nelle circostanze della vita cerco il menfreghismo di Holden, la passione di Emma , l'egoismo di Georges e il coraggio di Pip, anche se spesso non con molto successo... perchè in fondo  mi sento anche un po' Zeno Cosini!