giovedì 31 gennaio 2013

Flatulenza ordinaria

Imbarazzante affrontare certi argomenti, pure qui che non ci metto la faccia ma solo un nome!
Ma ho promesso di scrivere tutto sulla convivenza senza mentire e senza omettere le parti più sgradevoli.
E la convivenza ,diciamocelo, non è solo baci , anniversari e mazzi di fiori; è la dura realtà nel susseguirsi dei giorni, la famosa e noiosa quotidianità nel totale e sbagliatomaumano relax di ognuno di noi nella relazione anche dopo inizi scintillanti.

Era ieri, quando giocando e ridendo sul divano ho scureggiato.
E' stata veloce e inodore ma leggermente rumorosa.
Sarà stato lo sforzo nel ridere o i nervi rilassati sta di fatto che l'ho fatta proprio davanti a lui.
E il bello è che stavamo già ridendo per altro e quindi è stato solo un prolungamento della risata da parte di entrambi!
Ora, che lui sorrida e non dica altro ci sta, visto che ogni giorno mi tiene aggiornata con i suoi movimenti intestinali rallegrandomi con ripetuti suoni per tutto il tempo che passiamo insieme.
Ma io? Io non dovrei diventare rossa e vergognarmi  di esistere?
Al contrario non me ne è fregato un cazzo e ho continuato tranquillamente a scherzare e a ridere.
Anzi ho riso ancora di più.

Come è possibile che non ho provato imbarazzo?
E' questo quello che comporta la convivenza? Essere talmente rilassati da poter fare qualsiasi cosa come se fossimo soli?
Arriverò a tagliarmi le unghie o a farmi la ceretta davanti a lui?
Lo conoscerò così bene che gli vorrò bene come un fratello? e a quel punto il sesso?

Sto esagerando credo, o almeno lo spero.
Non si può arrivare a queste domande da una piccola e insignificante scureggia.
Spero sia capitato a molte e che accadrà a tante altre perché davvero la mia indifferenza in quel momento mi ha allarmato.
Cavolo , questa convivenza va davvero bene se mi sento così tanto a mio agio !
forse funziona pure troppo bene...

Sono sicura che come in tutte le cose , anche nelle relazioni bisogna usare il cervello.
So bene che il tempo deteriora tutto, anche i nostri rapporti e bisogna metterci amore, passione, pazienza e giudizio nell'interagire con gli altri.
Ma è normale però che piano piano anche la cosa più nuova e desiderata ad un certo punto diventa nostra e ce ne abituiamo. E allora a quel punto che si fa?
Io non ce l'ho una risposta adesso e non ho statistiche alla mano.
A volte ci si ama tutta la vita, altre si resiste tutta una vita (no grazie) e altre ci si lascia. Pensare a quale di queste toccherà a me fa un po' rabbrividire ma al momento non resta che sperare nella prima.

Tutto sommato comunque quello che accaduto ieri sera non ha danneggiato nulla. Al contrario dopo abbiamo fatto l'amore e ora che ci penso anche stamattina dopo la sveglia, prima della colazione.
In effetti era tanto tempo che non accadeva di mattina, si ha troppo sonno alle 7 per fare esercizio fisico quindi tutto sommato ha pure funzionato!

Allora capisco che il segreto sta nello spogliarci di tutte le nostre rigidità, e sentirci lo stesso belle.




mercoledì 30 gennaio 2013

Ondanomala

E' ufficiale, Chiara aspetta un maschietto per giugno.
Si pensava fino a poco tempo fa fosse una femmina, almeno così le infermiere avevano detto e invece dopo tutti gli esami che si fanno nel quarto mese è uscito fuori che è un maschietto.
Ci ha preso tutti alla sprovvista, non eravamo preparati a questo repentino cambio di programma. Addirittura era stato scelto già il nome , Emma, e nessuno immaginava che qualcuno potesse toppare così palesemente.
La notizia ci ha reso tutti allegri, l'importante è che sia sano il resto conta poco bisogna solo cambiare colore ogni volta che penseremo a lui.
E' partito anche il totonome e in finale sembrano essere arrivati Simone e Ettore.
Non vado pazza per nessuno dei due ma sono pazza di lui a prescindere dal nome che avrà sulla carta di identità e non vedo l'ora di conoscerlo..

D'improvviso vengo risucchiata nel mondo dei bambini.
Dopo quello dei fidanzamenti e quello dei matrimoni vengo sbattuta di forza in questo vortice di pannolini, pappe e fiocchi rosa e celesti.
Con le altre "mode" mi sono sempre sentita forte e indifferente ma questa è delicata e potente e temo di poterci rimanere profondamente ferita.
Non mi è mai importato molto dei matrimoni, penso siano solo un contratto economico.
Sono stata invitata a parecchie cerimonie e oltre a trovarle noiose mi sono sembrate tutte identiche.
Per come la penso io se sei felice sono contenta per te ma non puoi obbligare un centinaio di persone a sorriderti, ad ammirarti, ad applaudirti e festeggiarti perché tu sei contenta.
Mi sembra un discorso un po' da megalomane; sei innamorata e contenta? Buon per te ma anche sticazzi!
Se poi mettiamo il costo del vestito (perché a quel punto se sono la più brutta me rode parecchio) con scarpe e borsetta, il regalo da fare e il week end bruciato il matrimonio diventa un vero incubo.
A mio avviso mi piacerebbe sposarmi intorno ai 65 anni, quando ho condiviso, lottato e protetto una vita intera insieme al mio compagno.
Solo allora, quando avrò dei figli grandi, quando avrò superato crisi e controcrisi con il mio compagno e avuto cura della mia famiglia potrò alzare i calici e brindare , meritando gli applausi di tutti i miei amici.

Anche per i fidanzamenti mi sono fatta il pelo sullo stomaco. Dopo una relazione durata 8 anni con corna e abbandono , sono rimasta single per molti anni. Non è una passeggiata e impari una bella lezione.
Io ne sono uscita vincitrice; ho imparato ad apprezzare i momenti di solitudine, ho imparato a riflettere e a lavorare sui miei limiti. Ho imparato a non invidiare gli altri e a farmene una ragione se non ho potuto avere la serenità di tante altre ragazze e ho capito che se non ci si accetta e si lavora su se stessi è inutile sperare che qualcuno lo faccia al posto nostro. Sembra banale ed elementare questo pensiero ma per me non lo è.

Quindi per ora sono uscita indenne, schivando  tutte le "tappe" che la nostra stupida società impone, ma questa onda anomala che sta per arrivare mi spaventa e non poco.
Questo perché l'argomento non mi resta affatto indifferente , e se un tempo, avere un figlio sembrava cosa certa e scontata oggi non lo è più. Ci sono così tanti "se" e "ma" nella vita che non so più cosa è certo.
Improvvisamente da mia sorella, Chiara, la mia collega, le amiche di amiche, dai blogs, da facebook, dal telefono, dai giornali arriva la maternità! E scopro che è qualcosa di fantastico, una felicità sublime, un appagamento completo e totale. E non posso fare altro che sperare che presto possa accadere anche a me.

E dopo aver pensato ( e non detto) queste parole il mio pensiero va a me qualche tempo fa, se ancora fossi single. E onestamente per quanto brutto sembri, questo bombardamento di neonati non lo vivrei serenamente come ora. Perché mi sentirei sola, perché mi mancherebbero le basi per sognare certi tipi di progetti e perché essere in due vuol dire diventare forse tre e quattro mentre essere uno vuol dire uno.

Ricordo perfettamente le reazioni di due mie cugine (sorelle) quando la madre ebbe l'ictus. Eva, che è felicemente madre di due figli ebbe un comportamento molto più razionale e controllato , l'altra, Valeria, fidanzata ma con un rapporto non molto stabile, si è sentita persa. Tenendo presente ovviamente il carattere e la sensibilità di entrambe era evidente un totale sconforto in Valeria e questo credo perché perdendo la madre perdeva molto. E' un bisogno naturale cerare una nuova famiglia proprio per colmare il vuoto che la nostra famiglia di origine lascerà in noi prima o poi; questo non vuol dire ovviamente soffrire di meno ma forse avere una ragione per continuare.

Come diceva Oscar Wilde, l'unico modo per resistere ad una tentazione è cedervi. Forse dimenticherò la prescrizione della pillola uno di questi mesi, nel frattempo sarò una zia perfetta.




martedì 29 gennaio 2013

La domenica in corsa

Domenica sono andata a correre con la mia amica Elena.
E' tanto tempo che non pratico uno sport e non mi sento più tanto in forma.
Finché si ha vent'anni, il fisico regge qualsiasi  stile di vita  senza nessuna grave conseguenza, ma ora qualcosa è cambiato e occorre essere più disciplinati.
Andare in palestra è una tiritera che conosco perfettamente. Ci sono stati molti tentativi nella mia vita e tutti con esito negativo.
E ogni volta era la stessa musica: abbonamento costoso, abbigliamento nuovo, borsa nuova, saponi, samphoo e creme tutti doppi (a casa e in borsa) perché non si sa come ma in palestra si sente il bisogno di incremarsi e profumare ogni volta che ci si fa la doccia. A casa tra il freddo e la fretta lo farò al massimo una volta alla settimana ma nello spogliatoio , non si sa perché sale una frenetica e maniacale cura del corpo se non una gara alle creme più buone.

Comunque dopo il notevole budget investito per lo sport, si pensa che poi uno ci vada e investa anche tempo e fatica per raggiungere l'obiettivo: natiche sode e pancia piatta.
La mia costanza dura  tra le  2, massimo 3 settimane dopo di che abbandono ogni buon proposito e la sacca della palestra  va a finire nell'angolo più nascosto della casa e lontano dalla mia vista. Il senso di colpa rimane ma ogni scusa è buona per giustificare la propria pigrizia.

L'unica soluzione sensata per non regalare altro denaro alle palestre , è la mia amica Elena che da quando si è messa con il mio amico Paolo corre e va in bici tutti i week end.
Mi metto subito d'accordo con lei e organizziamo per domenica mattina alle 11 .
Infilo una tuta, delle scarpe da ginnastica e citofono ad Elena.
Mi sento un po' ridicola ed Elena me lo conferma quando vedendomi inizia a ridere.
Vestita così sono veramente poco credibile!

Ci incamminiamo verso il parco. Entrambe siamo cresciute in questa zona e ogni angolo è un ricordo da raccontare o una persona da incontrare. Entriamo nel parco e iniziamo la nostra corsetta.
Fatico un po e mi manca il fiato, non ci sono proprio abituata ma Elena è una vera amica e invece di sbuffare o andare avanti rallenta per me. Io provo a correre ma dopo poco per me è faticoso e inizio una marcia veloce tanto da tenermi al passo con lei che corre.

Durante  "l' allenamento" chiaccheriamo di tante cose.
Mi piace la compagnia di Elena, mi sento sempre a mio agio con lei. E' una bella sensazione sentirsi liberi di essere se stessi senza minimamente preoccuparsi di essere giudicati. Non tutti gli amici ti danno questa sensazione, sono quelli di infanzia, i più intimi con cui hai diviso mille avventure che riescono a farti sentire così, semplicemente bene senza aver fatto nulla.

La giornata è perfetta, dopo tanta pioggia finalmente spunta il sole a gennaio. Tra il verde del parco, le grida dei bambini, lo scodinzolare dei cani mi sento proprio felice. Mi accorgo che nella mia vita non manca nulla e vorrei tanto che il tempo si fermasse in questi istanti, ho tutto l'amore che una persona può chiedere.
Restiamo a correre un'oretta, incontrando qualche amico o ex compagno di classe .
Questo quartiere  è un po' come  la mia casa, ci sono cresciuta e nonostante abbia cambiato zona intorno ai vent'anni resta qui un'aria familiare.


Oggi le mie gambe sembrano di legno, a fatica le piego. Ho un dolore all'inguine e sul sedere notevole ma soffro con soddisfazione. Per una volta mi sono presa cura del mio corpo e schiacciato un pisolino meritato, dopo tanti senza aver fatto nulla!
Se Elena non si nega al telefono ci vado pure la prossima domenica, magari a Villa Ada.
La scusa è quella di tenersi in forma e se questo si può fare in piacevole compagnia tutto diventa molto più piacevole. Devo imparare a gestire il fiato però per  evitare che Elena parli da sola mentre arranco per il sentiero altrimenti le domeniche sportive temo finiranno presto!













giovedì 24 gennaio 2013

Casualmente il caso

Prima di conoscere Rob, ho avuto naturalmente altre storie d'amore.
Alcune importanti e lunghe altre corte e inutili altre brevi ma intense.
Qualche anno fa ho conosciuto qui a lavoro un ragazzo. era un amico del mio capo e nonostante avesse la mia età era già un imprenditore di successo.
Io all'epoca ero stata lasciata da un ragazzo che mi piaceva molto. La storia non era molto importante ma le mie aspettative sicuramente si.Non ero quindi in cerca di una nuova relazione e questo collega ha dovuto faticare molto per catturare la mia intenzione. Ma era un tipo molto determinato e dopo qualche mese riuscì nell'intento perfettamente.
Fu allora che invece di dedicarsi a questa relazione , tra una bugia e un inganno iniziò ad essere molto sfuggente. Io non capii il perché di questa fuga ed è per questo che mi fece ancora più male di altre storie passate.

Oggi a distanza di 3 anni lo sento ancora. Lui vive a Milano e se non in ufficio in presenza del mio capo, mai più ci siamo visti . Solo il telefono ci permette di conversare e lui mi chiama spesso.
Ancora oggi, che convive con una ragazza, mi chiedo che cosa voglia da me. So che mi vuole bene e il cercarmi spesso è la prova che tiene a questo rapporto. Ma non è amicizia da parte sua, anche se non me l'ha mai confidato è qualcosa di diverso. Io però ho smesso di volerlo scoprire, ho già perso 2 anni per lui e credo siano sufficienti.

Gli anni in cui l'ho aspettato sono stati molto importanti e delicati nella mia vita. Poco prima di conoscere lui avevo iniziato la mia analisi e non è stato un caso secondo me che per i due successivi anni non ho voluto guardare nessun altro uomo.
Lui e la nostra relazione assurda e impossibile erano la scusa per non avere altri tipi di rapporti più reali. Avevo bisogno di stare sola, questa era la verità , la mia analisi funzionava e andava alla grande ma in quel momento non lo capivo e davo la colpa della mia solitudine a questo rapporto difficile.
L'anno scorso fu un anno decisivo. Misteriosamente non ebbi più paura della solitudine, al contrario erano istanti preziosi della giornata. Andai a vivere da sola e conobbi un altro ragazzo. Non andò bene nemmeno con lui ma la cosa non mi importava. Ciò che contava è che avevo superato brillantemente il mio passato e che mi sentivo sicura e forte della mia persona. Poco dopo conobbi Rob e da li fu tutto una meraviglia.

Oggi questo ragazzo è venuto qui in ufficio da me. E mentre salutava il mio capo, mi guardava con molto affetto. Lo sento sempre per telefono ma non lo vedevo da più di un anno e mezzo.
Mi ha fatto effetto vederlo era tanto che non ci pensavo più.
Ero li nel mio ufficio a cercare  dentro di me l'esistenza di quei vecchi sentimenti. Possibile che nel mio cuore tutto è così in ordine? Possibile che viene tutto archiviato alle scadenze?
E anche dopo che se era andato , continuavo testarda a cercare qualche prova di quel rapporto.

Poi citofona Rob che mi riporta le chiavi del motorino.
Mi avvicino alla porta a vetri e lo vedo sorridere.
In pochi secondi, nel tempo di avvicinarmi alla porta passano davanti ai miei occhi il primo nostro bacio, i muffin che gli preparo la domenica, la litigata per le lenticchie e capisco che se non fossero andate così le cose ora non avrei lui davanti.
Due anni fa se avessi potuto non avrei fatto andare le cose in questo modo ma ora mi sta bene e forse voglio credere che un senso il Caso ce l'ha.

"Ciao Amore, grazie per le chiavi. Ci vediamo a casa stasera. ti amo"



giovedì 17 gennaio 2013

Guerra di lenticchie

E' ormai assodato che io e i legumi non andiamo affatto d'accordo.
Non c'è sintonia, non c'è simpatia non c'è collaborazione!
Ogni volta che decido di preparare qualcosa con loro è un flop totale, e sistematicamente la minestra finisce nel water.
Ieri era la volta delle lenticchie.
Era la prima volta che le preparavo perché per diversi motivi finiva sempre che le preparava Rob.
Arrivo tardi a casa, verso le 21 perché l'autobus non passava, stanca, infreddolita e affamata.
Prendo le lenticchie che avevo messo diligentemente a mollo la mattina e le scolo.
Prendo come da tutte le ricette che avevo letto in giornata, la cipolla, il sedano e le carote (comprate al mercato sotto il diluvio sempre per essere precisa) e metto tutto in un litro di acqua (che scoprirò essere almeno 4 perché il dosatore aveva le scritte scolorite )
Metto tutto sul fuoco e intanto faccio bollire la salsiccia nell'acqua in modo da togliere il grasso.
L'unico dubbio doveva essere se fare un soffritto a parte con l'aglio e il peperoncino e il pomodoro e dopo aggiungere le lenticchie con un po' di acqua di cottura o se invece versare il soffritto con il pomodoro direttamente nella pentola delle lenticchie.
Dubbio subito tolto perché avendoci messo 5 litri di acqua era ovvio che le lenticchie non avrebbero mai potuto asciugare tutto quel liquido, quindi la scelta è andata sul versare le lenticchie cotte nel pomodoro. In tutto questo Rob è isterico, è stanco e affamato, in effetti sono quasi le 22 ormai.
Discutiamo perché quando è nervoso diventa maleducato mentre queste maledette lenticchie restano crude.
Apro parentesi che mia madre usa delle lenticchie formidabili evidentemente perché le cuoce in 20 minuti senza nemmeno prima metterle a mollo per tante ore.
Mi distraggo con il mio cellulare, facebook e le email e brucio il soffritto con il peperoncino e l'aglio, oh no porca miseria!
Rob è sempre più nervoso ed è pesantissimo.
Litighiamo.
Voglio andare a letto e lasciarlo solo in cucina ma ste lenticchie so dureeeeee.
Alle 22.40 mi arrendo annuncio che le lenticchie sono ancora crude e che per stasera non si potranno mangiare e  Rob si riscalda un sugo preparato precedentemente per una pasta veloce.
Ci arrabbiamo ancora un po' e decido di andarmene a letto a digiuno senza di lui se solo ste cazzo di lenticchie terminassero la cottura. Mi arrendo, alle 23 spengo il fornello e se sono commestibili finisco di cuocerle il giorno dopo altrimenti andranno nel cesso a tenere compagnia ai ceci puzzolenti e ai fagioli bruciati.
Che serata di merda, e non è ancora finita! stasera il verdetto con loro: chissà cosa mangerò, se le lenticchie crude o un'alternativa veloce del frigo?

Il resto della serata è andato anche bene, perché venendo a letto (e con la pancia piena...lui...) si è calmato e ha chiesto scusa.
In un modo un po' troppo blando, ma sono pur sempre delle scuse.
Ci siamo abbracciati (anche perché avevo i piedi gelati) e addormentati.

Litigi permettendo, mi piace molto il momento di andare a dormire. La luce soffusa della lampada sul comodino, un piumone caldo , tanti cuscini morbidi su cui appoggiarsi, e tutta la nostra intimità. Si chiacchera , ci si confronta e ci si bacia con tutto l'amore.
Da martedì poi è ancora più bello accendere la luce sul comodino, perché i genitori di Rob ci hanno regalato questo cuore che noi abbiamo subito appeso vicino a noi.
Parla di amore e di bambini e dicono che hanno subito pensato a noi perché sperano che presto li faremo diventare nonni.
Non mi ha fatto piacere solo perché evidentemente tutti desideriamo una famiglia ma anche perché è chiaro che io gli piaccio e che sono felici di vedere il loro figlio felice accanto a me.

Voglio una famiglia e questo progetto mi scalda il cuore. Arriverà presto lo sento e quel cuore vicino al mio cuscino tifa per me.



mercoledì 16 gennaio 2013

Giungla di asfalto

Oggi è iniziata la settimana di mal tempo. Piove , fa molto freddo e c'è un'umidità pazzesca.
Non posso prendere il mio motorino con questo tempo, mi tocca nuovamente l'autobus e forse lo penso con un po di sollievo.
Forse quello che sto per dire  per la maggior parte delle persone non ha molto senso perché credo che solo chi vive a Roma possa realmente comprendermi.
Dopo mille problematiche tra assicurazione, euro 1 o euro 2, tra il cavalletto e la giacca pesante finalmente a gennaio è tutti in ordine per poterlo guidare.
Decido il tragitto più semplice, infilo il casco e i guanti, spingo il pulsante di accensione e via, destinazione Campo de Fiori!
Dopo circa due settimane posso ufficialmente dichiarare che la gente  non sta molto bene e che scambia la strada come mezzo di vendetta e di proclamazione della propria autostima!.
Dopo essere uscita dal cancello di casa è un susseguirsi di clacson, fari, sorpassi a destra (come se il motorino lo avessero gli altri), sgasate in faccia e parolacce. Tutto questo non solo dagli automobilisti (il mondo delle due ruote in fondo non è mai andato a genio a chi guida le automobili) ma anche dagli altri scooter, uomini e pure donne!
Ci sono delle regole che sto imparando velocemente altrimenti sei uno sfigato (come me)
Mai fare la fila. I motorini devo sempre essere davanti e non importa quanti ne arrivano al semaforo, a costo di superare direttamente l'incrocio devi sempre stare in pole position.
Mai partire rilassato. Già all'arancione si scaldano i motori e si deve partire di scatto sgasando e distaccando come un razzo la macchina dietro di te.
Mai guardare nessuno. Il motociclista non guarda in giro o gli altri motorini fermi al semaforo come lui. No! Il motociclista è serio, incazzato e al massimo "imbruttisce".
Mai mettere frecce. Sei uno sfigato.
Mai rispettare velocità e strisce pedonali. Devi correre , correre a costo di investire tutti i pedoni e fare strike!

Sono bonus che aumentano il rispetto sulla strada: il cellulare incastrato all'orecchio, Il casco alla moda (il mio ovviamente è anonimamente sfigato) e  tacchi e bomberino per le donne: quelle sono cattivissime, le peggiori!

Ecco, io ogni giorno entro in questa giungla di matti repressi sperando che non finisca primo o poi a pistolettate.
Roma è il Far West e tutti per strada indossano la loro stella da sceriffo. In realtà sono dei veri banditi incoscienti e al posto dello stemma della giustizia dovrebbero indossare il cartello WANTED $$$$

In ultimo e non per importanza, hanno già provato a rubarmi il motorino qui a lavoro. E' bastato non legarlo di giorno in una via del centro che mi sono ritrovata con la forcella piegata e la ruota storta.

Io non ho problemi seri, ho la macchina, il motorino, autobus vicini e tutto sommato sono abbastanza capace di entrare e uscire da questo manicomio indenne ma il mio pensiero va a quelle povere persone che tanto indipendenti non sono. Penso alle mamme con le carrozzine, agli anziani e ai portatori di handicap che devono ogni giorno affrontare un calvario per uscire di casa.

Mi vergogno tanto per questa città e per tutta questa arroganza. Mi chiedo come c'è diventata la gente in questo modo e l'unica parola che mi viene in mente è infelicità.
Io fortunatamente non ne faccio parte ma mi chiedo quanto sia merito e quanto sia fortuna.


venerdì 11 gennaio 2013

Lo specchio dentro di me

Sono ingrassata.
Tra la pillola e un po più di fame ho preso una taglia intera rispetto a due anni fa.
Ormai sono una 42
Ad esser sincera mi piaceva la 40 a volte sono andata anche nella casella 38 ma solo nei periodi più difficili che però fortunatamente duravano poco. Ora sono nella casella 42 e non mi schiodo di lì.
E' vero che la felicità mette appetito e ti permette di gustare e assimilare il cibo nel modo corretto. Quindi la taglia in più è un prezzo che pago volentieri, nonostante io venga dal mondo della danza e i chili in eccesso sono sempre stati un problema. Non personalmente ma purtroppo in certi ambienti ti inculcano fin da bambino certi stupidi complessi. Purtroppo anche io ne sono stata influenzata e nonostante abbia fortunatamente una corporatura esile resta una certa formazione mentale sull'estetica della donna. Quindi non nascondo che l'aspetto fisico e la linea per me contano.
Ma da qualche tempo il mio modo di pensare sta cambiando. Ho vissuto per un anno in una casa che non aveva specchi interi. Solo 2 entrambi corti a metà busto. Per vestirmi era un problema dovevo prendere la sedia e salirci sopra, ma sempre mezza mi vedevo perché a quel punto mancava mezzo  busto e la testa!
Così le opportunità di vedermi per intero sono quasi scomparse senza che me ne accorgessi.
Nello stesso periodo ho conosciuto Roberto  e il mio umore, per ovvi motivi è schizzato alle stelle. Il risultato è stato che nonostante non mi vedessi mi sentivo bella. Certo quelle poche volte che mi specchiavo trovavo che i pantaloni mi stavano più stretti e i fianchi più pronunciati. Anche i maglioni erano meno larghi e purtroppo troppo corti per coprire i nuovi fianchi!
Allora ho pensato quanto è importante uno specchio e l'immagine riflessa? Più di quello che sento dentro?
Possibile che conta più quello che dice uno specchio di quello che provo io?
Forse anche gli altri vedono nella mia immagine quello che provo dentro e se mi sento bella questo traspare e questo comunico.
Ancora di più ne sono convinta se penso che quelle volte al mese in cui  il mio umore svalvola, mi sento brutta e indesiderabile ma tutto passa nei giorni dopo quando gli ormoni si ristabilizzano.

Non mi metterò quindi a dieta e nemmeno mi priverò di una buona carbonara perché la chiave per sentirsi belle è stare bene con se stessi. Si può diminuire la taglia, ma non si inganna il corpo. Io ho provato e il risultato è stato sì, un pantalone attillato ma con un bel groppo in gola e un peso fisso sullo stomaco.
Al contrario ho trasformato il piacere del cibo in un hobby meraviglioso: cucinare.
Ora amo giocare tra i fornelli, impastare la farina, friggere e arrostire; mi diverte , mi allontana i cattivi pensieri, mi rilassa ed è un modo personale di prendermi cura delle persone che amo. Portare in tavola una polenta fumante o una pasta cotta a puntino è un modo di amare.

"Cucinare è come amare: o ci si abbandona completamente o si rinuncia" (H. Van Horne)








mercoledì 9 gennaio 2013

E' passato quasi un mese dal mio ultimo post e mi dispiace molto.
Il mese di Dicembre è andato via portando  con se tante emozioni.
E' un mese veloce che passa quasi volando, ci si agita, si corre si lavora tanto per poi ritrovarsi in un baleno a Gennaio con quella calma e quel silenzio quasi surreale. Gennaio è un mese lento e pesante, silenzioso e rallentato. Inizia questo sonno profondo che verrà interrotto dalla primavera, vispa e dispettosa che ci coglierà come al solito completamente impreparati.
Tante cose sono successe in questo ultimo mese: l'organizzazione delle feste, gli straordinari in ufficio, la partenza del mio benedetto motorino, il primo natale di Bubi , la richiestadi un aumento in busta paga e un capodanno romantico in due.

Ora siamo nel 2013 e un anno nuovo è davanti a me
La mia amica Chiara aspetta un maschietto per giugno e la mia amica Elena mi ha confidato che sta provando ad avere un bambino. Mia sorella è in piena estati per la sua maternità come lo è Michela , la mia collega e le mie amiche-mamme  postano su facebook a più non posso foto dei loro figli.
Oggi ho saputo che anche un'altra persona è in attesa del suo secondo bambino ed io non posso che sperare che presto accada anche a me. Ho sempre desiderato avere una famiglia e ora circondata da tutti questi bambini non riesco a smettere di immaginare come sarebbe il mio e come lo chiamerei.

Quando si è infelici si desidera solo una cosa ma ora , ora mi sento piena di sogni da realizzare.
Non pretendo che si avverino tutte ma permettetemi di non frenare la mia immaginazione.
Terrò questa gioia nel cuore e custodirò segretamente  i miei più segreti desideri augurandomi che si avverino il prima possibile.
Nell'attesa che prendano forma, buon anno a tutte.