venerdì 29 marzo 2013

Pasqua a primavera

E' quasi pasqua ed è anche primavera, se questo freddo  finalmente si arrende.

Iniziano solo tre giorni di festa, non è molto ma è pur sempre vacanza.
E tutto inizia con un leggero anticipo, perché stasera esco alle 17.30 dall'ufficio, per gentile concessione del mio capo ed ho ben 2 ore in più da utilizzare.

Non parto per questi giorni, mi dedico al mio compagno e alla mia famiglia.
Stasera per cominciare si andrà al cinema perché Rob ha dei biglietti omaggio.
Domani mi dedicherò alle cose che più amo: la mia famiglia, la mia più cara amica Chiara con il suo bel pancione con Pietro dentro e i fornelli.
Domenica verranno a casa dei miei i miei cugini e le mie zie.
Ho scelto io il menu e con mia madre prepareremo il pranzo. Faremo la  lasagna di  mamma che ha sempre un enorme successo, e del pollo al tegame tipo cacciatora con le patate al forno. L'agnello non lo compro mai a Pasqua,  questa mattanza  proprio non la concepisco e non ne voglio far parte.
Pasquetta credo andrò in campagna dai genitori di Rob, sempre se il tempo lo consente, mi godrò i fiori, il camino e Andy, il Setter di Rob, il cane più buono del mondo.

Improvvisamente sento che la mia vita è delineata o forse allineata come vuole la società. Un lavoro in ufficio, un fidanzato, il parentame e delle vacanze da "cucinare". Non so se è un bene sentirsi "convenzionati" in questo modo ma in questo momento è tutto quello di cui ho bisogno. Mi sento parte di qualcosa e per la prima volta nella mia vita ho degli obbiettivi e dei progetti ben chiari.

Mi sento felice in questo momento, sarà l'aria di festa, i telefoni dell'ufficio che smettono di suonare improvvisamente o per l'idea che mi aspettano giorni interi da condividere con Rob e le persone che amo.
Faccio i miei auguri a tutti i blogs che seguo sperando che questi tre giorni che stanno arrivando siano "rosei " come le uova che realmente o solo intenzionalmente dipingeremo.









martedì 26 marzo 2013

Nessuno scudo per certe frecce

Una persona sensibile supportando e incoraggiando il prossimo ottiene esattamente il trattamento opposto dallo stesso prossimo.
Ho sempre avuto la sensazione di questa teoria, ora mi rendo conto che è realtà.
E non succede solo in casi sporadici, succede sempre, tutte quelle volte in cui si cerca di incoraggiare qualcuno.

E' successo ieri, è successo oggi, è successo sempre.  
Ogni volta mi sono dimostrata forte e sicura per gli altri. Ogni volta che ho detto "dai se ci tieni fallo!" "ma se è importante per te cosa importa cosa dicono gli altri", " se ti rende felice ti sei già risposta", " anche se è umiliante ci devi sbattere la testa tu, tutti sono bravi a dirti cosa sarebbe giusto fare, ma devi essere convinta tu" , "alla peggio ti rialzi!"
Ecco, tutti questi consigli che ho dato, in realtà credo che li avrei voluti sentirmeli dire. Avrei voluto che queste persone nel tempo mi avessero sostenuto nelle scelte, nei desideri, nelle paure.
A volte hai solo bisogno che qualcuno ti dia il suo consenso per fare qualcosa, che ti dia il permesso di sbagliare, di cascare, di sprecare, di umiliarti, di buttarti anche se sai già che stai per fare qualcosa di oggettivamente sbagliato.
Non è insicurezza credo , è più la voglia di non sentirti sola nel bene e nel male e che nonostante tutto il mondo non finisce per una tua tentazione.

Quanto mi sarebbe piaciuto umiliarmi con un uomo con il benestare di un'amica, essere al verde con il benestare dei genitori, osare con il supporto di una sorella. e invece no. Più ho voluto sostenere gli altri , più mi sono ritrovata tutti in cattedra nei miei confronti.
Mi sono autobollata come Paola la leggera, quella che se desidera fare qualcosa non ha nessuna remora.
E non importa che non compro un abito o un paio di scarpe da circa 2 anni per essere completamente indipendente,  No! ormai cosi ti vedono e cosi sei.

Ieri mi hanno offerto un cellulare nuovo (imballato mai usato) ad un prezzo scontato perché la persona che lo ha acquistato sta prendendo il modello successivo appena uscito.
Non mi hanno mai interessato i cellulari , ma il mio modello è il primo che è uscito e quindi ormai alcune applicazioni mi funzionano male o peggio ancora, non me le fa scaricare.
Il prezzo è buono ma la cifra resta oggettivamente alta. 
Un cellulare nuovo mi servirebbe ma quello che ho in fondo funziona ancora. Mi piace molto questo modello , lo uso per tante cose ma forse mi servirebbero di più delle ballerine e qualche jeans.
Ed eccolo lì, il desiderio contro la responsabilità, i dubbi  e le tentazioni. 
Chiamo i miei per farmi consigliare anche se in realtà avrei voglia solo di un sostegno, di un bel : "ci tieni? "- "Si "- "e allora compratelo!" come io avrei detto a loro; e invece ecco che mi caricano di altri dubbi. Bhè certo se ci tieni....se davvero ti è così utile....bhè sono molti soldi ti serve davvero?
Quanto cazzo può servire un telefono? e quanto davvero uno ci può tenere ad un telefono????
La sera ne parlo con Roberto, e anche lui...bhè la cifra è buona ma è sempre un telefono...se ci tieni...vedi tu...

Me ne sono andata a letto un po' demoralizzata, non tanto perchè ho scelto di non prenderlo ma soprattutto perché il sostegno che cerco non lo capisce nessuno e sempre nessuno me lo da.
Inoltre stamattina ho avuto una discussione con Rob per un altro episodio.
E' un fatto di qualche mese fa, inutile da raccontare ora, ma che mi ha segnato profondamente. Si tratta in breve di un cagnolino che è stato dato ad un signore e vorrei rivederlo  per vedere se sta bene e se lo trattano bene.
Questo desiderio è forte, lo sogno anche la notte e mi fa star male. 
Ma  Rob non capisce che dovrebbe affrontare l'argomento con dolcezza e sostenermi se andandolo a trovare mi farebbe stare meglio. Lui mi critica duramente,come se fosse facile razionalizzare i propri sentimenti . 
Forse è vero che è inutile andare a trovare questo cane, forse è vero che ci soffrirei ancora di più vedendolo ma se ne ho bisogno, se voglio tentare di trovare sollievo da qulcosa che mi turba perché non provarci?
Capisco anche che probabilmente è un comportamento protettivo nei miei confronti, un modo  per evitarmi di rimanerci male in caso il cane mi riconoscesse, ma perché non spiegarmelo con dolcezza e tatto piuttosto che attaccarmi e criticarmi così duramente?
Eppure tante volte ho assecondato e rincuorato lui o altri, tante volte ho sostenuto scelte che non approvavo fino in fondo solo perché sapevo che lui in quel momento aveva bisogno di me e del mio sostegno.

E' tutto così elementare eppure così tanto difficile da far capire. Mi sento un po sola in questo momento.
Forse potrò ricomprarmi un cellulare in qualsiasi altro momento, e forse troverò il modo di rivedere quel cane che tanto mi manca, ma quella delusione per certe risposte, non  so se riuscirò a trovare mai  una pietra da metterci sopra...


venerdì 22 marzo 2013

Ben arrivata Primavera!

... E lui tornò!
La cena è stata un insuccesso (per lui!) totale .
Un buco nell'acqua completo.

Quel cretino del padrone di casa, come sospettavo, ha cazzeggiato tutta la sera senza mettere Rob nelle condizioni di dare questo benedetto CV a questa. Ho sempre sospettato che era un coglione, ora ne ho la prova.
Ha pure chiesto di me lo stronzetto appena Rob è entrato.
"Paola sta bene, ti saluta, stasera era impeganta" risponde il mio fidanzato!
Si, col c........ che ero impegnata!

A cena erano in 7, il cretino con la ragazza, Rob, Lei, un'amica e due ragazzi.
Io nel frattempo sono tornata a casa, mi sono fatta una doccia e riempito la lavatrice.
Mi sono preparata un tè, perché per me sola non cucino mai, e mi sono infilata dentro il letto a guardare Santoro e Travaglio.
Ho guardato spesso l'orologio, lo ammetto ma ho letto anche qualche pagina del mio libro e poi verso mezzanotte ho spento la luce e dormito tranquillamente.
No mi è dispiaciuto stare a casa da sola, era come fossi tornata single per una notte e mi gustavo tutti i miei piccoli piaceri: te, tv e libri.

Verso mezzanotte e mezza arriva Rob e lo sento entrare.
Chiedo della cena e gioco a fare un po' l'offesa. Ed è li che ho capito di aver puntato bene.
Era felice di esser tornato ed io l'ho avvertito. Mi ha abbracciato confessandomi che gli ero mancata, che non era riuscito a parlare di lavoro a tavola e che tutte le ragazze erano bruttissime.
Ora non so se questa ultima affermazione fosse vera, ma da come è stato stretto a me tutta la notte credo ci sia un fondo di verità. Inoltre me le ricordo le tipe a quella cena e certo non spiccavano per il loro fascino...

Oggi credo che il padrone di casa richiamerà la tipa per avvisarla del cv in arrivo, o almeno è così che ha detto a Rob per telefono. Lo spero proprio. So che Rob ci tiene a questa opportunità e ieri l'ho visto un po' deluso.

Intanto la primavera è arrivata a Roma.
Io come da prassi inizio a disprezzarmi.
Sono ingrassata, ho la cellulite e non sono pronta per la prova costume.
Non so perché ogni anno va così, poi mi abituo o mi arrendo (lo devo ancora capire) e in spiaggia ci vado ugualmente.
Forse è solo una questione di abitudine, di educare l'occhio...che orrore!
Potrei iniziare una dieta. Ne ho vista una su un blog che seguo di una ragazza molto graziosa , o trovarne altre. Non so ci devo pensare.
Ma mi devo dare una mossa, in tutti i sensi.

Buoni propositi prima dell'estate:

Dieta: Perdere 3 kg
Sport: rassodare sedere mollo come un budino
Abbigliamento: Zara e H&M salvate il mio guardaroba con 2 lire!
Social: USCIRE DAL PIUMONE e rivedere le kie amiche che ormai mi hanno dato per dispersa: aperitivi, aperitivi, aperitivi!
Benessere: comprare olio di argan
Tempo libero: Fare l'amore almeno 2 volte al giorno!

E mentre penso ai miei progetti guardo dalla finestra e trovo un ultima traccia dell'inverno ormai finito.
Questa tenace fogliolina mi sorprende, ma come è già ora, le chiedo?
Schhhhhh è primavera..... mi bisbiglia.




giovedì 21 marzo 2013

Faites vo jeux

Era il primo week end di Marzo quando sono andata con Rob ad una cena di compleanno.
Il festeggiato è un amico di Rob di vecchia data che compieva gli anni. Eravamo presenti io, Rob, il festeggiato, la ragazza di turno del festeggiato e una serie di ragazzi e ragazze amici del festeggiato.
Come da tradizione, i maschi della tavola erano quasi tutti accompagnati e le ragazze quasi tutte SINGLE!

Io conosco perfettamente le dinamiche di queste cene ai ristoranti, non me ne sono fatte poche nel mio passato da single. Sono cene noiose a meno che non punti un uomo.
E più si va avanti con le età e meno conta se l'uomo scelto sia fidanzato o non.
Non mi soffermo a descrivere l'aggressività degli indumenti femminili. Inutile dire che pur essendo inverno, l'unica ad avere un maglione di lana ero ovviamente io e la ragazza del festeggiato.
Orecchini di 3 kg, bracciali swaroskati di tutti i tipi e dimensioni, top, minigonne, tacchi minimo 10  e spalline in bella vista. Avevo sottovalutato la cena con i miei jeans e cappotto, dovevo tenere gli occhi ben aperti!
Ed è andata proprio così.
Nonostante avessi bevuto parecchio con la coda dell'occhio, mi rendevo conto che Rob era la mira di più donne al tavolo. Lui non se ne è accorto perché è un uomo felicemente innamorato, ma io con la coda dell'occhio seguivo i movimenti di queste pantere. Non ero preoccupata , forse infastidita ma anche fiera di avere un uomo così tutto per me!

Racconto questo episodio perché successivamente parlando con il festeggiato, una di queste pantere è la figlia del proprietario di una società molto importante. Un posto ambito soprattutto per chi fa il lavoro di Rob.
Questo per dirvi che stasera, l'allora festeggiato ha organizzato una cenetta a casa sua con Rob , altri amici e  questa con lo scopo di farle arrivare il CV di Rob.

Ovviamente io non sono stata invitata.

Questa "Scopocena" , .....scopo come obbiettivo ,ovviamente.... non l'ho proposta io ma non ho voluto oppormi.
La crisi c'è e la sente anche Rob nel suo posto di lavoro attuale. La società di questa qui è importante e io non me la sento di impedire di tentare. Anche solo per non sentirmi dire un giorno che glielo ho impedito.
E non è detto nemmeno che per dare un CV uno si debba prostituire fisicamente o peggio ancora emotivamente. Lei poi non ci lavora nemmeno li.
Già mi immagino il parere di molte mie amiche:
ma che sei scema?
Che fessa che sei, io col cavolo che ce lo mandavo?
Tonta che sei!
Mi immagino in un secondo io mollata da Rob, per una vita lussuosa e lussuriosa con questa tipa cattiva e perfida. Io disperata che mi riscaldo al fuoco di un cerino... oddio che paura!

Non so esattamente a che ora inizierà la "Scopocena" o meglio ancora quando finirà.
Lui è felice della mia gelosia e io felice del suo amore per me. Sono sicura dei suoi sentimenti e della sua fedeltà (finora), è di questa che non mi fido affatto. Da quello che mi ricordo, nonostante il metallo e i tacchi che indossava era un bel cesso, quindi questo mi rassicura un pochino. Di intelligenza non brillava certamente e nemmeno di buone maniere.
Certo l'alcool ci sarà a tavola e quello si che potrebbe essere un problema.
Ma io mi rifiuto di vivere come un gendarme e non esiste che viva nel terrore che qualcuno si ruba il mio ragazzo. Quindi che vada a sta cena e basta

Chissà come mi sentirò stasera sola a casa, chissà se riuscirò a leggere serenamente quel libro che tanto mi appassiona. Forse accenderò un po' di tele ma vi assicuro che non lo aspetterò sveglia o peggio ancora in piedi magari in vestaglia con le occhiaie.
Certo le immaginarie parole delle mie amiche mi rimbomberanno nella testa. Mi sentirò improvvisamente insicura e dubbiosa delle mie scelte fatte.
Ma io difficilmente ho condiviso il comportamento delle mie amiche. Ciò che era giusto per loro, raramente è sembrato giusto anche a me. E non vedo il motivo ora di cambiare il mio comportamento.
Forse avranno ragione loro e da questa cena uscirà qualcosa di brutto, ma è bene pagare le conseguenze di un comportamento scelto e voluto piuttosto che di uno seguito e imitato.

E' come una puntata al gioco ,rischio molto, il cuore batte, mi sento agitata ma viva...



martedì 19 marzo 2013

The End

E alla fine è andata proprio così.
Sabato mattina è stato il  mio ultimo appuntamento di analisi.
Una terapia che è durata quasi tre anni e che ha cambiato profondamente me e il mio modo di vedere il mondo.

La cosa sorprendente è stata la tempestività di entrambe, me e la mia analista.
Una volta mia sorella mi disse che gli inconsci comunicano, credo che sia vero.

Arrivo alle 9 come ogni sabato da tre anni a questa parte, mi siedo sulla seggiola in corridoio in attesa che lei mi apra la porta.
Entro, ci diamo la mano e mi chiede come sto. Bene grazie, rispondo io e lei? Tutto bene, grazie.
Questa è la frase di apertura di ogni nostra seduta, un sorriso , ci sediamo e iniziamo a parlare della settimana appena passata.
Ma questa volta non mi invita ad accomodarmi sulla sedia di fronte a lei e alla sua scrivania, mi dice di accomodarmi di qua, sulle poltroncine con un piccolo tavolino da tè nel mezzo.
In un attimo capisco tutto e rimango senza parole. Possibile che abbiamo deciso di salutarci lo stesso giorno? Poteva deciderlo la seduta precedente o quella successiva , invece no, oggi proprio quando ero pronta a farlo anche io. Incredibile, resto senza parole e glielo dico.

Mi siedo su quella poltrona curiosa di assistere alla fine di una terapia.
Più volte mi sono chiesta in questi anni quando e come sarebbe stato questo momento, quali conclusioni si possono tirare e quali giudizi (se) si possono dare.
Il tempo per parlare è davvero volato e in un attimo si sono fatte le 10, il  momento di andare via da sola, salutarla.
Le ho dato soltanto la mano , un sorriso e sono andata subito via.
Non volevo salutarla così, quella freddezza ha stupito anche me. Avrei osato un abbraccio e un grazie ma il mio carattere mi ha impedito di lasciarmi andare del tutto, troppo presa a gestire l'agitazione interna di quel momento. Sarebbe bastato un minimo contatto a commuovermi e in quel momento non mi andava di piangere.

Esco.
Di colpo sul portone inizio a piangere forte e ininterrottamente.
Un pianto violento, una sensazione indescrivibile , un miscuglio di tristezza e soddisfazione, felicità e malinconia, paura per il futuro e nostalgia del passato. Di colpo mi passano davanti agli occhi questi ultimi 3 anni, quando ogni mattina mi presentavo da lei piena di fiducia e di coraggio. Quanti pianti e quante disillusioni su quella sedia davanti a lei, ma non mi sono mai arresa, ci ho creduto fino in fondo e ce l'ho fatta.

Ieri ho mandato una mail alla mia analista, per spiegare il mio comportamento e salutarla nel modo in cui avrei voluto farlo.
La saluto anche da qui con tutto l'affetto e gratitudine per avermi accompagnato e guidato in questo percorso.
E' stata un'avventura incredibile , che rifarei da capo.
Oggi mi sento una persona diversa, più forte perché sono padrona delle mie emozioni.

Dottoressa, lei è spesso nei miei pensieri, in quei momenti difficili , quando serenamente oggi, cerco il miglior compromesso tra me e il resto del mondo.

Grazie

venerdì 15 marzo 2013

Strane relazioni

Domani ho la solita seduta di analisi.
Ormai ci vado una volta al mese, sempre il sabato e sempre alle 9 di mattina.
Ma per la prima volta sento con fatica questo appuntamento perché non credo di aver molto più da dire.
Ho iniziato a giugno 2010 con una seduta a settimana e ora che sono passati quasi tre anni sento che sta finendo.
Non mi spaventa affatto l'idea di proseguire da sola mi dispiace solo.
Non so esattamente cosa mi rattrista ma provo un forte dispiacere sia nel comunicarlo alla mia analista sia all'idea di interrompere le sedute. Credo che è pur sempre un rapporto quello che si è instaurato con questa donna e come tutte le relazioni, quando finiscono, provocano dolore.
Sono arrivata ad un punto che non ho più bisogno di lei per proseguire. Scioccamente però mi sento una traditrice, come se mi facessi viva solo nel momento del bisogno o peggio ancora che sono una di quelle donnette che è felice solo se ha un uomo vicino.
Ma in fondo lo so anche io che se oggi ho un uomo accanto  è proprio perché ho imparato a stare sola e a godere della mia compagnia. Se ho affianco un uomo così diverso da tutti quelli del passato è solo grazie alla conoscenza più profonda di me stessa e al superamento di certe rigidità e pessime abitudini.

Domani mi siederò li  di fronte a lei e non so se riuscirò ad essere tanto sincera da porre fine alle sedute.
Per vigliaccheria mi ripeto che ormai ci vado una volta al mese e che non mi costa molto continuare così anche perché le cose un giorno si potrebbero rimettere male e a quel punto mi servirebbe nuovamente un aiuto. Ma lo so che non funziona in questo modo....

In questi anni ho sempre aspettato impazientemente il sabato mattina. Avevo sempre un mare di cose e di sensazioni da raccontare, sogni, emozioni, delusioni sofferenze. Tutto in soli 7 giorni e ogni volta che uscivo di li ero provata e agitata, una sorta di maremoto nello stomaco.
Oggi entro in quella stanza senza saper cosa raccontare. La mia vita procede tutto sommato serenamente ed è così che ora mi sento dentro. Certo i problemi ci sono sempre, preoccupazioni, piccole insoddisfazioni come tutti ma la mia vita mi piace, e mi sento felice.

Rileggendo una frase che un tempo mi ha appartenuto oggi la vivo lontana ma ancora con sofferenza.
"Il tedio non è la malattia della noia di non aver nulla da fare, ma una malattia più grave: sentire che non vale la pena di fare niente."
Questo sentivo quando ho iniziato l'analisi e solo ora mi rendo conto di averlo perduto in questi anni, piano piano me ne sono liberata. Ora mi sento leggera, il mio presente è pronto a proiettarsi nel futuro e il mio passato non è più una zavorra da dovermi trascinare ma uno zaino leggero da  portare con me.

Questa felicità me la sono guadagnata come tutte le persone forti e coraggiose che tirano avanti.
Ci si arrangia nella vita, di questo sono convinta; si prova ad esser felici, a trovare la propria strada senza far del male a nessuno. Forse la mia è più lunga di molte altre, è più tortuosa e dovrò perderci più tempo ma il mio zainetto è pieno di cose buone e la fatica non mi spaventa più.






venerdì 8 marzo 2013

Specchio, amico mio!

Oggi mi sento una fica!
Ah finalmente!
Che bella sensazione!

Dopo grigi mesi invernali ecco arrivare il primo stimolo di primavera, il risveglio della mente insonnolita.

C'è del vero in quello che scrivo perché dopo mesi di pillola anticoncezionale 20 giorni fa ho detto basta.
Basta avere gambe salsicciose, basta cerchi alla testa per interi giorni prima del ciclo, basta lievitare di tette e di sedere, basta pancia gonfia e basta avere sempre fame.
Questi, in breve gli effetti collaterali che mi procurava, e ne ero davvero stufa.
Avevo iniziato a prendere la pillola due anni  fa sia per delle cisti sia perché il mio ginecologo non credeva alla mia castità da single (vera tra l'altro) e per non rischiare gravidanze indesiderate con dei perfetti sconosciuti mi aveva propinato la pillola come unico modo di curare le cisti.
Risultato ad oggi: non incinta ma ancora con le cisti.

Ho  smesso di prendere la pillola  e tac in 20 giorni già ci sono i primi risultati: gambe più leggere e sgonfia in quasi tutte le parti del corpo.
In realtà ero certa dei risultati perché tutte le volte che me l'hanno prescritta il risultato presto o tardi era lo stesso, e ogni volta che smettevo, zac, tornavo un fiore!


E non vi dico la sensazione che ho provato oggi quando dopo aver indossato i leggins, ho osato abbinarci un maglione leggermente più corto degli altri.
Cavolo, mica mi stanno male! Forse troppo sportivo per l'ufficio, ma chissenefrega mi piaccio così.

Allora ho pensato a tutte quelle ragazze grassottelle che ho incontrato negli anni e che mi hanno sempre intenerito per certe scollature o tacchi. Ai miei occhi non si sarebbero dovute mettere certi abiti, non avevano un fisico adatto, ma ai loro occhi invece lo avevano eccome! Magari avevano sofferto e faticato per arrivare a quel peso e il risultato le aveva soddisfatte tanto da permettersi di comprare abiti scollati.
E' una sensazione piacevole e giusta, purché non si esageri credo.

Probabilmente nessuno percepirà i miei etti persi, e nessuno penserà che ho un bel fondoschiena (a ragion del vero!) ma ogni volta che passerò davanti allo specchio in ufficio resterò pienamente soddisfatta dell'immagine riflessa e non credo sinceramente di aver bisogno di altro!

Oggi è anche la festa della donna, e anche se casuale, un post del genere ci sta tutto.
Auguri allora a tutte le donne, che possano essere sempre felici di se stesse!

giovedì 7 marzo 2013

Honey ♥

Buffe situazioni che hanno però un lieto fine.
E' una storia semplice la mia, che può capitare a tutti ma mi  ha sorpreso e messo di buon umore.

Tutto è iniziato questa mattina al capolinea dell'autobus che prendo per andare a lavoro. Salgo come sempre (ecco un altro rituale vedi post precedente!) nell'ultima porta in fondo e mi siedo di regola nei posti a 4
Appena entro vedo una signora seduta nei posti che preferisco con di fronte, sulla sedia, il suo cane.
Un volpino peloso molto carino, senza però guinzaglio, collare e con tutte le zampe bagnate. Dopotutto fuori piove!

Appena mi siedo, mi chiede se  mi da fastidio il cane. Io adoro i cani quindi sorrido e dico no.

Inizio a ragionare sulla scena che è di fronte ai miei occhi.
Un cane sporco che occupa nell'ora di punta un posto sull'autobus che tutto il quartiere prende e non solo, per andare in centro. Ora solo i posti a sedere sono occupati ma perché è il capolinea, tempo 3 fermate e questo bus diventerà zeppo di gente.
E cosa diranno le persone che non possono sedersi?
Pochi hanno la mia stessa sensibilità e simpatia per gli animali e ammetto che è un comportamento poco educato piazzare il proprio cane  sporco dove si potrebbe sedere un'anziana o un invalido. Ammesso poi che qualcuno educatamente facesse scendere il cane, chi si siederebbe su quella sedia bagnata e fangosa?
Mi ripeto di stare tranquilla, che tanto non posso farci niente. Inizio a leggere il mio libro ma non ci riesco sono agitata per quello che potrebbe succedere. Temo il peggio, brutte parole al cane e la cacciata di entrambi (cane e padrona) dall'autobus. Mi dispiacerebbe, per il cane e anche perché sarebbe l'ennesima prova di quanto la gente sia diversa da me (che ovviamente non direi niente).

E invece tutto si è aggiustato in un concatenarsi di eventi perfetti.
E se dovessi dare un merito lo darei al cane che si è comportato molto più saggiamente della padrona.
Dunque l'autobus parte. Fermata dopo fermata l'autobus si riempie. Prima fortuna: due autobus della stessa linea passano poco prima di noi (me ne sono accorta quando sono salita al capolinea che erano partiti poco prima) quindi l'autobus sì, è pieno ma non eccessivamente.
Arriva un ragazzo che vuole sedersi ma quando si accorge che il sedile accanto al cane è bagnato si tira indietro (ovviamente nel frattempo il cane era passato da un sedile all'altro imbrattando entrambi mentre la padrona, cafona, parlava tranquillamente al cellulare).
Si avvicina una donna di circa 60 anni e fa il gesto di sedersi quando il ragazzo l'avverte che il sedile è sporco.
La donna, con tutta la calma e la serenità di una donna per bene, tira fuori dalla borsetta un fazzoletto , pulisce il sedile e si siede.
Io la guardo stupita e contenta quando la signora oltre a sorridere al cane lo accarezza e ci gioca.
Ora mi guardo intorno, chi vorrà il posto del cane?????
Ma lui, Honey ,è il più saggio di tutti e scende dalla sedia. Inizia a camminare tra la gente fino a quando la padrona avvisata da me, lo richiama.
Nel frattempo una ragazza di 20 prende il posto del cane, pulito a sua volta dalla 60enne con lo stesso fazzoletto. Morale della favola, tutte noi 4 sedute in posti puliti e il cane torna in braccio a sporcare giustamente la padrona, e un po' ingiustamente, a impelare il mio cappotto accanto!

Ora mi rilasso, posti non ce ne sono e nessuno può lamentarsi più di tanto, se non forse che la regola prevede che il cane in autobus, paghi un biglietto e abbia la museruola.
Riprovo a leggere il mio libro quando mi accorgo che ogni persona che sale e che nota il cane impazzisce per Honey.
Uh che carino! Uh che dolce! Uh che tenero!
Come si chiama? Honey
Quanti anni ha? 8
Che bello, che musetto!
Anche io ho una cane sa? Anche io! e pure io?
Il mio è tremendo, una peste. Il mio è dolce e buono un vero inglese! D'altronde è un setter inglese!!!
Il mio è un chiwawa ma non sempre me lo posso portare con me. Il mio mangia quello e i bocconcini di quell'altro. Il mio invece altro. E il mio pure!
Tutti a parlare di cani e a socializzare in un posto dove tutte le altre volte che sono salite si sono sempre ignorate.
Un posto dove ci si ignora completamente, ci si guarda male per il posto fregato, o per quella che parla al cellulare ad alta voce. Chi perché tossisce, che ha il raffreddore o chi lo sa.
Sta di fatto che nel luogo dove nessuno si conosce e tutti si ignorano si stava chiaccherando amorevolmente di cani, di padroni e del bellissimo e indivisibile rapporto che si crea. Sicuramente ci sarà stato qualcuno non amante dei cani, o degli animali, ma era silenzioso e in minoranza (finalmente!)

Sono rimasta lì incredula e felice.
Questa è la gente in cui mi riconosco. Non solo esiste, ma non è nemmeno poca! O sono concentrati tutti su questo bus o sono più di quanto io creda per fortuna!

Quel canetto ha messo tutti di buon umore, e siamo rimasti tutti tristi e sconsolati quando a piazza San Silvestro è sceso. La verità è che già ci mancava.


Ciao Honey, è stato incredibilmente bello conoscerti 


mercoledì 6 marzo 2013

Passato e presente

Sento che devo mettere ordine nella mia vita.
Ma non quello interiore che comprende sentimenti e rammarichi, ordine nel  vero senso della parole , fatto di cose, di oggetti veri.
E' da un po che ci penso, prima un pensiero fugace ora quasi un chiodo fisso.
Mi manca lo spazio, il mio spazio per ricreare quell'ordine che ho sempre avuto nella mia stanza, per le mie cose.
In questa casa manca lo spazio per me. Giustamente è stata arredata da un uomo, per di più single quindi di spazio  ce ne è davvero poco.
E mi frullano in mente oggetti di vario genere una volta di mia proprietà , chissà dove sono i miei diari, in quale scatola i miei documenti per la dichiarazione dei redditi da presentare, le mie sciarpe, i miei costumi. Ma una volta avevo dei guanti, quel maglione, una trousse di Dior.
E pensare che prima di convivere ero una persona ordinata e scrupolosa con tutte le mie cose.
La botta finale mi è stata data da mia sorella la scorsa domenica a tavola.
Eravamo li tutti insieme a chiaccherare quando Manuela mi chiede di raccontarle qualche mia nuova ossessione. Da sempre mi prende in giro di essere eccessivamente ordinata tanto da avere dei rituali ridicoli. E  assolutamente vero tanto quanto inevitabile!
E mentre pensavo al mio nuovo stile di vita, ecco che inizia a raccontare a tavola della storia della mia cuffia.
E io mi sono sentita morire. dov'è finita la mia cuffia? la mia vita passata?? i miei rituali????
La storia della cuffia è molto semplice. Tutti i miei rituali, compresa la cuffia, hanno inizio alla fine dei miei 29 anni, quando si hanno avute abbastanza delusioni e si riceve la famosa scampanelleta (io per farmi capire meglio la descrivo come mettere la testa tra due piatti di un'orchestra e farli "suonare" con te dentro, ragazzi che botta!) Quando tutto il mondo inizi a vederlo come è realmente e sopravvivi con l'unico strumento che hai a disposizione: la conoscenza di te stessa, né più né meno.
La storia della cuffia è molto breve. Dai 29 anni (ne ho 34 ora) ho sempre tenuto la cuffia da doccia casalinga nella tasca di destra dell'accappatoio. Mai in tutto il tempo che io e mia sorella abitavamo sotto lo stesso tetto  (anche  dopo quando sono andata a vivere da sola) la cuffia è stata riposta in altro luogo se non nelle tasca dell'accappatoio. e guai se qualcuno a casa me la spostava, uscivo da bagno bagnata come una furia.
Tutti alla fine usavano la mia povera cuffia, perché sia mia madre che mia sorella la riponevano in chissà quale posto e al momento del bisogno se la perdevano.
Ora, non c'è nulla di male nel riporre la cuffia nella tasca dell'accappatoio, è un'azione sensata e pratica. Ma quando questo gesto viene fatto per un tempo oggettivamente prolungato (metti i miei 5 anni???) senza mai sgarare ecco che l'azione diventa ossessione, rituale, paranoia. Mai quella cuffietta ha visto termosifoni, rubinetti o maniglie o altri posti dove si appendono le cuffie, sempre e solo la tasca del mio accappatoio.
Un senso di spossatezza e malinconia di colpo mi assale. La mia cuffia, la mia povera cuffia non la uso più. Dov'è la mia cuffia per i capelli!
Me la sono persa per strada e ora non so più dov'è. Ora la doccia alta me la faccio solo quando mi devo lavare i capelli altrimenti uso il rubinetto che si prende dal muro e si fa passare intorno al corpo.
Io non so cosa dire se non che mi mancano quei rituali, quella vita che avevo perché erano me.
Questo freddissimo e insopportabile inverno sta giungendo al termine spero, non ne posso più. Con la primavera intendo svegliarmi e darmi più da fare.
Per prima cosa, butterò il 60% dei miei maglioni che son brutti, tristi e infeltriti. Spazio alle camicie bianche, alle sciarpe colorate e alle ballerine di tutti i colori.
Secondo: Comprare al più presto un armadio, ho diritto a rifare l'armadio come ai vecchi tempi con i colori a gradazione dal bianco al nero (ora capite meglio chi sono...aiuto!)
Terzo: borse a portata di mano in una cesta o baule. Basta con la borsa nera che per pigrizia non cambio mai.
Quarto: creare spazio per me e ordinare tutto dai diari, ai libri, dai trucchi alle borsette. Anche a costo di buttargli i vestiti, tanto nemmeno se ne accorge.
Quinto: ritrovare la mia cuffietta e rimetterla nella tasca dell'accappatoio. Non importa che non mi serve più è una tradizione che rassicura.
E come diceva il meraviglioso personaggio in gioielleria nel film Colazione da Tiffany: "è una cosa che da un senso di fiducia, direi di continuità tra passato e presente."