martedì 27 novembre 2012

un clic per scegliere

Questo week end ho dormito a casa dei miei.
Roberto è fuori per l'ennesima trasferta così ho deciso di occupare come ai vecchi tempi la mia stanza anche se li dei vecchi tempi è rimasto molto poco.
Tra i giochi di Bubi e i cappotti di mia madre, qualcosa di me li dentro a malapena si intuisce. Ma ho sempre piacere a tornare in quella casa soprattutto perché questo rende felici i miei genitori che per quanto discreti ed orgogliosi delle mie scelte sentono un pochino la solitudine e il peso della vecchiaia.
Così appena posso mi trasferisco a casa dei miei coccolata da loro e dai gatti.

Domenica è stata proprio una bella giornata.
La mattina mi sono alzata presto per andare a votare con mio padre.
E' una cosa che amo fare da sempre con lui, da quando ho l'età per farlo. Sarà perché è domenica, sarà perché siamo in fila con gente che la pensa come noi sarà perché " non pratico altre liturgie", per me il voto ha qualcosa di sacro (cit.) .
Ci mettiamo in fila dopo una ventina di minuti avevamo fatto il nostro dovere.

Dopo  altre commissioni utili per me e per papà, passiamo un minuto da mia sorella per salutare Bubi e poi torniamo a casa da mamma.
Dopo un ottimo pranzetto,  mi stendo come sempre sul divano  e mentre papà si guarda la Roma, io schiaccio il mio tanto adorato pisolino pomeridiano della domenica.
Verso le 5 del pomeriggio ci prepariamo un te e mettiamo le castagne nel forno.
Fondamentalmente ciondolo tutto il pomeriggio e la sera, tra la tv, il computer e il libro. Sempre sul divano, sempre con i miei gatti vicino

Le domeniche in casa con i miei solitamente sono queste, può cambiare la merenda, il film, la coperta che accoglie i miei gatti ma quello che faccio è questo.  Se devo uscire, cerco di organizzarmi per la mattina o al massimo per pranzo ma il relax del pomeriggio lo passo sempre volentieri sul mio amato divano.
Roberto mi critica dicendomi che sono pigra, può essere, ma per me dietro a quello stare sul divano con i gatti e con i miei c'è molto di più. Ma non devo farlo capire a lui, devo esserne consapevole io e gustarmelo ogni volta mi è possibile
Un giorno non avrò più tutto questo, è natura , è certezza ma non avrò nemmeno rimpianti perché l'ho assaporato intensamente.

Dopo la partita ho acceso il computer e sono andata su Rai.tv per scegliere tra i miei programmi preferiti.
Ora devo fare una piccola premessa per non essere giudicata come una morbosa curiosa e impicciona delle tragedie. Non sono il tipo che appena compra il giornale salta a piè pari le prime 20 pagine per arrivare subito alla cronaca nera. Non sono né una impicciona né una guardona. Semplicemente amo la realtà delle cose senza fronzoli, lieti fine e morali educative. Amo tutto ciò che è vero, che esiste e che spesso ignoro perché lontano dal mio mondo.
Ecco perché seguo con interesse il programma "Un giorno in pretura"  il sabato sera verso le 23.45, "Amore criminale" attualmente il venerdì sera alle 21.00 e "Storie maledette" attualmente non in programmazione.
Il primo racconta dettagliatamente le varie fasi di un processo fino alla sentenza, facendoti vedere uno spaccato di vita che  (e per fortuna nella maggior parte dei casi) ignori . Il secondo programma, quello che preferisco meno tra i tre, racconta storie vere di donne uccise dai loro compagni o mariti per gelosia, amore o rabbia. Tutto è testimoniato con le varie fasi del processo e con i parenti  e amici della vittima e dell'assassino. Il terzo è un'intervista ad un assassino ormai condannato in Cassazione che sta scontando la pena in carcere. La giornalista Franca Leosini (bravissima) riesce dopo un attento studio di tutti e tre i processi (1°,2° grado e Cassazione) a farsi raccontare dall'assassino la sua versione tenendo presente le testimonianze che hanno influenzato  l'esito del processo.

Adoro questi tre programmi che ogni volta insegnano e lasciano riflettere.
Tanti telefilm  o film se ci si pensa nascono da queste stesse storie, ma sono romanzati e spesso diventano banali. La realtà invece insegna e fa capire quanto nella vita il caso , la famiglia, il quartiere, la scuola possono influenzare e cambiare sfortunatamente il destino di ogni individuo.

Come sempre i programmi che valgono li trasmetto  in seconda o terza serata. In modo da offrire alle 21.00 solo trasmissioni mediocri; ma adesso c'è internet e quindi si può scegliere e puntare sulla qualità.
Se qualcuno che legge volesse provare a guardare uno di questi tre programmi, consiglio vivamente per "Storie maledette" l'intervista a Mary Patrizio, la donna che ha ucciso in un momento di acuta depressione, il suo bambino di 5 mesi. E' una storia toccante e commovente e che fa intuire quanto pericolosa, brutta e incompresa sia questa malattia. Per il resto sta nella sensibilità di ogni individuo non giudicare ma comprendere.

E' bello poter scegliere, qualunque siano i nostri interessi. Internet è finalmente  lo strumento giusto per non accettare  la mediocrità e premiare chi merita.  Buona navigazione.






giovedì 22 novembre 2012

Colloquio con me stessa

Oggi mi hanno telefonato per un posto di lavoro.
E' tanto che non affronto un colloquio, un po' per la scarsa offerta di posti  un po' perché ho smesso di cercare e inviare il curriculum. Lo so che è sbagliato non cercare nuove opportunità ma è tutto così faticoso e con scarsi risultati che passa ogni entusiasmo e motivazione. Anche se il lavoro che ho non è perfetto, tutto sommato mi gratifica e mi garantisce un'entrata mensile. E' un discorso orribile ora che lo scrivo, sa di rassegnazione e adattamento; un po' è vero un po' è consapevolezza che non ci sono alternative in questo periodo di crisi.

Comunque ho fissato l'incontro per domani alle 16.30
Già mi hanno anticipato che insieme al colloquio ci sarà una verifica delle mie conoscenze informatiche e della lingua inglese.
Odio l'inglese, lo detesto perché so di saperlo ma sono completamente bloccata.
In ufficio lo parlo poco e peggio ancora mi vergogno ad usarlo. E' da stupidi lo so ma è tutto irrazionale.
So di saperlo nella media, non sono certo un fenomeno ma dopo tanti anni riesco a cavarmela quando però non sono sotto stress. Per domani sono già nel panico, è davvero il mio tallone di Achille perché per il resto mi sento pronta e preparata.

La mia tensione è ancora più ingiustificata perché in realtà non ho nulla da perdere, visto che un lavoro a tempo indeterminato già ce l'ho e forse anche se mi prendessero resterei dove sono, visto che ormai mi trovo bene; è l'idea di dover vendere la mia professionalità in così breve tempo che mi terrorizza.
Discorso banale, perché sarà per tutti così ma per me in più c'è un altro fattore che determina il mio terrore: Il Cambiamento.
Se da una parte mi alletta mettermi alla prova ed avere nuovi stimoli, dall'altra mi terrorizza. E' come se una voce dentro di me dicesse di lasciar stare, di non rischiare che tutto sommato una tranquillità già ce l'hai.
Detesto questa voce, parla in continuazione ad ogni bivio della mia vita. Sto imparando ad essere più forte di lei e ad ignorarla ma credetemi è davvero difficile.

Domani ci vado sì a quel colloquio, e a maggior ragione che ho già un posto di lavoro, devo essere sicura di me e serena.
Ora mi leggo un po' di questa azienda, mi preparo un discorso in inglese decente , mi infilo un bel tailleur nero con gonna e stivali e alle 16.30 di domani pomeriggio e con le mani sudate ben nascoste cercherò di mostrare il meglio di me.

Perché ho 34 anni e sono troppo vecchia per sognare ma troppo giovane per arrendermi.

mercoledì 21 novembre 2012

Aspettando Natale

Ormai siamo entrati nel pieno clima natalizio; è un piacere passeggiare per le vie di Roma tra gli addobbi le luci e le vetrine , tutto parla del Natale, lo respiri nell'aria , lo senti!
Mi viene voglia di saltellare per l'emozione, per tutto quello che di bello mi aspetta: l'albero, i dolci, le chiacchere in famiglia, il pungitopo e il vischio. Che meraviglia mi sento ancora una bambina!

E dire che nel mondo virtuale, l'aria natalizia si respira già da tempo. Ghirlande, pupazzi, coperte, ricette, centritavola e tanto altro viene ideato e postato sui blogs delle persone che seguo.
Tutto questo mi emoziona , e non solo per la creatività e la fantasia dei queste donne ma soprattutto per l'entusiasmo e la gioia con cui condividono le proprie passioni.
La mia vita è cambiata da quando faccio parte di questo modo, è dare voce alle mie passioni è condividere le cose che amo, è seguire i miei istinti e questo fa di me una persona sicuramente più felice.


Anche il regalo per la piccola Bubi, mia nipote,  l'ho trovato su un blog.

Di solito non ci facciamo i regali a Natale , siamo tutti adulti in fondo e non dovrebbe importarci molto. Preferiamo spendere il piccolo budget a disposizione per addobbi,  centrotavola, palle di vetro e cibo per il 24 e il 25 dicembre ma quest'anno c'è una bambina con noi e le va regalato il Natale come lo abbiamo avuto noi e come lo vedono tutti i bambini: doni, colori e sorprese.
Allora ho pensato a cosa potessi regalargli; volevo un pacco grande che occupasse gran parte dello spazio sotto l'albero. No i vestiti che non le interessano ancora,e nemmeno cose utili che sì, farebbero comodo alla mamma, ma che lei non apprezzerebbe di certo.
Così mi sono messa a leggere sui blogs e ho trovato cose incredibili:  pupazzi con i vecchi calzini di lana (bellissimi ci devo provare), dolci, bambole di stoffe, giocattoli in legno. Ma nulla mi sembrava adatto a lei fino a quando ho trovato la casetta di tela di H&M e ho pensato che sarà il primo regalo di Natale che farò a Bubi.
Una casa che io stessa ho avuto tanti anni fa e che ho amato tanto; un posto tutto suo senza adulti fatto di sogni e desideri. Un posto dove estraniarsi dalla realtà, una cuccia calda dove addormentarsi o giocare con la fantasia.
A Natale gattonerà o comunque poco dopo; già me la immagino entrare e uscire da li, da quella casetta, dalla sua casetta. E magari un giorno mi ci vorrà dentro e giocheremo insieme e ci confideremo i nostri più dolci segreti.





Questa foto è stata presa da internet e fa parte della collezione H&M All for Children per Unicef.


martedì 20 novembre 2012

Un mese che vale

Oggi Linolì sta meglio, ha mangiato.
Non è nessuna vittoria nè tanto meno una sorpresa, è il cortisone che toglie il dolore e le permette di masticare.
Ho pensato tanto ieri al mio gatto e mi sono imposta di essere forte e di fare  ciò che è meglio per lei.
Ho deciso che rimanderò il tutto a dopo Natale, dopo le feste.
Il Natale è un momento magico in casa nostra, pieno di piccole e sciocche tradizioni che fanno però la nostra felicità.
Tutto inizia l'8 dicembre con l'albero.
Qualche giorno prima si spostano i mobili del salotto, e si fa posto all'albero preso dalla cantina. E' finto perché rispetto l'ambiente ed è alto, tanto alto da dover salire sulla scala per mettere il punteruolo e le palle più alte.
Come dicevo  si fa entrare l'albero, con mia madre che inizia ad aprire le scatole per controllare le palle. Sono tutte divise per colori e tutte rigorosamente di vetro in modo che i gatti possano romperle meglio!
L'albero si fa sempre e solo di due colori con le luci  neutre.
L'anno scorso lo abbiamo fatto bianco e rosso, un altro dorato e viola, un altro ancora verde acqua e bianco.
Questa'anno vorrei rifarlo bianco e rosa in onore del primo Natale con Bubi. Quest'anno c' è un motivo in più per festeggiare e mettere qualche dono sotto l'albero.
Noi siamo una famiglia di atei ma amiamo il natale e credo anche nel modo giusto. Non ci facciamo nessun regalo, non sprechiamo con pasti abbondanti ma amiamo stare tutti insieme con i parenti, chiaccherare fino a tardi e preparare cene e pranzi con amore sperimentando nuove ricette. In questo confido nei blogs che seguo quotidianamente e che hanno sempre delle splendide idee!
Ritornando all'albero, l'8  si fa una bella e buona colazione tutti insieme, spesso con i pancakes e poi si inzia ad addobbare l'albero.
Io sono l'addetta alle luci con mamma, mia sorella infila i nastrini di velluto o di raso su ogni pallina. Poi metto il punteruolo, che è una stella luminosa , le palle e dopo immancabili le perline messe ondeggianti in orizzontale. Per fare tutto questo ci si impiega circa una giornata; di solito per le 18.00 terminiamo l'opera e la sera ci godiamo il salotto davanti alla tv. In tutto questo i miei due gatti, Prouch e Linolì giocano stupiti con le palle, con i fili e  con le scatole. Linolì ha anche un rituale , salire di nascosto e velocemente all'interno dell'albero scuotendolo come una tramontana. Noi ce ne accorgiamo sempre tardi non riuscendo a salvare le palle che sistematicamente cadono e si rompono. Togliere il gatto che è arrivato in cima è veramente complicato, con lui che si aggrappa con gli artigli e noi terrorizzate di fargli male agli occhi o di rompere altre palle.





Poi l'albero rimane li per tutto il mese, con i ben 12/15 fili di luci e con mio padre che brontola perchè consuma come un appartamento sempre acceso. Noi ce lo godiamo il più possibile e lo ammiriamo soddisfatte.
Poi arriva il 24 sera, e tutta la famiglia è riunita a casa dei miei. Io sono l'ultima ad arrivare perché quel giorno lavoro fino a tardi e tutti aspettano il mio arrivo per sederci a tavola.E cosi il 25 a pranzo e cena e il 26 con tutti i nostri amici dal pomeriggio in poi.
Sono date importanti , sono certezze che fanno parte ormai della nostra vita e non potremmo farne a meno.
Ecco perché voglio che ci siano i miei gatti, sono più di dieci anni che lo festeggiamo tutti insieme e loro sono parte della famiglia. Gli darò il cortisone per non farlo soffrire e poi dopo le feste farò la cosa giusta e non mi tirerò indietro.

In casa mia metterò qualche piccolo addobbo ma l'albero sarà solo a casa dei miei e li intendo festeggiare il Natale, assaporando tutta la bellezza di questa tradizione che mi ha sempre regalato istanti di pura felicità.


lunedì 19 novembre 2012

Mia piccola Linolì

Sono cresciuta amando i gatti, apprezzandoli per la loro bellezza e dignità.
Sono cresciuta con loro in casa con un padre che mi ha insegnato a rispettarli e a volergli bene.
Il primo si chiamava Attila ma non ricordo nulla perché avevo appena un anno.
Poi c'è stato Fuffi, Miciarosa e Skippy, oggi c'è Prouch e Linolì.
Tutte femmine, tutti soriani europei tigrati grigi , tutti dolci e affettuosi ma con un carattere ben distinto e differente tra loro.
Questi gatti mi hanno accompagnato nella crescita; a volte li ho un po' maltrattati quando per esempio volevo vestirli con gli abiti delle bambole ma mai con la volontà di fargli del male. Loro capivano e sopportavano infastiditi ma con pazienza i miei stupidi giochi fino a quando trovavano il modo di scappare e nascondersi sotto il letto o sotto il divano. Loro mi hanno sempre dimostrato il loro affetto sincero e smisurato al punto di venirmi a consolare e a leccare il viso quando piangevo.

Oggi ho saputo che Linolì, dovrà essere soppresso.
E' da anni che soffre di una bruttissima malattia incurabile, la stomatite, e sapevamo che prima o poi sarebbe arrivato questo terribile momento.
La stomatite è una  malattia che colpisce credo solo i gatti e non si ha ancora una cura certa che garantisca la completa guarigione. Alcuni gatti ci convivono tutta la vita senza troppi disturbi altri, come il mio piccolo Linolì ci combattono da anni riuscendo a stento a mangiare. E' una malattia autoimmune che colpisce la bocca e tutta la cavità orale: gengive, palato, denti e lingua. Si formano una specie di afte o comunque infezioni che impediscono al gatto di masticare. Tutta la bocca si infiamma , è evidente l'infezione e  anche il dolore.
Noi le abbiamo provate tutte: gli abbiamo tolto due dentini all'inizio sperando che così l'infezione diminuisse, poi abbiamo provato con varie cure alternative ma sembra che l'unica sostanza che da davvero sollievo al gatto sia il cortisone che però non guarisce affatto ma è solo lenitivo.
Inoltre il cortisone diminuisce le difese immunitarie oltre a recare tanti altri danni nel corpo dell'animale, così vedi il tuo piccolo gatto star meglio e mangiare e giocare nel periodo di cortisone ma tu sai che è solo momentaneo e peggio ancora che gli stai facendo del male in altre parti del corpo pur di non vederlo soffrire.
Non lo stai ingannando perché non c'è alternativa ma tu sai tutto e ti si spezza il cuore.

Linolì ha dieci anni ed è forse il gatto più affettuoso che abbia avuto . Per scherzare con mio padre lo chiamiamo il gattocane perché a volte sembra più un cane che un gatto: viene quando lo chiami, ti segue in tutte le stanze che vai e qualsiasi cosa stai facendo: vedere la tv, leggere il giornale o pulire la casa. E' un gatto molto simpatico con uno sguardo curioso che per scherzare diciamo che è tra l'allucinato e lo stupito!
Impossibile far del male ad una bestiolina del genere. Lo abbiamo trovato abbandonato nel giardino della nostra casa al mare; qualcuno lo aveva strappato troppo presto dalle mammelle della mamma e sapendo che amavamo i gatti ce lo ha buttato sul nostro prato. Inutile raccontare la nostra reazione il giorno dopo quando siamo usciti di casa; e da quel giorno nonostante avessimo già 2 gatti quel batuffolino peloso è diventato ufficialmente parte della nostra famiglia.

E ora questa brutta notizia.
Io so che sopprimerlo è un gesto di grande amore e rispetto nei suoi confronti perché soffre e non c'è soluzione al suo male ma dentro di me, mi sento davvero morire .
Oggi il vetrinario gli ha fatto l'ennesima mezza fiala di Medrol che lo aiuterà per un mese se siamo fortunati ma credo a questo punto sia l'ultima. Al più presto parlerò con il veterinario ma so già le sue risposte.
Ho 30 giorni di tempo per salutare Linolì, ho uno stupidissimo mese a disposizione per dimostrargli il mio enorme affetto e gratitudine per tutto l'amore che mi ha sempre dato, ho 4 settimane per stringerlo forte a me e sentire il suo corpicino morbido e peloso.
Sei stata un compagna meravigliosa, mi hai confortata con le tue fusa nei momenti di solitudine e mi hai divertito con i tuoi ingenui agguati alle mosche, alle ombre o ai nastri dei regali.

Ora ho gli occhi pieni di lacrime e mi sento persa ma troverò il coraggio di aiutarti a non soffrire più, te lo prometto.

mercoledì 14 novembre 2012

Casa mia casa mia, per piccina che tu sia...

Ed eccola qui la prima litigata.
Antipatica  come me l'aspettavo.
Il motivo è stato tanto sciocco quanto banale : un comportamento che non ho gradito e una giustificazione ridicola e irritante.
Ma tutto si carica in 70 mq perché ci si incontra e scontra in continuazione.
Non posso chiudermi in una stanza sarebbe infantile, non posso spegnere il telefono  e non posso nemmeno tenere il muso. Non posso gridare che sembro un'isterica e nemmeno uscire perché vivo in periferia e a mezzanotte non c'è decisamente nulla da fare se non incontrare qualche spacciatore o un anziano con il cane.

La verità è che ci si dovrebbe calmare da soli,  scaricando poco a poco  la tensione magari nelle faccende domestiche , con un libro o solo riflettendo sulla reale gravità dei fatti (che in effetti questa non lo è!) ma diventa difficile quando ci si incontra dappertutto. Se poi lui per sdrammatizzare come tanti uomini ridacchia o prende in giro, il tutto è davvero insopportabile!

Il momento poi di andare a dormire è  imbarazzante. Se da una parte un fastidioso cerchio alla testa ti ricorda  l'arrabbiatura, un'altra parte sta sbollendo e freme per  fare pace.
La sensazione è un imbarazzo che ti spinge velocemente sotto il piumino e ti fa spegnere la luce.

Finalmente è mattina, ma il cerchio alla testa è diventato un vero e proprio mal di testa.
Lui è li che dorme beato e sicuramente stanotte non si è svegliato  una marea di volte per la tensione.
Gli uomini in questo sono fantastici, riescono a rispettare i bisogni primari in qualsiasi circostanza o imprevisto.
Ci alziamo e lui va a fare ovviamente colazione indisturbato come se nulla fosse mentre io vado in bagno a prepararmi. Fa anche il sostenuto ?!?!
La colazione è un momento troppo bello e intimo per rovinarlo con le discussioni; preferisco saltarla, la farò al bar.
Cosi quando esco ci discuto un po, gli faccio capire che non mi è passata da sola (illuso) e poi ognuno se ne va in ufficio per conto suo. Ah libera che bellezza, mi rilasso, mi calmo, rifletto mentre cammino verso la fermata dell'autobus, mi sento meglio, mi manca già.

Mi arriva da lui qualche messaggio e gliene mando anche io; siamo entrambi dispiaciuti di aver dormito spalla spalla senza nemmeno darci la buonanotte. Sono istanti veloci ma forse quelli che più racchiudono il senso della convivenza. Mai abbiamo dormito distanti nello stesso letto, ognuno cerca sempre l'altro, è il momento che più ci piace e che ci fa sentire bene prima di abbandonarci al sonno.
Ci si addormenta con il sorriso per poi ritrovarlo il mattino dopo , questa è la vera sorpresa della convivenza e non come oggi che la prima cosa che ho pensato è stata dove avevo messo il Moment!

In realtà non ha fatto nulla di così grave ma ho imparato dalle mie esperienze passate che  le abitudini che si formano all'inizio di una relazione sono difficilissime poi da cambiare negli anni. Io non ci sono riuscita con le vecchie storie e non voglio cadere nello stesso errore. Poche cose mi danno davvero fastidio e in quelle non devo passarci sopra, altrimenti diventerà presto un' abitudine. Non posso nemmeno però protestare per qualsiasi cosa ovviamente, bisogna fare una selezione ed essere disponibili e comprensive per tutto il resto.


In una convivenza dopo il litigio o si fa pace o si trasloca.
In questo caso si farà sicuramente pace, è troppo presto per gettare la spugna .
Stasera quando lo rivedrò non credo che riuscirò ad essere seria per molto, trattenere il sorriso sarà impossibile.
Passano le ore e inizio a dimenticare pure il motivo della discussione ma non sono pentita delle cose che gli ho detto; prima di tutto perché per un po' si ricorderà della mia sfuriata e poi perché in tutte le convivenze che si rispettino dopo un litigio ci si chiede scusa e noi , spegnendo la luce troveremo il modo più dolce per farlo.








sabato 10 novembre 2012

La locanda dei Girasoli

Non sono una persona che fa molta beneficenza, purtroppo il mio reddito non me lo permette ma sono convinta che ci sono  iniziative intelligenti che costano poco e davvero aiutano.
Purtroppo la verità è che è difficile informarsi di quello che succede intorno a noi; i giornali e la televisione sono mezzi troppo costosi per pubblicizzare piccole iniziative ma fortunatamente alcuni giornalisti e il meraviglioso mondo di internet possono davvero venirci in aiuto.

Stavo guardando la cronaca di Roma su Repubblica.it e ho letto di un ristorante pizzeria nel quartiere Quadraro che è gestito in parte da ragazzi disabili con la sindrome di Down.
Tramite una cooperativa si cerca di inserire i ragazzi in un contesto lavorativo per stimolarli e aiutarli in un futuro incerto.
Questo è un progetto che fa parte del "Dopo di noi".
Ne ho sentito parlare perché mia sorella lavora nel sociale e mi piace seguirla nei suoi progetti..
E' qualcosa di davvero nobile e meraviglioso quello che le cooperative fanno per questi ragazzi e le loro famiglie.
Il Dopo di noi , intende seguire e indirizzare i ragazzi disabili  in previsione di quando i loro genitori saranno troppo vecchi , o sfortunatamente deceduti, per seguirli e accudirli.
 In tempo di crisi i fondi sono praticamente nulli e le organizzazioni si arrangiano come posso per non abbandonare i progetti. Il clima che si respira è coinvolgente e stimolante e lo dice una persona in fondo estranea e all'inizio anche  un po' intimorita. E' un mondo completamente diverso dal nostro dove convive l'orrore e l'amore e il risultato è sorprendente e molto meno pesante e serio di quel che si pensa.

Ora questo ristorante rischia di chiudere definitivamente per mancanza di fondi. Già le chiusure sono molte in mezzo alla settimana per risparmiare il più possibile ma ora stanno rischiando di fermare il progetto.

Chi vuole può fare una donazione , questo è l' IBAN che ho trovato sul loro sito:
IT 96 R056 9603 2200 0000 3389 X 92
ma capisco che non tutti possono e ce ne sono così tante di associazioni che hanno bisogno di aiuto che alla fine bisogna purtroppo fare una selezione.

Ma questi ragazzi fanno di più, fanno pizze e cene gustose.
Non si può fare una donazione ma forse si può scegliere loro quando si decide di andare a mangiar fuori con gli amici. Loro in fondo  non chiedono che poter continuare a cucinare e servirci!
Un mio amico c'è stato e mi ha confermato che si mangia bene, quindi tenete a mente questo posticino per le prossime uscite.

Far del bene a volte ha un prezzo elevato ma quando il gesto costa così poco è davvero un peccato non aiutare chi è stato meno fortunato di noi.

Intanto lascio il sito www.lalocandadeigirasoli.it e appena ci andrò personalmente scriverò le mie impressioni.

Bisogna aiutare chi è in difficoltà e ascoltare i problemi degli altri anche solo perché un giorno potremmo essere noi  in difficoltà e ad avere bisogno noi degli altri.

venerdì 9 novembre 2012

Mercatini di Natale

Sto sognando ad occhi aperti, davanti ad una tastiera, un monitor e quel piccolo progetto che mi sembra meraviglioso.
Scopro su internet il sito dei mercatini di Natale e mi innamoro follemente di quelle foto.
Le immagini di posti coperti di neve, pieni di luci, di dolci di colori mi riaccendono tutto il piacere di questa festa e in un attimo con la mente sono li con Rob tra i banchi natalizi, tra la musica e le giostre stretti l'uno all'altro per il freddo e per la gioia!

Caspita quanto mi piacerebbe andarci, è così romantico!

Sfortunatamente i migliori mercatini sono tutti al nord e da Roma diventa impegnativo il viaggio sia per i soldi che per il tempo.
Non posso chiedere in ufficio giorni di permesso in questo periodo, Natale è il momento migliore in cui si lavora di più e non si può ignorarlo in tempi di crisi.
Così per ora rimane un progetto nella mia testa ma cercherò di trovare una combinazione per andarci.

E se posso sognare, non voglio mettermi freni e allora immagino di andarci anche con mia nipote, comprargli lo zucchero filato e farla salire sul cavallino rosa delle giostre.
Immagino di assaggiare la mela stregata, una cosa che non ho mai mangiato pur avendo Piazza Navona a 10 metri, e di comprare un palloncino per Bubi con babbo Natale.
Sogno di riempire delle calze per tutte le persone che amo e di avere un camino dove attaccarle. Sogno cuori rossi e ghirlande di pungitopo, mazzi di vischio e tutti sotto che si baciano . Sogno un torrone al cioccolato per mio padre e casette per il presepe da regalare a mia madre che è l'unica, in una famiglia di atei, che fa il presepe divertendosi tra il muschio e le lucine sotto lo sguardo scettico di noi tutti!

E poi apro gli occhi e mi rendo conto che gran parte dei miei desideri è già realtà .
Forse non andrò mai a Bolzano e di sicuro non ho un camino in salotto ma tutto il resto c'è e fa parte ogni giorno della mia vita.
Non ho bisogno di andare tanto lontano con la fantasia, forse nemmeno di chiudere gli occhi, la gioia di queste feste che stanno arrivando già mi appartiene.








giovedì 8 novembre 2012

Matrimoni low cost

Voglio raccontare un episodio che mi è successo qualche giorno fa.
Questa storia non ha una fine, perché è ancora oggi priva di senso!

Era un sabato pomeriggio ed ero sull'autobus per tornare a casa.
Mi sono seduta come al solito sui quattro posti in fondo quando sono liberi: quelli messi due e due di fronte.
Assorta tra le pagine del libro, di colpo mi accorgo che i posti accanto e di fronte a me sono stati improvvisamente occupati. Accanto a me un uomo grasso vestito con un abito da cerimonia sembra lo sposo e di fronte a me una sposa con tanto di velo e coroncina e la sorella (erano identiche) vestita casual, in jeans e scarpe da ginnastica.
Parlavano e cercavano con i cellulari di mettersi in contatto con non so chi perché non avevano le chiavi.
Non erano di roma ma uno dei tre conosceva bene la città perché sapevano quale fosse per loro la fermata migliore per scendere.
Ora io mi chiedo cosa cavolo ci fanno questi tre individui sul mio autobus alle quattro del pomeriggio?
Si sono sposati e stanno raggiungendo gli amici per il rinfresco. Tutti hanno un auto quel giorno per muoversi a nessuno viene in mente di spostarsi in autobus. E anche se fosse a cosa servono le chiavi di casa?

Stanno andando a sposarsi. No, perché il vestito di lei è sporco ed hanno già le fedi al dito.

E' finito il ricevimento: no sono troppo ordinati e per nulla rilassati. Non sono ubriachi e non fanno un commento sulla festa o sugli invitati. E se anche fosse perché la sorella è in jeans e scarpe da ginnastica?

Mi sembra la favola del cavolo, dell'agnello e del lupo!

Cerco di fare la vaga e almeno finta di leggere ma non riesco. Cerco disperatamente di cogliere altre informazioni  che mi portino alla soluzione. ma è tutto inutile. Siamo arrivati alla loro fermata e questi fantastici individui senza senso scendono velocemente lasciandomi però un ultimo indizio: la sposa indossa un paio di ballerine Arancioni!!!


"Bisogna fare cose folli, ma farle con il massimo della prudenza. "(cit)

mercoledì 7 novembre 2012

Un dolore che coinvolge

Il mio ufficio ha le finestre in una corte interna con giardino. Uno degli inquilini di questo piccolo palazzo era un uomo poco simpatico.
Lo soprannominavo con la mia collega "il viscido" perché guardava sempre con uno sguardo imbarazzante come se ci provasse con tutte le donne giovani.
Oggi quest'uomo è morto lasciando una moglie e due figli appena ventenni.
Sapevo che era malato di un tumore al cervello ma solo da luglio e sono bastati 5 mesi per finire la sua esistenza. Lo avevo rivisto a settembre dopo la chiusura estiva ed era invecchiato di 100 anni. Sembrava il nonno di lui per quanto il dolore lo aveva evidentemente cambiato.

Ieri è morto il portiere della casa dove sono cresciuta. E' in un condominio dove da sempre Umberto è il portiere.
Un uomo che ha avuto un'esistenza infelice, non poteva avere figli e il lavoro non lo gratificava affatto  ma era un uomo buonissimo stimato da tutti che amava i bambini e gli animali. Da quando ero piccola di lui ho sempre un ricordo dolcissimo. aveva preso con se un cane lupo chiamata Lupa che aveva salvato dalla strada ferita e abbandonata. Un cane lupo buonissimo proprio come il padrone. Giravano per il condominio sempre insieme e Lupa era la gioia di tutti noi bambini.
Crescendo nulla è cambiato; Umberto e Lupa erano sempre insieme in guardiola; lui leggeva i fumetti Tex e Lupa vecchietta dormiva. Ricordo che la guardiola aveva un odore terribile di cane ma a nessuno veniva nemmeno in mente di protestare, Lupa era intoccabile per tutti!
Ora anche lui non c'è più. So che beveva tanto, evidentemente troppo e ieri ha lasciato la moglie.

E' tutto così veloce che non ci si rende conto della brutalità degli eventi.
Ora penso a queste due mogli, così diverse tra loro che stanno affrontando un dolore enorme che stravolge e cambia la vita.
Che cosa faranno? Come troveranno la forza di andare avanti e soprattutto quale sarà la loro motivazione futura? La prima almeno ha due figli, ma la moglie di Umberto per chi e per cosa si alzerà la mattina?

L'amore è la cosa più importante nella vita di un uomo ma è bene ricordarsi di tenere altri assi nella manica, perché questo potrebbe venire a mancare per qualsiasi motivo.
Io non credo che un hobby possa sostituire l'amore ma prendersi cura di se stessi coltivando le proprie passioni può essere l'unico modo per sopravvivere agli eventi.
L'amore, la famiglia , i figli ci possono essere tanti motivi per cui non arrivano e in tal caso è importante non perdersi.

Questa sera torna Rob dalla trasfera. Lo aspetterò sveglia semplicemente per addormentarci poi insieme. Bisogna stringersi negli affetti, chiunque siano,  per trovare la forza e non avere paura del futuro.
Il resto,  il resto non conta.

martedì 6 novembre 2012

Diario di un viaggio

Oggi ho finito il diario di viaggio di questa estate.
E' la prima volta che ne faccio uno e ne sono davvero orgogliosa.
L'idea mi è venuta questa estate quando io e Rob siamo andati in vacanza sulle Dolomiti.
E' stata un'esperienza meravigliosa e mi dispiaceva l'idea di perdere nella memoria momenti così felici della mia vita. Le foto non possono bastare a raccontare tutto, certe emozioni se non lasciate nero su bianco si perdono tra i ricordi.

Così ho pensato che nel classico album di fotografie oltre alle foto avrei potuto inserire un testo che ripercorreva le tappe della vacanza. Ogni giorno ha un piccolo testo iniziale con piccoli disegni che ho trovato su internet che rappresentano un episodio o imprevisto della giornata.
Mi piace il risultato e ogni volta che lo leggo mi emoziono.
Basta poco per dimenticare è vero, ma ancora meno per ricordare.

Ho comprato un album grande senza fogli plastificati, solo carta su cui incollare le foto.
Ho stampato le foto in un formato medio (mi piacciono  le foto grandi) e comprato una colla stick.
Appena tornata dal viaggio, con la mente ancora fresca di ricordi ho scritto per ogni giorno una piccola descrizione di quello che abbiamo fatto menzionando le cose più belle o buffe o brutte che ci sono capitate.
Il tutto commentato con qualche considerazione post vacanza e descrivendo la felicità di quei momenti.
Ora il diario è pronto e domani sera lo mostrerò a Rob che torna da una trasferta. Non vedo l'ora!

Forse non tutto è stato raccontato; è impossibile descrivere certe emozioni ma ho provato lo stesso a fermare quei momenti che ancora oggi mi fanno battere il cuore.
E' stata proprio questa vacanza che ci ha tolto ogni dubbio sulla convivenza e ci ha uniti ancora di più,
che ci ha fatto assaporare il gusto della partenza e anche quello del ritorno, quando una casa  aspetta due persone e che l'avventura non è finita con l'estate ma continua nella nostra città perché l'avventura è la nostra vita insieme.




lunedì 5 novembre 2012

Un processo alle intenzioni

Non si fa in tempo a rilassarsi con se stessi pensando che ormai ci si conosce alla perfezione che spunta un lato del carattere decisamente inaspettato.

Il mio compagno è una persona molto precisa e questo va detto a mia discolpa.
Il mio compagno ha ristrutturato completamente la casa dove attualmente viviamo, partecipando personalmente ai lavori con i muratori e questo anche va detto a mia discolpa.
Il mio compagno ha pagato personalmente  tutti i mobili che arredano la casa e pure questo va detto a mia discolpa.
Il mio compagno è pignolo e snob sull'arredamento e non utilizza mobili di Ikea ma solo marchi più costosi e anche questo va pur detto a mia discolpa.
Tutto questo, e il fatto che io al contrario non abbia mai ristrutturato case e pagato personalmente mobili costosi , ha portato alla nostra prima incomprensione.
A detta sua sono una distratta casinara maldestra.
Non potevo credere alle mie orecchie, io che ho sempre pensato di essere un'ossessiva dell'ordine e della precisione? A me che quando cucino non c'è mai una pentola o un cucchiaio fuori posto o sporco ?
No, non è possibile si sbaglia. Nessuno in famiglia mi definirebbe una casinara.
Ma forse solo perché loro sono più casinari e distratti di me? Oh Cielo!


Però ripensandoci gli errori che mi fa notare sono veri come è vero che più me lo dice più io li faccio ma perché la verità è che quello che mi dice un attimo dopo l'ho dimenticato.
Le accuse sono vere ma è l'intenzione che viene fraintesa perchè mai è premeditata!
Sbatto gli sportelli della cucina, del bagno e delle  macchine senza un minimo di cura: vero
Ho graffiato tutto  il piano da cucina perché delicato (ideato e costruito da un pazzo e comprato solo da un folle)  pur essendo mille volte avvisata di non passarci nulla perché si riga solo guardandolo. Vero
Non apro mai  le finestre quando faccio la doccia o cucino  anche se mi ha spiegato tante volte che se non lo faccio i muri si macchiano. Vero
Ho lasciato per ben due volte la luce del balcone accesa per tutta la notte. Vero
Quello che cucino va spesso a finire nel cesso. Vero

Ieri ho passato l'intera giornata a cucinare.
Ho preparato i cannelloni da mangiare in settimana. Ricetta semplice e che ho fatto più volte. L'aspetto è bello per il sapore bisogna aspettare di mangiarli ma sono fiduciosa.
Ho preparato con Rob il pranzo: straccetti alla rughetta e patate lesse. Gli straccetti li ha fatti lui e io ho pensato alle patate:  davvero difficile sbagliare.
Nel pomeriggio mi sono cimentata nella ricetta regina della giornata, il pezzo grosso, il piatto per la cena, la portata per cui vantarsi e prendersi l'applauso da lui: zuppa di ceci.
E' un piatto semplice, ci vuole solo un po 'di tempo e come dice Benedetta Parodi nel suo video: impossibile fallire! Se non ti chiami Paola la casinara!
Un disastro completo. La carne l'avevo sbollentata come la Parodi mi avevo detto ma ha continuato  a rilasciare grasso e a far diventare densa e opaca la minestra. Era nauseante nonostante avessi sostituito tutta l'acqua. Ho tentato di salvare la cena mettendo un peperoncino e la pasta, ma anche qui ho sbagliato la dose ed è venuta piccante con la pasta che ha asciugato completamente la zuppa. Risultato: 3 ore buttate, spreco di gas e due stomaci vuoti.

Ora mi sento davvero una casinara maldestra . E' vero che mi dimentico le raccomandazioni che mi fa ed è vero forse che non ho la cura che mette lui nel maneggiare mobili e oggetti ma non perché non gli do il giusto valore ma perché non ci sono abituata.
Sarà difficile togliere queste abitudini perché credo siamo quelle più radicate in me stessa. Sarebbe più facile lavorare sul proprio carattere se fossi in errore ma le abitudini sono davvero dure a morire come si dice.

Questa è la convivenza e in fondo questo mi aspettavo.
Uno specchio che dice solo la verità dove non c'è trucco né inganno, quello sei e quello si vede.
Bisogna lavorare duramente e seconda regola fondamentale della convivenza (la prima è stata già stabilita in uno dei primi post) : se non si riesce a togliere i propri  difetti almeno pareggiarli con altrettanti pregi.

Lista di cose da fare nei prossimi giorni: comprare gommini per gli sportelli, stendere in balcone la mattina e comprare un libro di ricette per bambini.Ora si che è difficile sbagliare!