lunedì 4 febbraio 2013

Dietro una porta

E anche il primo anniversario è passato.
Ed è stato silenzioso e garbato proprio come è Rob.
Dopo il lavoro sono andata al nuovo supermercato di Viale Libia. Chiara mi ha parlato più volte bene del banco pesce e devo dire non mi ha deluso.
Alla fine ho preso del tonno fresco, una spigola di mare e due bottiglie di Franciacorta.

Torno a casa velocemente, il cielo è nero e carico di pioggia.
Appena apro la porta di casa, lo sguardo va sul tavolo da pranzo.
Tre rose bianche, una rossa e 5 tulipani coloravano il nostro salotto bianco.
Nel buio della stanza, nel silenzio del sabato pomeriggio con la pioggia che scendeva pesantemente sembrava che sul tavolo ci fosse il sole.
Sono davvero piccoli gesti, ma sono sinceri e sentiti.
Questa persona mi ama e lo sento ogni giorno sempre di più.

Il resto della giornata è passato tra i fornelli , a tavola brindando e poi fuori in un locale con il suo amico di Milano.
E' stata una giornata davvero come le altre ma le piccole attenzioni di Rob hanno reso il nostro primo anniversario davvero speciale.

La domenica è passata dormendo a letto, dormendo sul divano e cucinando.
Tutto tranquillo fino a quando a cena iniziamo a guardare le Iene su Italia Uno.
Il servizio parlava delle onde  dei cellulari che ancora non si sa quali danni possono causare.

Ed ecco che all'improvviso Rob diventa bianco, si alza da tavola e si mette sul divano.
Mi dice che certi argomenti lo impressionano e lo fanno stare male.
Io più incredula che spaventata cerco di capire come posso aiutarlo.
Lui mi tranquillizza e mi dice che deve stare sdraiato e va in camera da letto.
Io naturalmente lo seguo ma lui mi chiede di restare solo perché non vuole che lo veda così.
Allora esco dalla stanza ma resto dietro la porta aperta ad aspettare che si riprenda o che mi chieda aiuto.

Sono stati pochi secondi, 2 minuti al massimo ma sono sembrati lunghissimi.
Sentivo che respirava profondamente e che si lamentava per la totale mancanza di forze.
Mi faceva effetto sentirlo stare male e non poter far niente. Una sensazione di protezione e affetto nei suoi confronti mi ha assalito velocemente, mi sentivo fortissima e pronta a prendere la situazione in mano appena mi chiamasse.
Fortunatamente sono bastati pochi istanti e Rob si è rialzato  e uscito dalla stanza. E' rimasto sorpreso e felice di trovarmi dietro la porta e insieme siamo tornati a tavola abbracciati.

Il servizio ovviamente è stato immediatamente tolto e abbiamo scherzato sulla sua sensibilità a certe immagini o argomenti. Ma ci ha messo molto a riprendersi completamente e poco dopo abbiamo preferito andare a dormire.

Mi hanno colpito quegli istanti dietro la porta.
I miei piedi erano incollati al pavimento dietro la porta ma mai mi sarei permessa di non rispettare la sua volontà. Voleva restare solo in quel momento e sono felice di non aver insistito. Allo stesso modo mai mi sarei spostata da li dietro e sarebbe davvero bastata una sola parola  per andare subito da lui.
Capisco quindi che il bello di essere in due è proprio questo. Poter cavarsela da soli sapendo però che puoi sempre contare sull'altro; che non c'è bisogno nemmeno di chiedere nulla, perché l'altro c'è e sa quando poter intervenire.
Questo è l'amore che voglio e questo è quello che cerco.
L'amore ha mille sfaccettature e se una parte è passionale e fisica l'altra è paterna e protettiva.

E' questa la vera bellezza della famiglia, ed io per la prima volta mi sto rendendo conto che me ne sto costruendo una.





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