mercoledì 17 aprile 2013

Un pomeriggio al parco

E' più di una settimana che non scrivo, sono stata molto occupata.
Il lavoro prima di tutto,la presentazione della nuova collezione,  poi la spesa, l'estetista, i genitori, sorella e nipote da vedere, amici da andare a trovare e fiere da iniziare con il nuovo "business" di Ro.
Insomma una vita piena si direbbe, una vita di corsa aggiungerei io.
Improvvisamente le 24 ore che ho sempre avuto a disposizione mi sembrano troppo poche per tutto quello che devo fare, mi ritrovo a dire nella giornata "tempo, tempo, voglio più tempo!". E dire che in passato 24 ore erano più che sufficienti , a volte mi avanzavano pure....

Tra le tante cose che ho fatto una mi ha colpito così tanto che ancora ci penso.
Era giovedì della scorsa settimana, un pomeriggio completamente libero dall'ufficio per recuperare molti straordinari che avevo fatto.
Mi metto d'accordo con Manuela, vado a pranzo da lei con l'intenzione poi di fare una passeggiata al parco con lei e Elena.
Elena è nata a Maggio quindi ero felice di portare mia nipote sull'altalena  e di passeggiare con lei nella sua prima primavera. Mangiamo velocemente per non perdere le migliori ore di sole e ci dirigiamo a piedi al parco Nemorense, a due passi da casa.

E mentre cammino nel parco scopro un mondo nuovo.
Scopro la bellezza di passeggiare in un pomeriggio feriale. Mi accorgo che dentro il parco i rumori del traffico, delle sirene e dei clacson sono più lontani. 
Mi rendo conto che al posto di un telefono perennemente squillante sto ascoltando il cinguettio degli uccelli e le risa dei bambini.
Nei bar il caffè si prende ai tavolini all'aperto non al bancone e non lo bevi in 2 secondi da scottarti la lingua per rientrare in tempo ..
Che bella sensazione, che pace, intorno a me è pieno di bambini bellissimi.
Ce ne sono di tutte le età che ti corrono intorno, anche sotto le gambe. Devo stare attenta a dove metto i piedi, posso davvero in un istante schiacciare qualche manina. Mi sento  circondata da sorrisi, trecce, tute sporche e coni gelato. Ci si mette in fila per l'altalena e si fa amicizia con gli altri bambini. Si cede la giostra malvolentieri,  a volte perfino con qualche lacrima, ma è anche un mondo fatto di persone gentili questo e si cerca di insegnare (forse inutilmente) un senso di giustizia a cominciare proprio dall'altalena che è un bene di tutti.

Mi guardo intorno e provo una profonda invidia per queste donne. Invidio il loro tempo libero, il loro abbigliamento casual. Invidio il lor status di mamma, e non per il figlio  ma per il fatto che lo hanno potuto fare. La crisi non toglie solo denaro o lavoro; toglie le opportunità e il coraggio di fare certe scelte.
Anche io desidero fortemente una famiglia e probabilmente l'avrò. Ma quello che mi spaventa e che probabilmente mai otterrò è il tempo di potersela godere.
Mai lascerei il mio lavoro, la vita casalinga di mia madre mi ha insegnato molto, ma purtroppo mi rendo conto che l'alternativa è davvero triste.

E' stato un pomeriggio incantevole; il parco, Elena con l'altalena, il caffè e sigaretta con manu e la pashmina a pois che ci siamo regalate a fine giornata. Tutto è stato incantevole e quelle ore con mia sorella e mia nipote ancora mi scaldano il cuore.
Sogno da giovedì la mia famiglia . Sogno pomeriggi di primavera, lontana dal mio ufficio nel parco in jeans.
Sogno di essere mamma e di farlo in compagnia di Manu. Sogno i nomi e il sesso dei miei figli immaginari.
Sogno la mia casa e la mia vita futura.

Per ora è tutta immaginazione, che mi tiene compagnia in gran parte della giornata.
Sono progetti, è vero, obiettivi da raggiungere senza nemmeno troppa fretta.
Certi pensieri ti rendono forte e sicura soprattutto perché pur restando solo desideri al momento sono  condivisi con un uomo che in fondo se ci penso è l'unica certezza che ho al momento.
E' lui però che voglio al mio fianco , ne sono convinta e insieme stiamo disegnando il nostro futuro, certi che  il progetto più bello deve ancora arrivare.








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