giovedì 6 giugno 2013

Sempre mezzo pieno, sempre!

Esco per andare a lavoro.
Sono in motorino pronta ad incominciare una nuova giornata.
Primi clacson appena scatta il verde , neanche il tempo di mettere la mano sul manubrio che già quello dietro di me si spazientisce.

Altro semaforo, questa volta è lungo e inizio a guardarmi intorno. Mi accorgo che Roma è tappezzata di manifesti per il ballottaggio del sindaco. Povera Roma quanto sei sporca.
E quello che scrivono in campagna elettorale è ancora più avvilente di dove li attaccano. "Marino è contro la famiglia", "Roma cambia, Alemanno Sindaco" (ma chi c'è stato al campidoglio gli ultimi 4 anni? O_o) "Con Marino più tasse per tutti".
E penso che Ignazio Marino ha indiscutibilmente sporcato Roma ma almeno i suoi manifesti non denigrano in modo falso e irrispettoso l'avversario. Essere medico a favore delle staminali , delle coppie di fatto e dei gay vuol dire essere contro le famiglie? Si può non condividere certe ideologie ma ci si deve abbassare a tanto?

Continuo il mio tragitto verso l'ufficio, perché incredibile, ma sono ancora nemmeno a metà strada.
Mi fermo per fare benzina. Accosto alla pompa e aspetto il ragazzo di colore (ormai sono tutti extracomunitari ) che mi chiede quanto deve mettere.
Nel frattempo arrivano due macchine e allora il capo (italiano ovviamente) è costretto ad alzare il culo dalla sedia, dalla radio e dal calendario di Max con la tipa con due tette enormi di giugno.
Mentre il ragazzo sta finendo di servirmi il capo sbraccia alle 2 macchine di avanzare verso la mia pompa e strilla seccato "te voi levà"
Io mi giro basita convinta che stesse parlando con me. Ma quella merda di uomo non ce l'aveva con me e nemmeno era alterato. Era il suo tono solito per rivolgersi all'extracomunitario.
"Un momento che modi!" dico io difendendo l'extracomunitario, ma è tutto inutile. Il proprietario ha iniziato a scusarsi dicendo che quelle parole non erano rivolte a me (ci mancherebbe..) e io non ho fatto in tempo a salutare e ringraziare l'extracomunitario del servizio che già era impegnato con l'altra macchina.
Risalgo in motorino e riparto.
Certo che modi, pensavo tra me. Io mi lamento del mio capo e guarda tu , in certi posti come si permettono di trattare la gente.

Arrivo a Porta Pia, sono a metà strada!
Un anziano in macchina tenta di accostare in seconda fila senza mettere una freccia. Va piano e non si decide a fermarsi. Tre motorini e due macchine iniziano a suonare e insultare quel povero uomo.
Il mio pensiero è andato subito a mio padre che ha 73 anni e che sarebbe potuto benissimo essere lui alla guida di quella macchina e l'idea di quegli insulti mi ha fatto rabbrividire.

Via del Quirinale, piazza Venezia, corso Vittorio Emanuele, come sempre. Taxi che guidano come se fossimo in pista e turisti terrorizzati che non osano attraversare la strada speranzosi che prima o poi qualcuno si fermi per farli passare, d'altronde sono sulle strisce...

Arrivo a destinazione  e parcheggio il motorino.
Sono triste perché quello che mi è accaduto finora è la regola, la normalità.
Mi sento avvilita perché io non voglio far parte di questa gente ma forse è la vita che ti ci porta ad esserlo e
se non impari non sopravvivi.
D'altronde anche il mio capo pur di non farmi andare in maternità mi butterebbe dalle scale.

Che schifo, che vita di merda!

Prendo la borsa e mi dirigo verso l'ufficio quando una cosa cattura improvvisamente la mia attenzione...






C'è qualcosa di confortante in quello che vedo e subito mi sento meglio.
Nonostante il terreno arido e la sporcizia intorno  c'è qualcosa di più forte e bello che cresce senza paura.
Mi sento meglio, e il mio bicchiere diventa improvvisamente mezzo pieno.












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