lunedì 7 ottobre 2013

Non è ancora finita

Non passo ormai molto tempo tra i miei blog preferiti, non trovo il tempo per raccontare delle mie giornate. Ma ci sono. Eccome se ci sono. E sono in guerra. Senza trucchi e giochetti ogni giorno è una battaglia e anche se spesso le perdo la guerra non è ancora finita.
Cosa combatto devo ancora capirlo.
In ufficio sicuramente, ma la mia guerra è contro forze ben più grandi di quel testa di cazzo con cui ho firmato un contratto.
Combatto contro me stessa in realtà , contro i miei limiti ,contro il "giusto" e "sbagliato" che ogni giorno vogliono illudermi che esistano.

Ogni mattina esco di casa piena di buoni propositi e munita di corazza affronto il mio mondo.
La sera torno a casa distrutta, poco soddisfatta e talvolta in lacrime, quando evidentemente la corazza me la perdo per strada.

Ci ho messo esattamente tre anni per capire che non esiste una strada giusta e una sbagliata.
Ci sono voluti mesi di terapia per arrivare al concetto liberatorio che nella vita non esiste una strada, una soluzione ma , grazie a Dio, ce ne sono milioni. Per molti può essere un concetto elementare e scontato ma non per me che ho passato l'esistenza a seguire un modello piuttosto che un altro come unica soluzione giusta e possibile. Provate voi a vivere senza alternative e improvvisamente capirete quanto può essere  leggero questo nuovo modo di vedere la vita.
Ma nessuno può dirvi meglio di me quanto sia difficile dopo aver assimilato un concetto, metterlo in pratica.
Succede in ufficio, nel lavoro,in macchina; succede con gli amici , quando bisogna ricordarsi che il proprio stato d'animo è più sincero  di qualsiasi consiglio del più fidato degli amici e non perché il collega o l'amico che sia non si meritano la mia stima o fiducia ma perché solo io posso sapere cosa è meglio per me in quel momento.
Combatto quindi contro una depressione latente che mi segue come un'ombra; combatto contro il senso di inferiorità e insicurezza che entra nella mia testa camuffandosi in comportamenti sbagliati .
Combatto contro il mio stomaco, lo educo a non assimilare la merda intorno  ma a rigettarla con la giusta indifferenza. Addestro le mie spalle a sollevarsi e riabbassarsi velocemente davanti a stupidi dispetti e prepotenze.

La sera torno a casa stanca e sconfortata e mentre apro la porta trovo il sorriso di Rob.
Un magone sale fino in gola e a volte mi si bagnano gli occhi  dallo sconforto.
Tolgo le scarpe e quel che resta della mia corazza  mentre Rob mi bacia. Non mi chiede nulla, lo legge sul mio viso, e mentre chiude la porta di casa mi rendo conto di essere finalmente al sicuro.

Torno presto











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