mercoledì 16 ottobre 2013

Difese

Ieri sono ritornata al cinema.
E' stato un caso andarci due volte in una sola settimana anche se l'ho fatto volentieri.
Mi capita spesso di perdere un'abitudine nel tempo senza accorgermene e quando mi si ripresenta l'occasione la rifaccio volentieri chiedendomi per quale motivo me l'ero scordata.
Comunque sia ieri sera dopo il lavoro ho raggiunto Rob e due sue colleghe al bar del Fico. Abbiamo fatto un aperitivo e poi siamo andati insieme al cinema.
Ero curiosa di conoscere queste due ragazze. Solitamente a pranzo esco con altri colleghi di Rob, le ragazze restano dentro durante la pausa.
Purtroppo io non ho colleghi con cui uscire a pranzo perché semplicemente non ne ho. L'unica che è una buona amica fa il part time e alle 14 di ogni giorno della settimana , beata lei, se ne va.

Arrivo, mi presento mi siedo.
Davanti a me due donne completamente diverse. Due personalità da studiare, due esistenze da scoprire. Bene bene mi dico ed è come se mi strofinassi le mani in quel momento. Adoro queste situazioni, c'era trippa per gatti e lo sapevo.
Difficile poterle scoprire una alla volta, sarei risultata maleducata, bisognava andare per gradi.
Daniela la più grande ha 37 anni. E' sposata da poco. accento del nord, aria pacata. Sembra molto tranquilla ed equilibrata. E' l'assistente stretta del capo di Rob, una specie di tutto fare. Bruttina esteticamente ma molto garbata nel complesso. Abbigliamento decisamente arrangiato, stile: zero spaccato.
L'altra si Chiama Silvia ha 35 anni come me e decisamente molta più carne al fuoco!
Carina , mora con gli occhi azzurri; capelli sopra le spalle lisci, un po' grassottella ma ben camuffata sotto una maglia larga nera. accessori: una collana sfere rosa (di plastica): la ragazza si applica ma con poco gusto.
Single da un po' di anni si occupa dei fornitori e amministrazione.
Mi basta posto per inquadrarla velocemente e capire che si è costruita una impalcatura anche non troppo stabile che difende con i denti. I suoi occhi azzurri la fanno sembrare più forte e glaciale di quello che effettivamente è. Mi fa molta tenerezza e mi ricorda me stessa qualche anno fa forse meno incattivita di lei , sicuramente sola quanto lei.
Mi accenna che vive sola e fuori roma. Dopo una convivenza finita male è rimasta nella stessa zona e , parole sue, la sera non cucina mai; impensabile ora dover affrontare ogni giorno il problema dei pasti; un uomo faticherebbe ad averlo. Uguale: sono sola e questa vita me la devo far piacere per forza.

Non avevo la confidenza adatta per proseguire questo argomento anche se lei ingenuamente e istintivamente mi ci portava in ogni occasione ma avrei volentieri ascoltato la sua storia per intero.
Improvvisamente un infinità di ricordi mi sono tornati nella mente. Essere single può essere bello ma in ogni caso difficile. Per prima cosa non si impara dal giorno alla notte a stare soli dopo la fine di una storia, anche se il contrario è più naturalmente facile. Bisogna sapersi divertire nella solitudine e non è così semplice. Ricordo il panico e il disagio nel trovare la casa spenta. Una luce di casa accesa che si vede dal portone è una sensazione calda e confortante, un corridoio buio nell'aprire la porta, no.
Cucinare per due è gratificante, per se stessi poco.
Un bacio prima di andare a dormire o semplicemente una telefonata o un messaggio di buonanotte possono scaldare il cuore; un libro pure ma bisogna fortemente volerlo altrimenti è la prima cosa che si lancia nei momenti di sconforto.

Questa ragazza che si atteggiava a donna forte ed emancipata mi faceva una gran tenerezza. Tutte le sue sicurezze potevano essere smontate  in pochi istanti. Come era evidente la sua fragilità.

Poi me la sono immaginata in un primo appuntamento con un uomo. Ho capito per la prima volta cosa volesse dire la frase "quello è scappato con una così".
Ho sempre avuto il timore e il sospetto  che succedesse anche a me ma non riuscivo a rendermi conto cos'era che davvero spaventava. Ora la mia rigidità che ho perso per strada l'ho ritrovata in lei e ho capito cosa può provocare. Non era la sua finta sicurezza ad allontanare e poco incuriosire, era la sua  fragilità ad intimorire. Impegnativo penetrare e troppo faticoso per un primo appuntamento. Come dargli torto.
Ora immagino me quando esco e interagisco  con gli altri. Sono una persona serena e si vede. Sorrido e parlo senza eccessi di nessun tipo. Sono banale allora? No, direi stabile e questo piace a tutti. Piace anche a me.

Tornata a casa mi sono infilata felice sotto il piumino con Rob. Abbracciati abbiamo spento la luce.
Ho ripensato a questa ragazza e immaginato la sua stanza da letto. Ho ripensato alla sua fragilità e a quegli occhi chiari.
Difficile la vita, incomprensibili certi giochi del destino. Non bisogna mai sentirsi arrivati e ricordarsi di  tenere sempre i piedi ben saldi a terra.
Voglio munirmi di uno specchio e guardare sempre con 2 occhi: lealtà e indulgenza nei miei  (nostri) confronti.


Nessun commento:

Posta un commento