venerdì 17 maggio 2013

Finalmente Donna

Sono stati giorni faticosi quelli lontani dal mio blog, difficili e sgradevoli.
Ma li ho superati; da sola e con intelligenza.

L'episodio più doloroso è stato lo scontro che ho avuto con il mio capo.
Erano già parecchi giorni  che provavo fastidio e irritazione dal suo atteggiamento. E' sempre stata una persona difficile e ingiusta ma dopo l'annuncio della gravidanza della mia collega (settembre 2011) si è indurito e incattivito nei miei confronti. E' vero che la mia collega è rimasta a casa per tutti i 9 mesi ma è anche vero che ha più di 40 anni e la gravidanza, oltre ad un miracolo, è stata a rischio per tutto il tempo. Io sono stata felice fin dall'inizio per lei e non mi è pesato affatto poterla aiutare. La mia collega, oltre ad essere compagna di scrivania è una cara persona che stimo e amo. Non è stato facile andare d'accordo con lei 
inizialmente, ci sono voluti 7 anni ma ora è una cara amica a cui tengo particolarmente.
Il mio capo ovviamente non la pensa in questo modo e pur dimostrando entrambe una flessibilità e disponibilità nei suoi riguardi, il suo atteggiamento in questi  ultimi anni è cambiato.

Non mi soffermo tanto a parlare del mio capo, non ne ho davvero voglia, posso solo dire che è una persona incapace di amare qualcuno , una persona profondamente  ingiusta incattivita dalla vita.
Lo giustifico in parte perché credo abbia avuto un'infanzia difficile e una famiglia incapace di comprenderlo.

Lo scontro è avvenuto venerdì scorso in chiusura. Eravamo soli, io e lui perché la mia collega ormai fa part-time solo la mattina.
Per un piccolo lavoro sulla mailing list è scattato uno scontro verbale durissimo e violento. Lui ha iniziato ad urlare offendendo e accusando me e la mia collega di lavori svolti male e io ho risposto educatamente ma alzando la voce.
Ero davvero stanca di due anni di comportamenti sgradevoli e irriconoscenti  da parte sua e per la prima volta non ho voluto tacere.
Lo scontro è durato fino al giorno dopo quando con un po' più di calma ci siamo accusati reciprocamente delle nostre mancanze. Ho ascoltato con orrore e delusione le critiche che mi faceva.
E mentre ascoltavo capivo tante cose.
Ho capito che le minacce non sono sempre verbali, a volte un tono e un comportamento possono avere lo stesso effetto.
Ho capito che in questi ultimi due anni , la gravidanza della mia collega deve averlo scosso nel profondo e allertato sulla possibilità che anche io faccia lo stesso.
Ora capisco i miei timori che tutte le persone a me care non vedevano.
Ricordo perfettamente ogni volta che affrontavo il discorso figli con la mia collega, mia sorella, i miei amici e miei genitori  nessuno capiva le mie ansie e si stupivano di tutti i problemi che presentavo.
La risposta era sempre la stessa: " non è il lavoro che ti deve influenzare in una scelta del genere. Il tuo contratto (tempo indeterminato) ti tutela completamente, se vuoi dei figli falli subito"

Ora comprendo con orrore che le mie scelte sono state davvero influenzate da questo uomo che non ha avuto il coraggio e l'onesta di parlarmi francamente ma ha scelto un modo subdolo e aggressivo per mandarmi messaggi di minaccia.
Avrebbe potuto parlarmi francamente perché su certe questioni credo sia facile trovare un accordo.
Se avesse notato il tipo di persona che ha di fronte avrebbe capito che mai mi sarei approfittata di questo contratto  e pur volendo una famiglia avrei cercato di organizzare gli eventi in modo da danneggiare il meno possibile gli impegni in ufficio.
Invece no, si è chiuso a riccio preferendo una politica di terrore che ha solo indurito e rovinato il clima lavorativo.

Mentre uscivo ripensavo alle sue parole, ridicole e quasi da denuncia. Ho ripensato alla frase orribile che è uscita dalla sua bocca che dovrei ringraziarlo in questi anni di crisi che mi ha mantenuto il contratto a tempo indeterminato e che se andassi in altre aziende mi farebbero firmare un foglio che nel caso rimanessi incinta verrei immediatamente licenziata.
Queste frasi, e altre simili, mi rimbombano nella mente e mi fanno svegliare di notte.
Razionalmente so di aver ragione e di essere nel giusto ma emotivamente qualcosa quest'uomo ha scosso e ferito.
Ho bisogno di tempo per metabolizzare l'accaduto, razionalizzarlo e superarlo come meglio credo.
Ce la faccio, ci sto già riuscendo ma non è semplice.
A questo serve la psicoanalisi che ho fatto, per chi non lo sapesse, a contemplare e affrontare le difficoltà senza  paura e panico.
Venerdì sera mi tremavano le mani dalla rabbia, non ho potuto subito guidare il motorino dal nervoso che avevo ma ho respirato forte e acceso una sigaretta. Sul momento è bastato per tornare a casa. Poi ho pianto, parlato con Rob e mia sorella, fatto una doccia e sono andata a dormire.
Lentamente, senza paura ho frugato tra i ricordi di quella conversazione e individuato  ciò che mi aveva ferito nel profondo. Anche tra i miei comportamenti e frasi ho cercato di trovare dove avevo sbagliato. Quando ho avuto tutto chiaro ho iniziato a elaborare e superare con coraggio il problema.

Oggi mi rendo conto di essere una donna, un'adulta,  forte e coraggiosa.
Mi rendo conto che la vita è difficile ma non impossibile e che certe conquiste sono dolorose perché hanno un prezzo.
Oggi mi rendo conto in questa società devo difendere la mia famiglia prima ancora di crearla e che combattere la crisi è osare con il cuore.

Oggi mi rendo conto che posso farcela, ed è una sensazione bellissima, di assoluta libertà.



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